Pubblicato in: Sab, Mag 16th, 2015

Allergie di Primavera… Come diagnosticarle come combatterle

A colloquio con il Dott. Gennaro Maietta: sono coinvolti tutti gli apparati e gli organi, le vie respiratorie, la cute, stomaco e intestino. 

“Tipicamente salentina è la grossa reazione tra gli acari della polvere e i crostacei o le lumache, perché in tal caso spesso il sistema immunitario si sensibilizza verso una proteina dell’acaro, la tropomiosina, che si trova anche nei crostacei e nelle lumache”. 

ALLERGOLO

Con l’arrivo della stagione prima­verile, secondo la Siaaic (Società italiana allergolo­gia asma immu­nologia clinica), 12 milioni di italiani soffrono di allergia. Su un problema così diffuso tra la nostra popolazio­ne, e non solo, abbiamo chiesto informazioni più dettagliate all’allergologo, il dott. Gen­naro Maietta.

Dottore, cos’è l’allergia e quali sono gli allergeni più comuni?

Molti pensano che l’al­lergia sia una riduzione delle difese immunitarie. Invece, è un’alterata risposta del siste­ma immunitario rispetto a de­terminate sostanze che sono nell’ambiente, che noi respia­mo, mangiamo, tocchiamo. Al­terata risposta significa che il sistema immunitario reagisce in maniera invece contraria e spropositata a queste sostanze, quindi possono esserci persone allergiche ad un polline, che accusano raffreddore, congiun­tivite, asma bronchiale quando lo respirano oppure persone allergiche ad un alimento causa di orticaria o shock anafilattico quando lo assumono o è il caso delle dermatiti da contatto do­vute ad esempio al nichel, per cui la pelle del soggetto allergi­co ha una reazione del sistema immunitario a livello cutaneo con comparsa di una dermati­te. Fondamentalmente, bisogna sapere che l’allergia è il siste­ma immunitario deviato. Oggi disponiamo di armi per poter ovviare al problema. Le allergie più frequenti sono quelle ai pol­lini e quelli più coinvolti varia­no a seconda della latitudine in cui si vive: nel Nord Italia o nei Paesi del Nord si è più allergi­ci ai pollini degli alberi di alto fusto, invece nelle nostre lati­tudini le allergie più frequenti sono al cipresso, la parietaria, le graminacee, l’ulivo. Soprat­tutto tra i bambini è diffusa l’al­lergia agli acari della polvere. Per le allergie alimentari tutto è sempre correlato alle dini: perché ci sia un’allergia bisogna “incontrare” spesso quella sostanza. Le allergie ali­mentari sono correlate al tipo di alimenti: per gli Americani alle noccioline, alle arachidi; per noi alla pesca, alle banane, ai kiwi.

Caratteristiche sono la spe­cificità e la velocità?

Specificità significa che il sistema immunitario reagisce contro un allergene specifico: ad esempio, se si è allergici alla parietaria il sistema immunita­rio darà questa reazione quan­do entra nel naso il suo polline. Per la velocità è dimostrato che la reazione allergica viene sempre elicitata entro 15 – 30 minuti. Però, dopo questa rea­zione immediata si instaura una risposta ritardata cioè un qua­dro di infiammazione cronico, che fa peggiorare l’allergia nel corso dei mesi e degli anni.

Quali apparati e organi col­pisce?

Praticamente tutti: per le allergie respiratorie la con­giuntiva, la mucosa nasale, la faringe, i bronchi. Se parliamo di allergie alimentari, stomaco, intestino, cute; per le allergie da contatto la cute.

Come si diagnostica?

Non si riescono a diagnosti­care tutte le allergie; in partico­lare, tra le più complesse quelle ai farmaci, nei quali l’unico test è il gold standard, cioè il test di riferimento è lo scatenamento, con risvolti etici, deontologici e medico – legali. Esistono so­stanzialmente due tipologie di test: cutaneo, distinguendo le allergie ai pollini o agli alimen­ti in cui si fa il prick test, ponen­do sulla pelle una goccia della sostanza, grattando o pungendo la pelle e attendendo i 15 minuti per avere la reazione che è si­mile a quella di una puntura di zanzara. E poi i test per le aller­gie da contatto, i patch test, per cui si attaccano i cerotti con tut­ta una serie di sostanze dentro, tenute sulla pelle 48-72 ore e si controlla se c’e una reazione nel punto in cui sono applicate.

rimedi

Come si tratta un’allergia?

