Contro il senso della fame niente più farmaci nocivi ma pasti lenti e un po’ di sport
A colloquio con il Dott. Cristiano Montinaro, Dietologo: oggi è sempre più raro che si resti a tavola per almeno trenta minuti.
“Ci sono alimenti a base di fibre che espandono lo stomaco e danno senso di appagamento molto prima: legumi, zenzero in confetti, orzo perlato, cereali integrali, riso e mandorle”.
Nella società moderna, la difficoltà nel seguire un’alimentazione sana è raramente dovuta alla scarsa resistenza allo stimolo della fame, quanto piuttosto imputabile alle mille tentazioni alle quali si è sottoposti nel corso della giornata e a cui, in condizioni normali, si è abituati a cedere. Al dietologo dottor Cristiano Montinaro abbiamo domandato delucidazioni sui farmaci antifame, in particolar modo quelli vietati dalla dieta.
Dottore, da cosa deriva il senso della fame?
Dipende direttamente da alcuni centri ipotalamici cerebrali, che sono le ghiandole dell’ipotalamo e dell’ipofisi. Queste stimolano il soggetto alla ricerca di cibo. Chiaramente i due centri suddetti vengono influenzati a livello neurologico. Vengono, quindi, innervati da neuroni, che, se la fame inizia a farsi sentire, immediatamente sono spinti a trasmettere messaggi al cervello sollecitando il soggetto ad alimentarsi in maniera spropositata.
Oggi molti farmaci che possono attenuare la fame agendo direttamente sul sistema nervoso centrale non sono più in commercio perché pericolosi. Quali sono i farmaci disponibili e quali no?
Bisogna distinguere tra farmaci da banco acquistabili senza problemi e quelli sotto prescrizione medica. Di questi ultimi i più conosciuti sono tutti i derivati da anfetamine, sostanze chimiche che in realtà nel prosieguo della dietoterapia e nell’integrazione con dietoterapia potrebbero causare seri danni. Sono la fendimetrazina, la sibutramina, vietata prima, dopo rimessa in commercio dal 2002, reiserita con il nome di Reductil in compresse, di classe C e l’orlistat, detta Xenical, farmaci oggi ancora in commercio, ma che giustamente il Ministero della Salute ha vietato perché, è vero che inibiscono il senso di fame, ma hanno effetti collaterali molto spesso nel bugiardino non inseriti. Causano, infatti, una dipendenza fisica e psicologica, irritabilità, tremore, palpitazione, aritmie. Questi farmaci, nati per curare una grande obesità (indice di massa corporea superiore a 30), poi sono stati introdotti in commercio per una situazione incontrollata di prescrizioni. Adesso sono anche assunti da soggetti normali, che pesano poco o hanno un normopeso stabilizzato e che rischiano gravi conseguenze pur non avendone bisogno.
Qual è la differenza tra farmaci ed integratori antifame?
Il farmaco ha una farmacogenetica, agisce a livello neuroendocrino e cerebrale. Gli integratori sono degli estratti di piante, naturali e hanno sicuramente diversa azione del farmaco e meno incisiva. Tra gli integratori antifame più utilizzati ci sono: crusca, pectina, gomma di guar, psillio, semi di psillio, gomma karaya, agar agar, glucomannano, algina ed acido alginico, farina di Konjac e carragenina. L’uso prolungato di integratori può arrivare a produrre effetti indesiderati. Ciò che andiamo a comprare senza prescrizione è dannosissimo, fa malissimo. Una prescrizione medica rappresenta una sicurezza in più, scaturendo da una valutazione clinica del soggetto, cosa da cui il “fai da te” non è supportato.
Quali sono i prodotti antifame naturali?
Rimedi che spesso adotto in studio sono i naturali per innalzare, innanzitutto, l’indice di sazietà. Ci sono alimenti che hanno una densità maggiore, satollano nel momento in cui si assumono. Sono quelli ricchi di fibre, ad es. i legumi, zenzero in confetto, l’orzo perlato, cereali integrali, il riso, le mandorle. Il caffè e il thè stimolano la termogenesi. L’avocado dà sensazione di pienezza, la cannella controlla spesso l’appetito, anche in un soggetto che ha uno stress psicofisico. Queste fibre espandono lo stomaco, danno senso di appagamento molto prima.
Ci sono altre strategie antifame?
Prima di tutto, mangiare lentamente: un pasto va consumato almeno con una tempistica di 30 minuti, cosa che oggi è rara; poi, praticare anche un po’ di sport, che aiuta a livello mentale, la corsa è un antidepressivo naturale; non mangiare pasti principali soltanto, per non arrivare a pranzo o a cena con un appetito irresistibile, quindi fare spuntino e merenda; mangiare finocchio o mela o un ortaggio, bere molto , consumare gli antiossidanti naturali, antibiotici naturali, aglio, cipolla, tutte le brassicaceae: cavolfiore, rapa, verza, che hanno proprietà anche antitumorali.


















