Diritto alla Salute… Viaggi della Speranza e Cude
VIAGGI DELLA SPERANZA/MA DAL SUD AD ATENE…
E LA CHIAMANO SANITÀ DI PUGLIA
Angela Bianco, la ragazza di 26 anni di Casal Velino, in provincia di Salerno, colpita al quinto mese di gravidanza da un tumore al cervello, alla quale venne proposto di abortire per salvarsi, è stata operata ed è viva, insieme a sua figlia. Questa è la buona notizia di oggi. Che sia accaduto ad Atene, piuttosto che in Italia, conta certamente, ma fino ad un certo punto, di fronte al coraggio e alla forza interiore di questa giovane mamma che, nella scelta di non sopprimere una vita, ha avuto accanto suo marito e i suoi familiari.
Per salvare se stessa e la sua bambina, Angela aveva bisogno di una macchina robotica dal nome impossibile, Cyberknife, in grado di colpire le cellule tumorali senza intaccare quelle sane. È un sistema in uso all’Ospedale di Vicenza da dieci anni, nel corso dei quali sono stati trattati oltre 2 mila pazienti. Angela s’informa e scopre che a due passi da casa sua, in una clinica privata e convenzionata di Bari, l’apparecchiatura esiste. Chiede di essere ricoverata e lo ottiene. Non le dicono che la macchina giace lì da due anni, in attesa che la Regione Puglia conceda l’autorizzazione di usarla.
Inizia l’iter burocratico. L’Assessore alla Sanità chiede una prima relazione tecnica, poi il consenso informato da parte di Angela, poi viene nominata una commissione di esperti, poi viene chiesta la sottoscrizione autenticata del consenso informato e una seconda relazione. Infine, l’annuncio che la commissione di esperti esprimerà il suo parere, sottoposto al vaglio dell’autorità politica. Angela è esausta. Si sottrae a questo meccanismo perverso e surreale. Firma le dimissioni volontarie e torna a casa. Ha un’urgenza: salvare la vita che ha in grembo e salvare se stessa. Ci è riuscita, lontana dall’incubo nel quale era caduta.
Dalla clinica di Atene, i suoi familiari danno solo la notizia che l’operazione è andata a buon fine. Nessun commento sulle beghe burocratiche e sulle decisioni politiche. Lo facciamo noi, per un momento. Senza dare giudizi. Non è nostro compito. Facciamo parlare i fatti. La Puglia, nell’anno 2011, registrava un disavanzo sulla sanità – a cui è destinato il 90% del bilancio regionale – di 1 miliardo e 103 milioni di euro. Inizia un piano di rientro, che chiude ospedali e posti letto.
C’è appunto un privato convenzionato che acquista in quello stesso anno – immaginiamo con il concorso dell’Ente pubblico – una macchina che può salvare la vita a migliaia di persone. Nel corso di due anni non si trova il tempo di rilasciare le autorizzazioni e l’apparecchiatura rimane inutilizzata. Come vogliamo chiamarlo? Se non vogliamo chiamarlo spreco, troviamo un altro nome?
C’è poi un altro dato su cui riflettere. La situazione della Puglia, insieme a quella dell’intero Sud, fa parte di un contesto nel quale vengono spesi 114,5 miliardi – il 14,2% della spesa pubblica totale, dati relativi al 2012 – senza garantire il diritto costituzionale alla salute, com’è provato dal fatto che una percentuale sempre maggiore di persone si rivolge al privato. Nel caso di Angela non ha funzionato neanche il privato, che accoglie una paziente senza dirle che la macchina che la può salvare, che pur esiste al suo interno, non è mai stata usata. Che la Grecia, nonostante la crisi economica, sia più all’avanguardia e più civile del Sud italiano, è una valutazione da non trascurare.
Roberto Rea
















