Pubblicato in: Sab, Giu 23rd, 2012

Facebook e gli adolescenti: ti incontro o ti contatto?/Parlano i giornalisti

 

Nella giungla dei social network/Opportunità o nuova schiavitù?

Le comunità virtuali costituiscono uno strumento proficuo per sviluppare rapporti interpersonali e conoscenze, ma che è, com’è noto, non privo di pericoli soprattutto per chi è meno preparato al discernimento e all’uso positivo della libertà. Una realtà da sostenere per gli aspetti positivi, ma anche fonte di preoccupazione, come evidenziano le testimonianze pervenute in questi giorni in redazione.

Un espisodio increscioso in una scuola milanese/Come ti insulto il professore con un click.

Riportiamo i pareri di due genitori milanesi intervi­stati dopo che il rinomato liceo frequentato dai loro figli li ha informati in maniera ufficiale di un increscioso episodio scritto tra le righe di Facebook ad opera del gruppo classe frequentato proprio dai lori figli. L’episodio consiste nelle gratuite offese di puro stampo goliardico, ma non per questo meno offensive, verso un insegnante della classe dei figli, il quale, del tutto ignaro delle attenzioni dei propri alunni, era venuto a sapere di essere oggetto di vituperio e ha chiesto pubbli­ca correzione e soddisfazione del danno di immagine a lui perpetrato.

GENITORE PRO:

è stato montato un caso esagerato su parole dette in un contesto privato (il gruppo di Facebook su cui poteva­no accedere solo gli alunni della classe) come semplice invenzione verbale di stampo goliardico. Il classico scherzo sul professore che ogni ragazzo ha sempre realiz­zato sui proprio insegnanti forse anche per esorcizzare la paura con cui manifesta­no il rispetto reale per lo stesso che non viene mai a mancare. Anzi, confondere l’insulto in un gruppo privato di Facebook con l’offesa personale, è una estensione del portato delle parole di un adolescente che con questo si vede controllato anche nella comunicazione privata e rischia di demonizzare uno strumento che invece risulta molto utile per integrare le lezioni e gli appunti scolasti­ci, nel supportare i compagni con problemi di frequenza (magari assenze per malattia) nel permettere uno scambio di risorse che non consuma carta ed inquina, ma usa il mondo digitale tanto comodo e poco costoso. Facebook quindi ha un ruolo di grande rilevanza nel supporto anche alla didattica e non si può assolutamente demonizzarlo per la stupidità di qualche adolescente goliardico anche se in maniera eccessiva.

GENITORI CONTRO:

ancora una volta è risulta­to evidente quello che può accadere fingendo un mondo alternativo di socialità che nella sua irrealtà trasforma anche il più delicato degli adolescenti in un finto spa­valdo bulletto verbale, che crede di potersi poi trincerare nella pretesa riservatezza di quello che ha scritto o nella idea di goliardia innocente. In realtà siccome il grup­po di alunni in questione è formato da ragazzi di ultimo anno ormai maggiorenni, la responsabilità delle proprie azioni e parole è sicuramente totale e visto che la traccia delle offese realizzate, anche ammettendo la natura goliar­dica e non virulenta, rimane a disposizione della polizia po­stale per il tempo necessario a prendere i provvedimenti tutti che la legge dello stato italiano permette di usare contro il danno di immagine, conviene accettare la gravità della cosa e non minimizzare alla ricerca di giustificazioni non convincenti. Facebook in questo caso è stato un luogo in cui sono rimasti scritti vituperi contro un profes­sionista che ha la legittima facoltà di tutelarsi e la scuola con lui. E’ l’ennesima prova che spesse volte permettere ai ragazzi un uso autonomo di un secondo mondo in cui si fingono relazioni con l’uso della parola e di immagini può creare l’arroganza di una presunzione di prevaricazio­ne assolutamente pericolosa.

Paola Colaci: “Cari mamma e papà, mettete ‘Mi piace’ pure voi”

A che ci serve giocare a nascondino quando c’è Farmville? A che ci serve suonare il campanello di casa per far scendere in strada l’amico se c’è la chat? E poi, diteci un pò, dove lo troviamo il tempo per una corsa in bici o una partita a pallone quando dobbiamo passare l’intera giornata a intrattenere rapporti virtuali e modificare un pro­filo che non ci piace più?

