Al Pozzo di Giacobbe… La Vita viene dall’Acqua
Nel cammino quaresimale tutta la chiesa fa una sosta in Samaria (Israele) presso il pozzo di Giacobbe ai piedi del monte Corazim, a mezza strada tra Nazareth e Gerusalemme. Intorno a questo pozzo pubblico, bene comune, avvenne l’incontro tra Gesù di Narareth e la donna di Samaria. Il Vangelo riporta il dialogo tra i due che si concluse con la promessa di Gesù di dare un’acqua diversa da quella del pozzo, con proprietà sorprendenti. La liturgia vede nella promessa di Gesù l’acqua del battesimo che ci rende nuove creature. A mano a mano che ci avviciniamo a Gerusalemme per celebrare la Pasqua insieme a Gesù, alla sua mamma e ai suoi discepoli, la liturgia attira l’attenzione su molti particolari: non sfuggano quindi i dettagli nel racconto riguardante la Passione – Morte – Risurrezione di Gesù Cristo e non sfuggano neppure i tanti effetti prodotti da quella Pasqua a incominciare dalle sorprendenti apparizioni del Risorto ai discepoli avvenute nell’arco di cinquanta di giorni. Tutto si concluse a Gerusalemme nel giorno della Pentecoste. Qui si compì pienamente la promessa di Gesù fatta ai suoi discepoli: riceverete lo Spirito Santo! A Gerusalemme nel giorno di Pentecoste comincia il tempo della Chiesa grazie proprio al dono permanente dello Spirito Santo. Di questo dono partecipano tutti attraverso il sacramento del battesimo. Evento di grazia quello del battesimo che San Paolo riesce a dare forma plastica ed espressiva utilizzando diverse immagini di paragone tratte dall’esperienza umana. Un’immagine è quella dell’innesto: noi tutti dallo Spirito siamo stati innestati sulla buona pianta di Cristo Gesù, con la speranza di raccogliere quanto prima buoni e saporiti frutti.
BATTISTERO, Shivta, Neghev-Israele
L’altra immagine è presa dall’anatomia umana: lo Spirito dà vita ad un solo corpo di cui Cristo Gesù è il capo e noi tutti le membra. L’altra immagine si riferisce alla morte, sepoltura e Risurrezione di Gesù Cristo. San Paolo afferma che lo Spirito Santo ci ha “con sepolti” insieme a Cristo Gesù e con lui ci ha “con risuscitati”. Quest’ultima immagine è di fortissima contrapposizione di colori, di toni, di espressioni perché accosta la morte alla vita assegnando alla vita la vittoria sulla morte. In questa immagine ritorna in primo piano l’acqua speciale contenuta in una vasca nella quale si amministra il Battesimo. Lo spazio per svolgere quest’azione si chiama battistero, strutture costruite ben presto come fanno riscontro i mosaici pavimentali e i battisteri costruiti nel deserto del Neghev (Israele) nei secoli IV-VII. Faccio notare che qui lo spazio che racchiude il battistero è esterno all’edificio chiesa ma ad esso unito, esso è situato dalla parte dell’ingresso principale. Il battesimo infatti ci immette nella famiglia cristiana a pieno titolo. La costruzione architettonica del battistero si sviluppa in superficie e in profondità, nella forma di una croce greca, due dei bracci contrapposti presentano tre gradini scavati che conducono prima giù e poi su. Gli altri due bracci definiscono un perfetto rettangolo scavato che veniva riempito d’acqua, dunque una vasca da bagno pronta all’uso. Il soggetto da battezzare scendeva i tre gradini, si immergeva nell’acqua, dove veniva come sepolto, quindi emergeva dall’acqua, risaliva i tre gradini, e si univa ai fratelli e sorelle della famiglia cristiana. Dentro l’acqua restava l’uomo vecchio e dall’acqua emergeva l’uomo nuovo: Cirillo di Gerusalemme dinnanzi ad uno di questi battisteri poteva dire queste parole: “Per mano siete stati condotti alla santa piscina del divino battesimo come Cristo dalla croce alla tomba che vi è davanti. Vi siete immersi per tre volte nell’acqua e di nuovo siete risaliti simboleggiando la sepoltura di tre giorni di Cristo. Nello stesso tempo siete morti e risuscitati. Quest’acqua salutare fu la vostra tomba e la vostra madre”.
Antonio Febbraro
















