Pubblicato in: Gio, Dic 4th, 2014

Burocrazia/Macchina infernale da combattere o qualificato servizio ai cittadini?

Alzi la mano chi non ha mai dovuto fare i conti, almeno una volta nella sua vita, con la burocrazia italiana. Questo mostro dai mille tentacoli che assilla incessante­mente ogni nostra attività, sia come cittadini, che come imprenditori, che come professio­nisti e come qualsiasi altro modo di operare nell’esistenza umana, è sempre in agguato, con le sue astruse regole, con i suoi rimandi sia temporali che di luogo, con la sua perenne ed incessante sequela di regole che mai sono conosciute appieno e spesso frutto solo di una percezione dello Stato obsoleta e retrograda. Ma la sua applicazione al governo dello Stato è stata sempre così? È sempre stata un modo ottuso di tarpare le ali di coloro che vogliono in qualche modo essere partecipi della vita economica, civile, professionale del nostro Stato? Effettivamente la burocrazia come viene vis­suta ed applicata in Italia non è assolutamente prodotto di ciò che effettivamente è uno stato burocratico nella sua accezione fondamenta­le. Infatti dagli studi di Max Weber si evince che l’organizzazione burocratica dello Stato è una forma di razionalità che opera in maniera spersonalizzata, rendendo evidenti i criteri di scelta della sua azione al fine di utilizzare e servirsi dei mezzi più adatti per il raggiungi­mento dei suoi scopi.

buro

Per il giurista e sociolo­go tedesco, la burocrazia, nella sua forma ide­ale, deve necessariamente essere composta da persone libere che possano svolgere i compiti loro affidati in maniera imparziale, in forma gerarchica, con funzioni chiaramente spe­cificate, vincolate da un contratto specifico, con massima specializzazione delle funzioni. Esse hanno un salario fisso commisurato alla funzione svolta, un rapporto di lavoro esclusivo o quasi, utilizzando i mezzi messi a loro disposizione dall’amministrazione che servono. Importante in questa concezione della burocrazia è la cosiddetta impersonalità formalistica che assume come fondamentale il concetto dell’esercizio di un ufficio da parte di un qualsiasi funzionario ideale in modo uguale sia per forma che per persona. In altri termini il vero funzionario di una “sana” burocrazia è colui il quale è in grado di operare nel suo specifico ufficio in maniera oggettiva e allo stesso di modo di chiunque altro si trovi nella stessa situazione. Tale modello di burocrazia, delineato nei suoi aspetti più essenziali, è affidato alle pubbliche amministrazioni degli stati occi­dentali. E quindi anche dell’Italia. 

Sergio Santoro

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