Alcuni Ricordi/Il Beato Paolo VI e la nostra Chiesa Locale
Sono diversi i ricordi che legano l’affetto filiale e la venerazione di noi leccesi verso il prossimo beato. Oltre ai rapporti diretti e istituzionali con l’arcivescovo mons. Minerva, si possono menzionare taluni momenti rimasti impressi nella mente e nel cuore nell’incontrare il Presule Montini e poi il Papa Paolo VI. Già da Sostituto Segretario si era interessato personalmente per aiutare il sacerdote della nostra diocesi che in quegli anni frequentava l’università Gregoriana, servendosi per i suoi buoni uffici del suo segretario particolari mons. Travia.
Egli non venne mai a Lecce, anzi, invitato da mons. Minerva al nostro Congresso eucaristico nazionale del ’56, ringraziò con lettera cortese: si deve, però, tener presente che allora era arcivescovo di Milano e nel primo quadriennio del suo episcopato milanese non partecipava volentieri a solenni celebrazioni extradiocesane. La sera del 30 giugno 1963, mons. Oronzo De Simone era accanto a mons. Fattinnanzi, ultimo dei cerimonieri pontifici che per tre volte bruciava la stoppia avvicinandosi al trono pontificio e pronunciando le fatidiche parole: “Beatissime Pater, sic transit gloria mundi”.
‘Un sacerdote, mons. Giancarlo Polito, fu ordinato presbitero dallo stesso Pontefice nella Basilica di S. Pietro il 17 maggio 1970, durante una celebrazione voluta per festeggiare solennemente il sacramento dell’Ordine Sacro conferendo il sacramento a rappresentanti di tutte le Chiese locali italiane. “Quando mons. Minerva mi comunicò che il Papa mi avrebbe conferito l’Ordinazione in Vaticano, mi sentii fortemente emozionato per il grande onore, vissi soprattutto i giorni immediatamente precedenti con intensa preparazione spirituale culminata nel ritiro di Ariccia e partecipai alla liturgia nella basilica di S. Pietro, ringraziando contiuamente il Signore che mi associava al suo ministero mediante il Successore di Pietro”, ricorda ancora mons. Polito.
Molto significativo è il chirografo, cioè una lettera manoscritta, diretto all’inizio del suo pontificato alla signora leccese Clementina Salvi Martello, con cui ricordava il suo antico defunto collaboratore alla Fuci romana e nazionale, l’ingegnere Filippo, suo intimo collaboratore nel settennio ’25 – ’32, periodo in cui Montini era assistente nazionale degli universitari cattolici italiani: una testimonianza molto rara di un Papa che scriveva di proprio pugno ad un fedele. Anche ai suoi funerali, il 12 agosto ’78, fu presente in piazza S. Pietro una qualificata rappresentanza della diocesi leccese.
Oronzo De Simone
















