Pubblicato in: Lun, Ago 24th, 2015

Essere Martiri oggi nel segno della Pace

Ingrediente essenziale dell’esperienza cristiana. 

Nella storia della Chiesa, dalle origini ai nostri giorni il martirio rappresenta l’ingrediente essenziale della vita cri­stiana. Non c’è Chiesa senza martirio, essendo Cristo, il suo fondatore il primo martire e, di seguito tanti suoi discepoli, lo hanno seguito fino a dare come Lui la vita per i fratelli. Pur non essendo tutti i cristiani martiri, il martirio si nutre della vita cristiana. S. Agostino era solito dire: “Non tutti i fedeli sono martiri, ma i martiri proprio perché furo­no fedeli sono stati anche martiri”. Il concetto di martirio cristiano si fonda su questo presupposti; senza snaturarne il signi­ficato originario, il concetto di martirio è così incluso nell’essere semplicemente cristiano. Una vita cristiana anche se non si conclude con l’effusione del sangue, per essere autenti­ca deve contenere la predisposizione a dare la vita per amore di Cristo e dei fratelli. In altri termini, la vita cristiana, in quanto tale, è di per sé una predisposizione al martirio. Questo è importante tenerlo ben chiaro oggi dal mo­mento che la Chiesa in alcune parti del mondo non è soggetta a persecuzioni fisiche ma è tenuta a offrire ugualmente una testimonianza limpida e coraggiosa della fede, della speranza e dell’amore che professa. Solo una vita cristiana che contiene una predisposizione al martirio fa risplendere la fede anche in quelle regioni del mondo dove i cristiani sono bersaglio dell’odio più cieco e della violenza più efferata.

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Lecce (Cattedrale) – Soffitto navata centrale

È la testimonianza che giunge a noi, credenti dell’Occidente, da parte di numerose piccole comunità, che sono minoranza, in diversi Paesi dove la religione islamica viene praticata in forma fanatica e intollerante. L’elenco è davvero lungo. Papa Francesco è tornato con vigore e con grande passione ad attirare l’attenzione del mondo intero su questo fenomeno ambivalente: da una parte manifestazione di assenza totale di ragione e di umanità (dalla parte di chi opera tali azioni criminali), dall’altra parte (dalla parte dei cristiani) come manifestazione di una fede luminosa e di un amore senza confine. Del martirio cristiano, oggi, è necessario anche mettere in evidenza l’aspetto della non violenza. Il martire subisce insulti, torture e la stessa uccisione senza nutrire odio per i suoi persecutori. Il martire è l’emblema della forza e della mansuetudine nello stesso tempo: della forza dell’amore che riesce a perdonare e ad amare anche il proprio carnefice. Vi è un abisso incolmabile con il concetto di martire che circola negli ambienti terroristici, la dove martire è chi si fa saltare in aria per procurare una strage. Se il martirio è una predisposizione essenziale della vita cristiana lo è anche l’essere miti e pacifici.

Luigi Manca

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