Pubblicato in: Ven, Mag 29th, 2015

Fenomeni Sociali/Matrimoni da salvare… Itinerari di condivisione

Contraddizioni/Percorsi di Mediazione Familiare accanto alla corsa al Divorzio “breve” ormai in vigore.

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La Comunità/Spesso la lontananza non permette la conoscenza delle situazioni in tempo utile. Quasi sempre si arriva quando sono diventate insanabili. 

COPPIE TUTOR PER COPPIE IN CRISI

Quando una coppia va in crisi! Sarebbe facile, ma alquanto inge­nuo, dire che sarebbe sufficiente aiutarla e sostenerla, perché con un po’ di buona volontà, tutto si può supera­re. Sembrerebbe quasi impensabile non essere in grado di risolvere ogni contrasto o problema, dopo un lungo fidanzamento, molto spesso risolto anche in una stabi­le convivenza e non di rado con l’accettazione di un figlio. Ancora più assurdo quando questo dovesse avvenire in età adulta, dopo anni di matrimonio e con figli ormai giovani o adulti. Eppure i matrimoni che vengono meno sono sempre più numerosi, separazioni e divorzi si moltipli­cano, quasi fosse una prospettiva di larga condivisione. Una crisi di per sé non è negativa. Se affrontata seriamente, può essere un momento di crescita, prendendo coscien­za delle sue cause e superarla. Purtroppo molto spesso non è così. Facilmente ci si arrende, si mette al primo posto il proprio “benessere”, senza tener conto degli altri, neppu­re dei figli. La comunità cristiana, i pastori che la guidano non possono limitarsi ad assicurarsi una celebrazione, ma devono salvaguardare la assoluta verità, il pieno rispetto del progetto divino sul matrimonio e la famiglia. Sono chiamati in causa una efficace preparazione ed un accurato discer­nimento che riguarda la capacità umana e la maturità della fede vis­suta. Negli attuali percorsi non sem­pre questo è evidente e spesso si notano gravi incertezze, che si cerca di nascondere per non compromet­tere la richiesta della celebrazione. Parecchi dei fallimenti potrebbe­ro essere evitati se si affrontasse con maggiore chiarezza e libertà l’attuale prassi di ammissione alla celebrazione del sacramento. Ma anche quando si è giunti al matri­monio con la massima serietà e impegno, la crisi può essere sempre in agguato, soprattutto nei primi anni di matrimonio: incompatibilità di carattere, difficoltà sul lavoro e nella professione, malattia, la scelta sui figli.

separazione

È di indiscussa importanza una pastorale post-sacramentale, che accompagni soprattutto le gio­vani coppie: rapporti di amicizia, dialogo costante, offerta di partico­lari servizi nella comunità, itinerari di maturazione nella fede e nella specifica spiritualità coniugale e fa­miliare, la direzione spirituale. Non si può abbandonarle se sopraggiun­gono difficoltà che quasi sempre possono avere ripercussioni nell’ar­monia degli sposi o nel rapporto con i figli. Ma c’è un problema che spesso rende difficile un reale intervento. Una naturale riservatezza, ma più frequente­mente la lontananza dalla parrocchia non permette la conoscenza delle situazione in tempo utile. Quasi sempre questo avviene quando esse sono diventate in­sanabili. Sarebbe utile che si avesse una certa rete di famiglie, quasi “antenne” di trasmissione o di pronto intervento, con discrezione e amicizia, informando quanto prima il parroco e collaborando con lui nell’affrontare i problemi. Si potrebbe ancora pensare di far affianca­re la coppia in crisi, da una famiglia di sicuro affidamento, una famiglia-tutor. Ma è il parroco che è chiamato in par­ticolare a suscitare un dialogo efficace sul piano della fede e della grazia, della fedeltà agli impegni sacramentali e alla coerenza evangelica, della preghiera invocazione dell’aiuto divino, della proposta di specifiche esperienze di vita spirituale, o cammini di fede. E se tutto questo risulti inefficace e la crisi si consumi in una rottura definitiva, anche in questo caso bisogna fare in modo di restare accanto alla famiglia “ferita”, al coniuge abbandonato, ma anche a chi si è reso responsabile del fallimento. Si rimane sempre figli nella Chiesa, capaci anche di recuperare un rapporto, sanare una situazione. E se questo non è più possibile, si può ancora impegnarsi a vivere evangelicamente, nella comunità dei battezzati, anzi lo si deve.

 Salvatore Carriero

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