Pubblicato in: Ven, Gen 30th, 2015

Don Ugo nel ricordo dei Confratelli Sacerdoti

A Trentatré anni di distanza dalla morte, la figura di Don Ugo continua ad essere punto di riferimento e motivo di riflessione non solo per chi ha avuto la possibilità di conoscerlo, ma anche per chi, molto giovane, si è accostato a lui attraverso la lettura degli scritti. Ciò è testimoniato da quanto i confratelli hanno posto in rilievo nelle omelie pronunciate durante le Celebrazioni Eucaristiche, tenutesi in questi anni nella Basilica del Rosario, per la Canonizza­zione del Servo di Dio. Ricordi personali legati a circostanze particolari o ad una lunga frequentazione si intrecciano, pertanto, con note e sottolineature proposte da giovani sacerdoti, dando vita ad una conoscenza sempre più puntuale e feconda della personalità di questo Sacerdote della Chiesa di Lecce. Ecco alcuni aspetti essenziali…

Don Attilio Mesagne, 9 aprile 2013: “Vi co­munico quello che a me disse don Ugo appena ordinato sacerdote e dopo aver celebrato, in questa Basilica, la S. Messa dietro suo invito: “Mi raccomando, accada quel che accada, resta sempre al tuo posto, costi quel che costi”. Poi aggiunse: “resta sempre al tuo posto come uomo della Parola, della Preghiera e del Sacrificio. Pri­ma di tutto uomo, con la tua umanità”. Don Ugo lo ripeteva spesso: “tutto dipende dalla Parola e dalla preghiera”.

Don Egidio Buttazzo, 3 aprile 2012: “Guardare alla figura intellettuale, spirituale, presbiterale di don Ugo è per me stimolo per la santità. La verità che emerge dagli scritti di don Ugo è un continuo e accorato appello alla Sapienza di un Dio che si rivela Padre. L’incontro con l’Eucaristia trasfor­ma il vivere di don Ugo. Nelle sue parole sul mi­nistero presbiterale c’è un forte accento profetico, parole che risuonano nel cuore e nella mente”.

Don Luigi Manca, 13 settembre 2014: “Don Ugo, pur non essendo un liturgista o un biblista, della Parola di Dio sapeva individuare l’unità interna e la essenzialità del messaggio, collocarlo e offrirlo sempre in una dimensione educativa, formativa, addirittura, per-formativa. Di Agostino qualcuno ha scritto che nelle sue prediche non mirava a suscitare emozioni, ma a distribuire cibo. La stessa cosa mi sento di poter dire di don Ugo, avendolo io personalmente ascoltato nume­rose volte. Anche don Ugo ha esercitato per tanti anni il ministero della predicazione; è stato un impareggiabile formatore del popolo di Dio, dei laici associati, delle consacrate. Don Ugo posse­deva delle doti intellettuali davvero straordinarie che ha saputo mettere completamente a dispo­sizione del suo ministero sacerdotale. Anche la lingua italiana, con la sua grammatica e sintassi impeccabili, passando dal suo cuore amante e dalla sua mente adorante, veniva come incendiata e trasformata essa stessa in un fuoco d’amore che immediatamente infiammava il cuore di chi ascoltava. Penso che in don Ugo il dovere di “formare” la coscienza cristiana nelle persone fosse una priorità, qualunque mansione avesse ricoperto. Per questo motivo, tutta la ricchezza dottrinale e spirituale da lui assorbita negli anni della formazione in Seminario e negli anni del ministero, giorno per giorno, nella preghiera, nel­lo studio, nella meditazione, tutto da lui venisse messo, come si suol dire, “in uscita”, messo a disposizione per la fruibilità altrui”.

ugo de blasi

Don Stefano Spedicato, 6 marzo 2012: “La morte colse don Ugo improvvisamente mentre recitava il rosario inginocchiato ai piedi dell’im­magine della Vergine del Rosario. Già nella sua morte ha realizzato quello che la Scrittura dice. Un uomo di preghiera non viene colto di sorpre­sa. Anche il momento della sua morte è diventato un momento luminoso di incontro con lo Sposo. Questa morte è un dono, è una grazia che non va presa con superficialità. Ne prendiamo atto grazie al Signore che trasfor­ma il momento più tenebroso nel momento più luminoso. Don Ugo ha compreso ciò che signi­fica essere Chiesa, comunità, famiglia, corpo di Cristo. Ha compreso che la Chiesa è un focolare d’amore. Maestro don Ugo perché discepolo, testimone perché si è lasciato illuminare, santo perché così l’ha voluto il Padre”.

Padre Tommaso Leopizzi, o.f.m., 6 febbraio 2013: “Avverto il bisogno, questa sera, di mani­festare in maniera ufficiale la mia profonda gratitudine per il servizio altissimo che don Ugo ha prestato per oltre 10 anni nella formazione teologica e di vita morale presso lo Studen­tato francescano di Sant’An­tonio a Fulgenzio, a beneficio di tanti giovani frati avviati al sacerdozio. Don Ugo discepolo di Gesù, testimone della fede, ha svolto il ruolo di maestro e come maestro appariva ed era sincero e autentico testimone. In lui non c’era frammentazio­ne e discontinuità, ma le varie componenti umane e spirituali della sua persona facevano tra­sparire sempre un portamento fatto di armonia e di coerenza, unito ad un tratto di spirituale nobiltà. In conclusione, don Ugo appariva ai nostri sguardi di giovani studenti già “un uomo di Dio”.

Don Mino Arnesano, 4 dicem­bre 2012: “Mentre sfogliavo le pagine dell’ultima raccolta degli scritti del Servo di Dio “Ardere e risplendere” con gioia ho sentito questo santo sacerdote vicino, soprattutto ho avvertito la bellezza di una vita completamente donata a Dio e ai fratelli e non vi nascondo che ho avvertito la responsabilità del dono che pochi mesi fa ho ricevuto, del sacerdozio ministeriale, quello stesso dono che don Ugo ha esercitato per 41 anni. Lo sento come modello vero di quella fedeltà di ascolto del Signore che deve motivare la mia vita ed esprimere nella concretezza del mio servizio quotidiano il fascino accattivante della san­tità. Quanta sapienza, quanta ricchezza di dottrina, quanto anelito di santità, quanta ric­chezza di mistero contemplato ed annunziato”.

Don Gino Sergio, 3 novembre 2014: “Io vorrei ricordare don Ugo come la persona del silen­zio, la persona della preghiera, la persona del servizio, la persona dell’umiltà. La sua più grande caratteri­stica = l’umiltà. Ho il ricordo di quando ero seminarista: incontrando don Ugo noi e tutti i sacerdoti ci toglievamo il cappello e don Ugo ci precede­va in questo. Don Ugo era rac­colto ma attento a salutare chi incontrava. È stato padre spiri­tuale di noi ragazzi seminaristi e tutti lo ricordiamo per la sua semplicità e umiltà. Non posso non ricordare don Ugo vicino all’altare con il suo tavolino e accanto l’inginocchiatoio pron­to ad accogliere ed ascoltare le persone che chiedevano consi­gli o la confessione. Maestro di vita spirituale nel ministero del confessionale, diceva poche parole ma profonde e pene­tranti”.

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