Burocrazia/Macchina infernale da combattere o qualificato servizio ai cittadini?
Alzi la mano chi non ha mai dovuto fare i conti, almeno una volta nella sua vita, con la burocrazia italiana. Questo mostro dai mille tentacoli che assilla incessantemente ogni nostra attività, sia come cittadini, che come imprenditori, che come professionisti e come qualsiasi altro modo di operare nell’esistenza umana, è sempre in agguato, con le sue astruse regole, con i suoi rimandi sia temporali che di luogo, con la sua perenne ed incessante sequela di regole che mai sono conosciute appieno e spesso frutto solo di una percezione dello Stato obsoleta e retrograda. Ma la sua applicazione al governo dello Stato è stata sempre così? È sempre stata un modo ottuso di tarpare le ali di coloro che vogliono in qualche modo essere partecipi della vita economica, civile, professionale del nostro Stato? Effettivamente la burocrazia come viene vissuta ed applicata in Italia non è assolutamente prodotto di ciò che effettivamente è uno stato burocratico nella sua accezione fondamentale. Infatti dagli studi di Max Weber si evince che l’organizzazione burocratica dello Stato è una forma di razionalità che opera in maniera spersonalizzata, rendendo evidenti i criteri di scelta della sua azione al fine di utilizzare e servirsi dei mezzi più adatti per il raggiungimento dei suoi scopi.
Per il giurista e sociologo tedesco, la burocrazia, nella sua forma ideale, deve necessariamente essere composta da persone libere che possano svolgere i compiti loro affidati in maniera imparziale, in forma gerarchica, con funzioni chiaramente specificate, vincolate da un contratto specifico, con massima specializzazione delle funzioni. Esse hanno un salario fisso commisurato alla funzione svolta, un rapporto di lavoro esclusivo o quasi, utilizzando i mezzi messi a loro disposizione dall’amministrazione che servono. Importante in questa concezione della burocrazia è la cosiddetta impersonalità formalistica che assume come fondamentale il concetto dell’esercizio di un ufficio da parte di un qualsiasi funzionario ideale in modo uguale sia per forma che per persona. In altri termini il vero funzionario di una “sana” burocrazia è colui il quale è in grado di operare nel suo specifico ufficio in maniera oggettiva e allo stesso di modo di chiunque altro si trovi nella stessa situazione. Tale modello di burocrazia, delineato nei suoi aspetti più essenziali, è affidato alle pubbliche amministrazioni degli stati occidentali. E quindi anche dell’Italia.
Sergio Santoro
















