Comunicazione/TV e Carta Stampata resistono all’assalto della Rete
Le informazioni veicolate sono in costante aumento, grazie ad Internet, e sono a disposizione di fasce sempre più ampie di popolazione.
Come s’informa la gente? Quali mezzi usa? Rispondere a questi interrogativi è semplice e difficile allo stesso tempo. Semplice dal punto di vista puramente quantitativo. Le più recenti indagini di mercato ci dicono che Internet cresce come mezzo di informazione, anche se la Rete resta ancora al terzo posto tra gli strumenti usati dagli italiani per accedere alle notizie. Secondo uno studio Swg il 40% degli italiani – a fronte del 46% della media europea – s’informa online, l’80% con le tv, il 44% sulla carta stampata. La ricerca Swg trova conferma nel Rapporto Censis 2015 sull’uso dei mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi, in Italia. Seppur a fronte del boom di smartphone e tablet, la tv ha come telespettatori la quasi totalità della popolazione, con un rafforzamento del pubblico delle nuove televisioni (web tv, mobile tv e tv satellitari). Continua, invece, il ciclo negativo per la carta stampata con -1,6% i lettori dei quotidiani rispetto al 2013, mentre sono in crescita i contatti dei quotidiani online (+2,6%) e degli altri portali web di informazione (+4,9%). Le prime cinque fonti di informazione usate dagli italiani sono i telegiornali (76,5%), i giornali radio (52%), i motori di ricerca su Internet come Google (51,4%), le tv all news (50,9%) e Facebook (43,7%). La gerarchia cambia tra i giovani: al primo posto si trova Facebook (71,1%), al secondo Google (68,7%) e solo al terzo i telegiornali (68,5%). Passare dall’aspetto quantitativo a quello qualitativo, significa valutare l’impatto che sul sistema complessivo della ricerca, elaborazione e diffusione delle news finisce con l’avere la progressiva riduzione delle risorse economiche, dal momento che l’offerta dell’informazione on-line è quasi sempre a titolo gratuito e che la carta stampata subisce i colpi contestuali del crollo delle entrate per copie vendute e pubblicità.
Nell’attuale situazione socio-economica, decisivo resta il versante pubblicitario come fonte di finanziamento, ma, allo stato dei fatti, si tratta di un canale attraverso il quale transitano ancora risorse insufficienti. Si determina, così, un quadro contraddittorio: se, da un lato, la diffusione dell’informazione online genera notizie a costo quasi nullo per i cittadini, dall’altro lato, la riduzione delle fonti di reddito, con la pratica impossibilità di garantire retribuzioni adeguate a seri e affidabili professionisti del settore, rischia di danneggiare la qualità dell’informazione. Questo è tanto più vero in una realtà, come quella italiana, in coda alla classifica dei grandi paesi Ue per i ricavi da pubblicità on-line sui quali, va ricordato, deve ormai reggersi anche la carta stampata grazie ad un processo di integrazione virtuosa con Internet. In conclusione. Le informazioni veicolate sono in costante aumento, grazie ad Internet, e sono a disposizione di fasce sempre più ampie di popolazione: nasce e si diffonde una sorta di “giornalismo democratico” del quale non bisognerebbe avere paura, ma sul quale sarebbe bene accendere i riflettori della professionalità, senza la quale l’informazione rischia di diventare un albero rinsecchito, capace, alla lunga, di dare frutti avvelenati per l’intera società.
Adelmo Gaetani

















