Pubblicato in: Sab, Mar 21st, 2015

Discepole del Sacro Cuore… Serve dell’Educazione

 La Congregazione leccese fondata dalla Serva di Dio Santina Addolorata De Pascali.  

In una serena giornata di marzo inoltrato, nell’este­sa e solatia villa immersa nel verde dei sobborghi di Lecce, incontriamo la comunità delle suore Discepole del S. Cuore, che con affabile accoglienza ci introducono nel loro Istituto. “L’identità della Congregazione è chiaramente espressa dalle parole di Gesù: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”. È la carità verso il prossimo, amare, donare Cristo con sem­plicità, umiltà e carità. Cono­scere il Cuore di Cristo, farlo conoscere attraverso anche le nostre opere”. Così spiega la superiora, madre Giulia Cavallo. Animate dallo spirito apostolico della fondatrice, le suore vivo­no con radicalità la vita nuova delle beatitudini, annuncian­do e testimoniando la Buona Novella della Redenzione. Si dedicano alla formazione cri­stiana e all’educazione culturale e sociale.

Istituto

Si applicano a pro­muovere il bene del prossimo tenendo asili infantili, scuole e doposcuola, collegi, educan­dati, orfanotrofi, pensionati, laboratori e si adoprano nelle opere catechistiche, l’Azione Cattolica e la diffusione della buona stampa, nonché nelle missioni, leggendo metafori­camente i segni dei tempi ai vari bisognosi: ragazze madri, giovani in difficoltà, infermi negli ospedali. “La S. Sede ha riconosciuto e ha dato la sua approvazione nel 1973, per cui tutto il lasso di tempo dalla fondazione al ’73 per la fondatrice è stato costel­lato da momenti di tribolazione, di travaglio. Mons. Minerva, quando arrivò a Lecce, la allontanò dalla città e lei ebbe l’approvazione di un altro grande pastore della Chiesa, mons. Costa, che l’ha accolta a Cosenza, le ha dato coraggio, speranza e vita”. Sono 110 suo­re in tutto il mondo e a Lecce hanno tre Case: la Generalizia con 15 suore, la Casa di riposo con 5 suore, la scuola dell’in­fanzia paritaria e di accoglien­za dei giovani o persone che hanno parenti ricoverati a Villa Verde con 5 suore. Inoltre 3 consacrate in Acaya nella scuo­la dell’Infanzia: quella è Casa Madre. Le altre sono sparse in Italia, dove se ne contano 60. Alla Madre rivolgiamo alcune domande chiarificatrici.

LA GIORNATA TIPO

La mattina, sveglia alle 6 meno un quarto, alle 6.30 in Cappella, alle 7 recita delle Lodi, meditazione, S. Messa, alle 7.30 colazio­ne. Dopo, ogni suora si dirige nel suo ufficio: alla scuola dell’Infanzia ad Acaya e a Lecce, l’infer­miera si dedica prima alle consorelle malate e poi a tutti i bambini, alle mamme ospitate e poi a ciò che concerne la parte sanita­ria, mentre le altre suore provvedono alla cucina, alla portineria. Non tutte alle 12.30 si ritrovano per il pranzo, però alle 16.00 c’è l’incontro fraterno comunitario: preghiera dei Vespri, alle 19.30 cena, poi la Compieta e tempo libero personale per esaminarsi e riflettere su quello che è stato compiuto e ciò che occorre fare la giornata successiva.

LA FONDATRICE

Suor Santina Addolorata De Pascali nasce da nobile famiglia cristiana ad Acquarica di Lecce il 20 giugno 1897 e muore nel capoluogo il 13 maggio 1976. Da giovane, nella chiesa dei SS. Nicolò e Cataldo decide di farsi suora, per dedicarsi interamente al servizio di Dio. Viene educata nell’Istituto Margherita di Savoia che ne plasma la perso­nalità ed il 4 febbraio 1920, a ventidue anni, entra tra le Compassioniste, rimanendovi circa 10 anni come religio­sa e uscendovene, perché ispirata a fondare “le Suore Discepole del Sacro Cuore” con Madre Teresa Starace in Acaya, in una casa donata dalla sua famiglia. Si dedica a tutti i bambini che i genitori le affidano, mentre lavorano nei campi e cucina per molte persone indigenti. Ne scaturisce il suo annuncio di vita, l’amore per i più poveri, i bambi­ni abbandonati e gli infermi. Infatti, dopo Acaya, viene ad aprire a Lecce l’attuale Casa di riposo (è una Rssa, quando prima era una clinica) e, inseguito, l’odierna Casa Generalizia per accogliere tutte le bambine orfane.

Statua

Per suo volere, non porta quest’ultima a Roma, ma la lascia in Puglia, a Lecce. Vivendo in una zona decentrata, forse, la Madre già precorre i tempi attuali in cui Papa Francesco dice “Uscite ed andate nella periferia”. Suor Santina vive di preghiera e della perfetta osservanza della Regola. La sua vita è “nascosta con Cristo in Dio”, perché certa che il dialogo dell’intimità tra Dio e una creatura può essere colto attraverso frammenti di verità e di silenzio. La sua scelta radicale di vivere con Cristo crocifisso che ha aperto il suo Cuore Divino sulla Croce, la induce a dare alla sua Comunità il titolo “Discepole Del Sacro Cuore”. Questo è il compendio dello spirito e del programma trasmesso alla Comunità da lei fondata, perché tutte e ognuna delle com­ponenti sappiano rivestirsi della luce che irradia dal Cuore di Gesù. Si può dire che ha fatto propria la raccomanda­zione di San Paolo: “Siate umili imitatori come io lo sono stato di Cristo”. Nel 1981 spende gli ultimi momenti della sua vita per la guarigione di S. Giovanni Paolo II. Ed ecco come una donna semplice, tenace, forte, timorata di Dio ha dato inizio e vita a questa piccola congregazione, che vanta di avere 18 Case sparse in Italia, a Lugano e nella grande Missione del Madagascar, dove se ne contano 6.

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