Pubblicato in: Ven, Dic 12th, 2014

Clarisse/Segno di Povertà, Silenzio contemplativo e Vangelo vissuto

Le Sorelle di Santa Chiara/Viaggio nelle Comunità Religiose presenti nella Diocesi di Lecce.

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Sono le Sorelle Povere di S. Chiara, fondazione della Co­munità di Otranto, presenti da 4 anni nel centro storico di Lecce. La loro fraternità fondante in Otranto è formata da 24 sorelle, delle quali 7 dal 2003 a Scutari, in Albania, e 4 a Lecce dal 29 novembre 2010, grazie alla pronta accoglienza di mons. D’Ambrosio, che si è adoperato per mettere a loro disposizione l’ex “Casa Pax” in via M. Basseo.Qui hanno cominciato a muovere i primi passi in terra lupiense, vivendo secondo la Regola di S. Chiara d’Assisi: osservare il Vangelo, in santa unità e altissima pover­tà, nel silenzio contemplativo della vita monastica. Non si dedicano ad alcuna forma diretta di apostolato, ma la loro presenza fraterna e orante nella Chiesa vuole rendere visibile il primato di Dio, vivendo senza nulla di proprio e in comunione fraterna, orientando i cuori alla ricerca del volto del Risorto. Inoltre, questa fondazione, ispirata dal desiderio di essere presenti in città, dove più fortemente si entra in contatto con tutte le povertà dei nostri tempi, ha permesso un’efficace attualizzazione del carisma clariano. S. Chiara visse per 42 anni in S. Damiano, un luogo isolato, ma vicino alla città.

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Ciò consentiva a lei e alle sorelle di essere pienamente inserite nel tessuto urbano, nonostante la separazione fisica da esso, di creare relazioni immediate con la popolazione che vi si rivolgeva per chie­dere ascolto.“Anche per noi oggi è possibile attualizzare queste caratteristiche claria­ne: il centro storico cittadino, infatti, è un luogo dove abitano uomini e donne di provenienza, fede e condizioni diverse. Per questo siamo raggiunte da tante persone, soprattutto poveri, bisognosi di ogni bene e, ancor più, di una parola di amicizia, di accoglienza e di fraternità”.  La santa unità, indicata da Chiara, è il vincolo di comu­nione che si crea tra coloro che sono consapevoli di essere fratelli e sorelle nell’unico Pa­dre. Solo così possono scaturire relazioni fondate sul Vangelo, capaci di perdono e di sincera accoglienza reciproca. L’altissima povertà per le Clarisse coincide con la stessa sequela di Gesù, che per amore si fece povero, dalla mangiatoia fino al Calvario, consegnando totalmente la propria esisten­za nelle sue mani, facendosi condurre da Lui senza paura e senza altra ricchezza che la sua Parola. Tutto questo si traduce naturalmente in scelte molto concrete, mediante uno stile di vita sobrio e solidale. “Per Regola, non possiamo posse­dere nulla, se non il monastero in cui dimoriamo stabilmente per tutta la vita. Ci sosteniamo con quanto riceviamo dalla Provvidenza e con il nostro lavoro, condividendo tutto con quanti bussano alla nostra porta. Qui a Lecce realizziamo i pupi del presepe e altri oggetti in cartapesta e terracotta, per bomboniere o per vari regali, le vestine con le candeline per il battesimo e i ceri pasquali”.

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