Esistono due metodi: oggi il più comune trattamento è il sin­tomatico, con uso di farmaci che in quel momento alleviano i sin­tomi. Il farmaco più comune è l’antistaminico, ma se è sospesa l’assunzione nella stagione dei pollini, il soggetto allergico sta proprio male. L’altro è il corti­sone, che nel caso di disturbi re­spiratori viene somministrato in forma spray. Esistono quadri di allergia molto gravi: gli shock anafilattici ove la cura in real­tà è solo quella dell’iniezione di adrenalina. Quando parlia­mo della terapia dell’allergia, l’unica reale, che oggi è molto discussa, ma è quella vera, è il vaccino. È stato dimostrato da tantissimi dati scientifici come sia la sola in grado di riportare il sistema immunitario nella sua fisiologica funzione e per que­sto ha bisogno di essere som­ministrata per molti anni: per i pollini tre anni, per gli acari quattro. Chiaramente, mentre il farmaco antistaminico fa effetto subito, ma sospeso fa star male, il vaccino dopo un buon ciclo consente al paziente di star bene anche con bassissime dosi di antistaminico.

Cos’è lo shock anafilattico?

È una reazione particolar­mente grave di natura allergica in cui a causa della massiva li­berazione di istamina (respon­sabile della reazione allergica) nel sangue si ha una vaso-di­latazione generalizzata. Tutti i capillari del corpo si dilatano e tutto il sangue dalla testa e dal cuore si riversa a livello perife­rico, per cui il cuore non ha più sangue da pompare, la testa non ha più sangue che le permetta di far funzionare il cervello. Il sog­getto, quindi, perde conoscenza, può andare incontro ad un arre­sto cardiaco se non si interviene con l’unico farmaco in grado di stringere i capillari dilatati e ri­mandare tutto il sangue a livello cerebrale e cardiaco, l’adrena­lina appunto.

Cos’è la cross reattività e quali sono gli alimenti re­sponsabili?

È un fenomeno estrema­mente interessante: quando sono allergico ad una sostanza il sistema immunitario reagisce contro essa. Ad esempio, può accadere che il detto sistema si accorga della presenza all’in­terno del polline della betulla di una sostanza fastidiosa e reagi­sce contro esso. Il paziente star­nutisce quando c’è il polline, ha la congiuntivite e può avere anche l’asma. Il problema na­sce quando quella sostanza, presente nel polline della betul­la, è anche nella mela, per cui alcuni di questi pazienti poi, quando mangiano tale frutto hanno reazioni non più solo di congiuntivite o rinite, ma gastro – enterologiche, cioè comincia­no ad avere dopo 15-20 minuti dall’assunzione della mela rea­zioni gravi, dolori addominali, vomito, diarrea fino allo shock anafilattico. E tipica salentina è la grossa reazione tra gli aca­ri della polvere e i crostacei o le lumache, perché in tal caso spesso il sistema immunitario si sensibilizza verso una protei­na dell’acaro, la tropomiosina, che si trova anche nei crostacei e nelle lumache. Così alcuni soggetti, il 30% degli allergici agli acari della polvere, rischia di avere delle reazioni di tipo gastro-enterologiche e non solo respiratorie, quando mangia tali alimenti.

Cosa pensa dei nuovi farma­ci contro l’asma allergica?

In realtà, i farmaci sono del tipo già disponibile da qual­che anno, sebbene modificati e perfezionati, cioè sempre più precisi, che possono colpire il bersaglio dando il meno pos­sibile effetti collaterali. Negli ultimi anni è stato introdotto un farmaco biologico chiama­to omalizumab che blocca gli anticorpi dell’allergia. Quando parliamo di reazione allergica, di sistema immunitario che rea­gisce contro un polline o contro un alimento, ci riferiamo al fat­to che tale sistema produce gli anticorpi che sono della classe IgE, cioè gli anticorpi che abitutenano la reazione allergica. L’omalizumab blocca a sua volta le IgE. È come se ci trovassimo in mezzo ad una sparatoria e a no­stra volta sparassimo delle pal­lottole che neutralizzano quelle fuoriuscenti dalle armi delle al­tre persone e in questa maniera riuscissimo a bloccare tutte le reazioni mediate dalle IgE.

IL METEO POLLINE

Più che altro lo chiamano calendario pollinico, dispo­nibile anche sulle applicazioni dei telefonini mobili. Comunque, per consultarlo basta collegarsi a vari siti internet ed è molto comodo perché dice al paziente in quel momento, in quella settimana quanto polline della pianta a cui è allergico è nell’aria. Addirittura, fa una previsione per la settimana successiva, così il paziente è in grado di capire perché sta male (la maggior parte dei pazienti non è allergica ad un solo polline, ma a più). E spiegandogli che il polline del cipresso è nell’aria da febbraio a marzo, quello della parietaria vola nell’a­ria da aprile fino a maggio-giugno, quello dell’ulivo a maggio, il paziente con il calendario pollinico è in grado di vedere nell’area della sua regione quanto polline c’è e, così, di capire se può iniziare una terapia o meno.

Sonia Marulli

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