Cesare Augusto Lucrezio, “Maestro della Plastica e del Disegno, Padrone del Colore”
TRE MARIE AI PIEDI DELLA CROCE…
Le Marie ai piedi della Croce, 1931, olio-Monteroni-Matrice
Cesare Augusto Lucrezio (o De Lucrezi) nacque a Lecce il 20 maggio 1880 dal celebre cartapestaio Achille e da Maria Potenza. Ben presto apprese i primi rudimenti dell’arte del padre e di Stanislao Sidoti (1837-1922) e Raffaele Maccagnani (1841-1925). Nel 1901 si trasferì a Roma dove studiò presso il Regio Istituto di Belle Arti, in seguito raggiunse Firenze per frequentare la Scuola Libera di Nudo, annessa all’Istituto delle Belle Arti. Nel 1906 tornò a Lecce per assumere la direzione artistica dello Stabilimento paterno.
Madonna del Buon Consiglio – Achille De Lecrezi & Figlio 1900
Nel 1908, secondo Mario De Marco, egli fu iniziato alla Loggia massonica “Mario Pagano” ottenendo il grado di Maestro il 19 luglio 1910. Molto intensa fu l’attività espositiva di questo artista poliedrico; egli, infatti, tra il 1923 e il 1956, fu spesso presente alle Biennali di Gallipoli e di Lecce e alle sindacali provinciali e interprovinciali di Lecce, Taranto e Bari in numerose occasioni dal 1936 al 1943. Nonostante gli spostamenti dovuti alle numerose attività espositive (basti pensare alla mostra a Roma del 1939 presso la Galleria Roma), Cesare Augusto lavorò principalmente a Lecce dove ricoprì la cattedra di Disegno presso la Regia Scuola di Avviamento Professionale già dal 1933. Per lunghi periodi della sua vita soggiornò in una villa di Monteroni sulla strada che conduce ad Arnesano. Il professor Lucrezio partecipò attivamente alla vita artistica monteronese fin dagli inizi del Novecento, dove lasciò, peraltro, alcune opere d’arte nella Parrocchiale.
Pietà, 1951,graffito, Monteroni-Cimitero-Cappella Manca
Al Lucrezio, infatti, si deve la stupenda statua in cartapesta policroma raffigurante la Madonna del Buon Consiglio, opera realizzata nel 1900 insieme al padre. Nella stessa chiesa si può ammirare il dipinto raffigurante il Transito di Sant’Antonio di Padova, opera datata 1931 e firmata in basso a destra, che è collocata nell’omonimo altare. Al medesimo artista si deve, ancora, una bella tela raffigurante Le Marie ai piedi della Croce, realizzata nel 1941, esposta alla Mostra d’Arte Sacra che si tenne in occasione del XV Congresso Eucaristico Nazionale di Lecce. Quest’ultimo dipinto fu acquistato dal farmacista Angelo Nicolini in ricordo dell’amata moglie, scomparsa in quel tempo, in seguito entrò nella disponibilità della famiglia Carretti-Nicolini finché, in tempi recenti, grazie alla disponibilità della Signora Maria Grazia Carretti, ha arricchito la quadreria della Parrocchia Matrice di Monteroni.
Transito S. Antonio, 1931, olio, Monteroni-Matrice
Alla magnanimità della Signora Carretti si deve anche l’acquisizione al patrimonio artistico della Parrocchia monteronese di un disegno acquerellato raffigurante uno Studio d’altare, che l’artista realizzò per la stessa famiglia Carretti-Nicolini in occasione della costruzione della cappella gentilizia nel cimitero di Monteroni. Il Lucrezio, infine, collaborò attivamente con gli Ingegneri Luigi Pennetta e Mario Sarno e col Geometra Antonio Manca durante la progettazione e la costruzione della chiesa dedicata alla Madonna Ausiliatrice, fornendo i disegni per il portale d’ingresso della stessa chiesa monteronese.
Transito S. Antonio, 1931, olio, Monteroni-Matrice
Per quest’ultimo edificio sacro realizzò negli anni ’60 del Novecento un altorilievo per la lunetta della porta di accesso alla sacrestia. La collaborazione col geometra Manca gli fruttò la commissione di un graffito raffigurante la Pietà, posto sulla facciata della cappella gentilizia nel cimitero di Monteroni, che appartiene alla famiglia dello stesso professionista. Così si espresse Pietro Marti nel dicembre 1923 sulla Rivista quindicinale “Fede” a proposito della II Mostra d’Arte che si tenne a Gallipoli: “ […] il sicuro ed impeccabile maestro della plastica e del disegno; colui che aveva limitato per lunghi anni la feconda operosità nel campo dell’insegnamento pubblico e privato, senza aspirazione alla rinomanza Pittorica, si rivelava d’improvviso padrone della tecnica e del colore.
Villa Romana, 1931, Olio su tavola, cm 33,5×43,9
A furia di comparazione ostinata, si può dire che i suoi cieli sono a volte uniformi, che le sue marine mancano qua e là di trasparenza, che si compiace spesso dei contrasti risentiti fra luci ed ombre, ma bisogna sempre inchinarsi dinanzi alla sicurezza della linea, alla freschezza dal tono, alla spontaneità della virtù rappresentativa. Egli è fra i pochissimi, che riescono a mettersi in immediata corrispondenza di sentimento estetico con chi ammira le sue tele. Si addimostrava sicuro anche nel ritratto, e, a farne fede, bastava un bistro, trattato con sincera padronanza […]”. Lucrezio morì a Lecce il 10 febbraio 1965.
Giuseppe Mancarella























