Antiquariato e Cartapesta… Manzo, il rinnovatore del modellato
Fin da piccolo una chiara propensione all’arte. Nel palmares una Medaglia d’Oro consegnatagli da Pio IX.
Giuseppe Manzo, Gloria di S. Oronzo,1916, altorilievo, Lecce- Ch. S. Lazzaro
Giuseppe Manzo nacque a Lecce il 17 marzo 1849 dal muratore e scalpellino Oronzo e Natalizia Romano. Il piccolo Giuseppe mostrò subito una chiara propensione all’arte, ed il padre, nonostante le ristrettezze in cui versava, lo affidò agli insegnamenti di Luigi Guerra (1810-1900), barbiere e cartapestaio. Il Manzo aspirava ad una migliore formazione, quindi passò nella bottega di Achille Castellucci, dove vi rimase per circa dieci anni. Nel 1875 Manzo, si fece assumere nel rinomato stabilimento di ceramica e terrecotte di Angelantonio Paladini in San Pietro in Lama. Qui apprese i primi elementi di modellatura da Tobia Strino (Attivo a Napoli dalla seconda metà dell’Ottocento) e dal valente maestro della ceramica Anselmo De Simone (1857- 1919). Nel noto stabilimento il giovane artista restò almeno fino al 1885 finché, insieme al suo compagno di apprendistato Giovanni Andrea De Pascalis (1862-1895), iniziò a modellare la cartapesta presso la bottega di Achille De Lucrezi (l827- 1913).
Giuseppe Manzo, Attr., Gesù Bambino dormiente, Inizi ‘900, Lecce-Chiesa Santa Croce
A questi anni risalgono i primi riconoscimenti artistici, in particolare la Medaglia d’Oro in occasione del Giubileo Episcopale assegnatagli da Pio IX. Nel 1888, dopo aver acquisito le necessarie competenze lavorative, Manzo decise di aprire a Lecce un laboratorio in via Guglielmo Paladini (Palazzo Romano) nel quale si sarebbe dedicato a modellare immagini sacre. Nel 1889, in occasione della visita a Lecce del re Umberto I, Giuseppe Manzo fece omaggio alla Regina di una statua in cartapesta di Santa Margherita di Savoia. Probabilmente proprio grazie a questo omaggio, il 25 maggio 1890, ottenne il “Brevetto Reale” n. 729, registrato a corte n. 296.
Biglietto pubblicitario di Giuseppe Manzo
In questo periodo il Manzo si specializzò nella produzione di pale d’altare e gruppi statuari in cartapesta caratterizzati da una certa austerità e da un verismo impeccabile. Secondo il De Simone, Giuseppe Manzo passò alla storia come il rinnovatore della modellatura in carta e, insieme al De Pascalis, fu il primo ad applicare la tecnica ad altorilievo alla cartapesta. Enzo Rossi nel 1961 affermò che “tra i cartapestai leccesi della seconda metà dell’800 e del primo ‘900, Giuseppe Manzo fu il meno predisposto all’industrializzazione dell’arte, appresa nella bottega del De Lucrezi”.
Giuseppe Manzo, Sacra Famiglia, 1899, Lecce-Chiesa San Lazzaro
Giuseppe Manzo, come Guacci e Caretta, partecipò a numerose esposizioni nazionali e internazionali come: l’Esposizione Mondiale Vaticana in occasione del Giubileo di Leone XIII nel 1888; l’Esposizione Italo-Americana a Genova del 1892; la mostra delle invenzioni di Parigi del 1895 (l’Accademia Parigina degli Inventeurs Industrials et Expositeurs); l’Esposizione Internazionale di Torino del 1899, l’Esposizione Universale Internazionale di Marsiglia del 1899; Esposizione Internazionale di Londra del 1900 e numerose altre. Nel 1905 Pio X lo nominò Cavaliere dell’Ordine Piano “Pro Ecclesia et Pontefice”. Dopo una carriera densa di lavoro e riconoscimenti, Giuseppe Manzo si spense a Lecce il 7 gennaio 1942 all’età di 93 anni e le sue spoglie mortali riposano nella tomba di famiglia del cimitero monumentale di Lecce.
Giuseppe Manzo, Addolorata, 1907, Castro-Cattedrale
Nel suo necrologio fu scritto: “Chi ha conosciuto la modestia di questo “Maestro”, non può non ricordare la sua schietta semplicità, le sue abitudini modeste, l’affabilità del suo tratto. Fu spesse volte, dalla stima degli ammiratori e degli operai, chiamato a coprire cariche amministrative nel Consiglio Comunale e nella Società Operaia, di cui fu presidente per due anni nel 1902 e nel 1903. Era un “buono” che nella sua vita non ebbe nemici, un onesto che riscosse fiducia illimitata, un “credent” senza infingimenti nella sua fede […]”. Nel 1943, dopo la morte del Manzo, la sua bottega continuò ad operare per merito del figlio e del nipote fino al dicembre 1959, anno in cui, la storica fucina della cartapesta in via Paladini, chiuse per sempre i battenti.
Giuseppe Mancarella




