Ma sù, non siate pesanti, non puntate sempre il dito contro noi bambini e adolescenti. E poi, anche i nostri genitori sono d’accordo perchè ci tengono buoni in casa, chiusi nelle nostre camerette per ore senza nemmeno bisogno di spendere i soldi per una baby-sitter. Piuttosto che stare sempre a bacchettarci, fatevi Facebook!

MARCO RENNA: “Meglio in masseria a ‘taggare’ il latte fresco”

Il rischio della spersonalizzazione c’è, ed è un rischio reale, quindi un potenziale pericolo per tutti, ma l’antidoto, come in ogni cosa, è il senso della misura.

Credo di poter rendere chiaramente l’idea della assoluta mancanza di fascino che fino a oggi ha esercitato su di me l’uso di facebook, dei social network e di tutto il corredo di mediazioni virtuali di cui facciamo (fanno gli altri) ormai consumo incondizionato. Un’idea personale che mal cela una certa ritrosia al ricorso frenetico agli strumenti della tecnologia.

Un distacco che non ha riferimenti precisi in facebook o nel computer, ma che riguarda tutti gli avanzamenti repentini della tecnologia e dell’elettronica che finiscono col condizionare e modificare i comportamenti dell’uomo. Anche i miei, visto che mi occupo tra le altre cose anche di comunicazione sul web. Ma più per dovere professionale che per piacere.

Non mi cimento volentieri nell’etologia del “tecnoelettrogiovane”, quell’ultima specie di homo sapiens sapiens venuta fuori da una evoluzione tecnologica scioccante per chi romanticamente preferisce stare a guardare le stelle di notte, o il sole al tramonto, piuttosto che vivere proiettato nella vita da computer. Ma ciascuno di noi soffre di qualche malattia e non è giusto contagiare gli altri, quindi nessuna condanna, nessun giudizio.

Gli adolescenti e i giovani fanno bene a considerare la ghiotta opportunità che offre internet, gli spunti, l’interazione, la conoscenza, l’informazione, ma fanno male a diventarne schiavi.

Viviamo nel tempo delle nuove schiavitù che sono quelle del telefonino e del computer (e poi oggi sono la stessa cosa, nella stessa mano). Ci si conosce, si comunica, si parla, ci si da appuntamento scrivendo sms o mail, sempre meno voce e più lettere elettroniche. Scrivere a mano poi è diventato un  lusso. Tra qualche anno le generazioni in arrivo non sapranno più nemmeno prendere in mano una matita e la scrittura non correrà il rischio della cacografia o della calligrafia. Un mondo nuovo, insomma, fatto per i pionieri, ma anche difficile da penetrare fino in fondo per chi ama le cose tradizionali, correndo il rischio di essere additato come un decrepito panno d’altri tempi, fuori moda.

Mi ha colpito la dichiarazione di un imprenditore agricolo impegnato nel settore turistico, il quale proprio l’altro giorno mi ha confidato che nel suo agriturismo prepara formaggio e ricotta freschi e che offre laboratori e visite alle scuole, ma solo elementari. Il grado di attenzione di un bambino per la preparazione del formaggio di masseria o la passeggiata fra gli animali riguarda i bimbi fino a d un massimo di 7 anni. ‘Dopo non se ne fregano più nulla i ragazzi’. Dopo c’è solo la playstation o il telefonino e internet. Io ho portato mia figlia di due anni a vedere il mondo vero, in masseria. Quello del Cantico delle creature… Finché sono in tempo… 

MARIA CLAUDIA MINERVA: “Perchè non costruire relazioni interpersonali?”

«Quanti amici hai?»: è questa la domanda ricorrente nell’era di Facebook. Specie tra compagni di scuola, adolescenti che, del popolare social network sono i più accaniti fruitori. Ma il gioco può diventare pericoloso, e la realtà virtuale che si sovrappone a quella reale, può scatenare perversi meccanismi psicologici. La web-mania dilaga e gli adolescenti sono stregati dai giochi di ruolo che questo strumento regala, tanto da manifestare una vera e propria dipendenza.

Con questo non voglio demonizzare Facebook, perché credo che possa essere uno strumento formidabile se usato come fonte di informazione e notizie, un mezzo di aggregazione, di scambio e di comunicazione, capace di ampliare gli orizzonti dei ragazzi, me se utilizzato in modo sbagliato, come purtroppo accade la maggior parte delle volte, può rappresentare un ostacolo e impedire che si costruiscano relazioni interpersonali positive.

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