Pubblicato in: Ven, Ott 19th, 2012

Cattedrale:Torna a risplendere la tela del Tiso

Cattedrale: Il Restauro del dipinto dell’Assunta

Il 26 luglio scorso è terminato il restauro (iniziato il 18 aprile del 2012) del grande dipinto su tela (370×570 cm.) raffigurante l’Assunta e posizionato sulla parete di fondo del coro della Cattedrale leccese. L’autore è Oronzo Tiso uno dei più importanti pittori della storia dell’arte di Terra d’Otranto; il dipinto fu voluto da mons. Alfonso Sozy Carafa, Vescovo di Lecce dal 1751 al 1783.

L’opera di restauro è stata condotta da Adria­na Falco in collaborazione con Giuseppe Trit­to e Marco Fiorillo; non vanno, poi, dimen­ticati: la dott.ssa A. Di Marzo che per conto della Soprintendenza BSAE di Bari ha seguito tutte le fasi del restauro ed il responsabile del procedimento l’architetto Giuseppe Fiorillo.

Sul dipinto prima del restauro erano una coro­na di ottone con pietre dure ed una collana in oro rosso non originali. Tolte la collana, la co­rona e la cornice, si è provveduto alla velinatu­ra, a smontare il dipinto dal telaio, ad eseguire la pulitura del retrotela ed il suo consolida­mento. Il dipinto è stato poi foderato per dare consistenza alla tela (in lino, molto sottile). Le fasi successive sono state: la svelinatura, la pu­litura (da polveri ed altre sostanze di deposito, vernici ossidate, un 30% circa di ridipinture), la stuccatura (gesso di Bologna e colla di coniglio), la rasatura, il ritocco con la tecnica a rigatino ed infine la verniciatura.

Altro aspetto importante del restauro è stata l’adozione di un telaio in alluminio. Chiunque, anche senza avere troppa dimestichezza con le problema­tiche del restauro, potrebbe comprendere il perché dell’uso dell’alluminio se solo pensasse a quali conseguenze (più o meno fastidiose) possano avere le variazioni della temperatura ed umidità relativa dell’aria sul corpo umano. Non meno “fastidio” che per l’essere umano potrebbero provare infatti la tela ed il telaio in legno di un quadro.

Un telaio in alluminio, invece, oltre che essere inattaccabile dai tarli ha il vantaggio sia di contenere le deforma­zioni tipiche delle tele di grandi dimensioni (e quella del Tiso è di grandi dimensioni) sia di assecondare le variazioni della temperatura ed umidità attraverso con un tensionamento continuo della tela stessa. L’ultima fase, prima del riposizionamento del quadro, è stata quella di rimontare la cornice in legno caratterizzata da un rivestimento in foglia d’argento mecca­ta (la meccatura è un effetto dorato ottenuto attraverso l’uso di vernici).

Fabio Grasso

Lascia un commento

XHTML: You can use these html tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

 

Gli articoli più letti