Bioetica/L’uomo tra frammentazione e ricerca di sensi
Il 23 aprile scorso, nella Sala M. L. Ferrari dell’Università del Salento, si è tenuto il terzo incontro della dodicesima edizione di “Verso nuove frontiere di bioetica” sul tema “L’uomo tra frammentazione e ricerca di senso” a cura del Prof. Salvatore Cipressa, segretario nazionale dell’Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale (Atism) e docente di Teologia morale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Lecce. La crisi antropologica – ha affermato – ha avuto inizio con la modernità, per poi propagarsi con la postmodernità che ha oscurato l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’uomo e ha prodotto l’uomo del bisogno e del desiderio. L’uomo postmoderno è un uomo solo, frantumato e diviso. Nella sua complessità, porta in sé in modo bipolarizzato caratteri antagonisti: lavoratore e giocatore, empirico e utopico, parsimonioso e prodigo, prosaico e poetico. La razionalità dell’homo sapiens viene travolta dal delirio dell’homo demens. La crisi antropologica è correlata alla crisi valoriale ed etica: sfocia nell’insicurezza educativa e nella difficile scelta di valori autentici, capaci di mettere al centro della propria esistenza la persona umana.
Occorre pertanto imparare a discernere in ogni circostanza i valori e i beni in questione, ma soprattutto la “volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12,2). L’uomo è un essere corporeo e spirituale. La sua spiritualità si esprime nell’incontro interpersonale con il tu umano e il Tu divino e nella donazione di sé: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24). La vita umana “raggiunge il suo centro, il suo senso e la sua pienezza quando viene donata” (Evangelium Vitae, n. 51). La vita trova il suo senso pieno quando si vive il comandamento dell’amore. Ma è soprattutto nel momento della preghiera, luogo privilegiato di incontro con Colui che ci ama, che si ricompone il puzzle dell’essere umano lacerato, diviso, frammentato e viene sospinto, con il sostegno della sua Grazia, nella direzione del servizio, dell’impegno e della carità. “Se taci, – afferma Sant’Agostino – taci per amore; se parli, parla per amore; se correggi, correggi per amore; se perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, da questa radice non può procedere se non il bene”.
Romina Manca
















