Pubblicato in: Ven, Mar 13th, 2015

Festa del Papà… Chiamati ad essere Genitori

19 Marzo 2015/La Testimonianza di alcuni Padri di Famiglia. L’esempio di San Giuseppe: quando la semplicità del vivere diventa storia.

Come emerge dagli studi speculativi più accurati in proposito, la figura del padre ha ispirato da sempre le pagine più elevate e pregnanti della religione, della letteratura, dell’arte e della cultura di ogni tempo: dagli scritti più disparati dell’antichità a quelli più recenti, alle composizioni musicali, che risultano però più inusuali e rare su questo tema, all’iconografia classica o dell’arte cristiana sino al teatro e al melodramma.

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Tuttavia, sono esperienze non solo da relegare in tali ambiti talora avulsi dalla realtà, ma appartenenti alla quotidianità, che nella semplicità del vivere diventano storia. Pertanto, in occasione della ricorrenza di San Giuseppe, padre putativo di Gesù, e, quindi, della festa di tutti i papà, abbiamo raccolto la testimonianza di alcuni di loro, per omaggiare quest’ importante figura genitoriale.

GIUSEPPE/IN BRACCIO UNA CREATURA FRAGILE… IL CORAGGIO DEL DONO 

Giuseppe Corrado, impiegato di banca e giovane genitore insieme con la moglie Simona di due figli, Sara e Gabriele, attesta: “Diventare padre è una sensazione difficile da descrivere; penso che non si possa racchiuderla in poche parole considerando la varietà delle emozioni; una gioia immensa mista alla soddisfazione di vedere compiuta una lunga attesa, alla preoccupazione nel tenere in braccio per la prima volta una creatura così fragile. Mi sono sentito chiamato a nuove respon­sabilità sia nei rapporti con i figli, ma anche nei confronti di chi fino ad allora era “soltanto” moglie; essere padre ti porta ad essere maggiormente protettivo, responsabi­le, e soprattutto a cercare di trasmettere quei valori che hanno fatto di te la persona che sei.

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In maniera penso del tutto naturale sono stato portato ad una gestione più razionale del tempo per conciliare meglio i nuovi rit­mi familiari con quelli lavorativi. Sincera­mente immaginavo la paternità un impegno molto più gravoso e invece è avvenuto tutto in maniera molto naturale, anche quando si è trattato di mettere da parte qualcosa di me. Ci vuole, oggi come ieri, sempre coraggio a diventare padre. Il coraggio di abbandonare una parte di sè per donarla ad altri; il resto viene da solo. Certo, le paure sul futuro per i propri figli penso abbiano caratterizzato i padri di ogni generazione. Spero viva­mente che riescano a vivere con serenità ed intensità la loro vita, seguendo i valori che cerchiamo di tramandare e lasciare in eredità loro ogni giorno, con fede, onestà, rispetto per gli altri e per se stessi”.

TOMMASO/CORONARE UN PROGETTO DI VITA… MISSIONE NONNO: ORA C’È MATTEO 

“La nascita del primo figlio mi ha fatto provare un’immen­sa felicità in quanto ha rappresentato il coronamen­to di un progetto di vita, scelto responsabilmente da me e mia moglie Silvana” afferma Tommaso Di Sabato, Capo Area del Personale dell’Università del Salento.“Forse anche per questo abbiamo dato alla creatura il nome di Ilaria. Diven­tare padre ha sconvolto di fatto la quotidia­nità a partire dall’avere in casa una nuova persona con abitudini, linguaggio e regole diversi. Sì, la genitorialità è una “chiamata” alla quale ho risposto con fiducia e ciò mi ha permesso di superare ogni possibile inade­guatezza. Per conciliare lavoro e famiglia è stato importante utilizzare con Silvana la regola della condivisione dei ruoli e, nei primissimi anni di matrimonio, beneficiare dell’apporto dei nonni, soprattutto quando è nato, tre anni dopo, Luca. La sua nascita mi ha fatto capire quanto avevo messo in discus­sione dell’operato dei miei genitori ,ai quali mi sono sempre ispirato. Circa il coraggio di diventare papà nell’ultimo ventennio, penso che le condizioni necessarie e sufficienti per vivere in serena armonia familiare si siano ridotte per la crisi economica e la scom­parsa di valori come il rispetto della vita e la donazione di sé per annullarsi nel bene comune della famiglia.

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Perciò, ritengo im­portante la formazione prematrimoniale che irrobustisca alle scelte della nuova vita. Poi, diventare nonno significa in una sola parola: “il futuro”. Se, per me, avere una famiglia è stato un obiettivo, avere un nipote, Matteo, è diventato quello che gli studiosi di organiz­zazione definiscono la “mission”. Essere nonno vuol dire, però, anche fare in modo di essere non soltanto amato, perché parte della famiglia, ma anche percepito come utile. Avrei voluto dedicare un futuro economica­mente più solido ai miei figli che, tuttavia, ringraziando Dio, hanno un lavoro e la pro­pria indipendenza. Questo, probabilmente, perché da piccolo sognavo di essere nipote di un magnate, oggi , invece, forse, di potere essere quel nonno. Quando il sogno svani­sce, però, mi accorgo che c’è il quotidiano, ma anche la grandezza della Provvidenza del Padre. Allora mi dico: “Faccia Iddio”. 

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