Pubblicato in: Ven, Mag 2nd, 2014

Discariche abusive/Cinque detenuti addetti alle bonifiche

Il risultato di un accordo tra il Comune di Lecce e “Borgo San Nicola” per l’eliminazione delle discariche abusive. 

L’esperto Maggiotto/Danni per il paesaggio ma soprattutto per l’ambiente e per l’uomo. Scaricare materiale come l’amianto vuol dire disperdere veleni nell’atmosfera.

Una discarica, in generale, è un’ “area adibita a smaltimento dei rifiuti mediante operazioni di de­posito sul suolo o nel suolo, com­presa la zona interna al luogo di produzione dei rifiuti adibita allo smaltimento dei medesimi da parte del produttore stesso, nonché qualsiasi area ove i ri­fiuti siano sottoposti a deposito temporaneo per più di un anno”. Secondo la Corte di Cas­sazione, l’individuazione di una discarica abusiva richiede l’accertamento di: una condotta non occasionale di accumulo di rifiuti; lo scarico ripetuto; il de­grado permanente dello stato dei luoghi; la definitività dell’abbandono dei rifiuti medesimi. Il reato di discarica abusiva è punito dall’art. 256: con la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o con l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro se si tratta di rifiuti non pericolosi; con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammen­da da 2.600 euro a 26.000 euro se si tratta di rifiuti pericolosi. Ne consegue la confisca dell’a­rea sulla quale è realizzata la discarica abusiva se di proprietà dell’autore o del compartecipe al reato, con gli obblighi di bo­nifica o di ripristino dello stato dei luoghi.

discarica

Il deposito di rifiuti è definito temporaneo solo in que­ste condizioni: i rifiuti depositati non devono contenere policloro­dibenzodiossine, policlorodiben­zofurani, policlorodibenzofenoli in quantità superiore a 2,5 parti per milione (ppm), né policlo­robifenile e policlorotrifenili in quantità superiore a 25 parti per milione (ppm); i rifiuti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o di smal­timento almeno ogni tre mesi, indipendentemente dalle quan­tità in deposito; in ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti pericolosi non superi i 10 metri cubi l’anno e il quantitativo di rifiuti non pericolosi non superi i 20 metri cubi l’anno, il depo­sito temporaneo non può avere durata superiore ad un anno; il deposito temporaneo deve esse­re effettuato per categorie omo­genee di rifiuti; devono essere rispettate le norme che discipli­nano l’imballaggio e l’etichetta­tura delle sostanze pericolose; Si è in presenza di: un deposito preliminare, se il collocamento dei rifiuti è presupposto di un’o­perazione di smaltimento; un deposito incontrollato od abban­donato, sanzionato, amministra­tivamente o penalmente, quan­do i rifiuti non sono destinati ad operazioni di smaltimento o di recupero; una discarica abusiva, quando l’abbandono è reiterato nel tempo e rilevante in termini spaziali e quantitativi. Pertan­to, ad esempio, l’abbandono di rifiuti “alla rinfusa” e non per categorie omogenee, esclude la definibilità del cosiddetto depo­sito come temporaneo o regola­re e integra il crimine di gestio­ne di discarica abusiva.

All’esperto Giuseppe Mag­giotto abbiamo posto alcu­ne domande sulle discari­che abusive. Dottore, cosa contengono?

Per lo più resti di pneuma­tici, amianto, vernici, materiale di risulta, resti di sanitari dome­stici, indumenti, elettrodome­ stici, stralci di potatura, pezzi d’arredamento, materassi, pelu­ches e altro ancora: questo la­scia intendere l’eterogeneità dei rifiuti appena menzionata. Da cittadino leccese in particola­re, mi fa riflettere l’espressione “degrado dei luoghi ove i rifiuti sono scaricati”.

Perché?

Purtroppo nel nostro terri­torio la realtà delle discariche abusive è sotto gli occhi di tutti noi. Basta fare una passeggia­ta in auto o in bicicletta per le nostre campagne, che inevita­bilmente ci si imbatte in cumu­li di rifiuti a bordo strada, che stridono con il paesaggio natu­ralistico e rurale del territorio salentino. Tali luoghi pertanto vengono degradati, perdendo così la loro caratteristica bel­lezza incontaminata.

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Quali sono i danni causati dalle discariche abusive?

Sicuramente l’impatto vi­sivo a livello paesaggistico, danneggia pesantemente una terra come il Salento che sulla genuinità e conservazione dei luoghi naturali fonda oggi gran parte della propria visibilità e attrazione a livello naziona­le ed internazionale. A livello ambientale, gli impatti sono multipli e soprattutto, bisogna sottolineare che i danni infer­ti alla natura, ritornano poi all’uomo come un boomerang. Scaricare materiale composto da amianto ad esempio, vuol dire disperdere nell’atmosfe­ra fibre che, una volta inalate, espongono fortemente al rischio di tumori polmonari. Durante la stagione estiva, molti sono gli incendi incontrollati nelle no­stre campagne: gli pneumatici sono fonte di rilascio di dios­sina (cancerogena) nell’aria, generata in conseguenza della loro combustione. Inoltre poi l’azione della pioggia, favorisce la formazione del percolato, un liquido tossico che trae origine dall’infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti (o dalla decom­posizione degli stessi) e che va ad intaccare le falde idriche del sottosuolo.

Cosa si può fare per porre rimedio prima, anziché in­tervenire successivamente?

Bisogna puntare sulla colla­borazione da parte dei cittadini facendo passare il messaggio che disfarsi di un rifiuto in ma­niera così scorretta, crea un danno triplo, ambientale, sani­tario ed economico. A tal fine, può essere utile, aumentare l’in­formazione presso i cittadini, riguardo le già esistenti strut­ture, come le isole ecologiche, adibite per la raccolta dei rifiuti speciali. Sarebbe poi opportuno e lungimirante, investire nel set­tore dell’educazione ambientale nelle scuole per far comprende­re che, quello che consideriamo rifiuto, può essere ripensato per un possibile riutilizzo, successi­vamente per il recupero e, se ha terminato il suo ciclo di vita, ca­pire se può essere riciclato (tra­mite conferimento nei cassonetti per la raccolta differenziata) o, se non è possibile, smaltirlo correttamente. Rispettando que­sti passaggi, si riuscirà a dimi­nuire a monte il carico di rifiuti da eliminare contrastando così il fenomeno delle discariche abusive. 

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