Fenomeni Sociali/Matrimoni da salvare… Itinerari di condivisione
Contraddizioni/Percorsi di Mediazione Familiare accanto alla corsa al Divorzio “breve” ormai in vigore.
La Comunità/Spesso la lontananza non permette la conoscenza delle situazioni in tempo utile. Quasi sempre si arriva quando sono diventate insanabili.
COPPIE TUTOR PER COPPIE IN CRISI
Quando una coppia va in crisi! Sarebbe facile, ma alquanto ingenuo, dire che sarebbe sufficiente aiutarla e sostenerla, perché con un po’ di buona volontà, tutto si può superare. Sembrerebbe quasi impensabile non essere in grado di risolvere ogni contrasto o problema, dopo un lungo fidanzamento, molto spesso risolto anche in una stabile convivenza e non di rado con l’accettazione di un figlio. Ancora più assurdo quando questo dovesse avvenire in età adulta, dopo anni di matrimonio e con figli ormai giovani o adulti. Eppure i matrimoni che vengono meno sono sempre più numerosi, separazioni e divorzi si moltiplicano, quasi fosse una prospettiva di larga condivisione. Una crisi di per sé non è negativa. Se affrontata seriamente, può essere un momento di crescita, prendendo coscienza delle sue cause e superarla. Purtroppo molto spesso non è così. Facilmente ci si arrende, si mette al primo posto il proprio “benessere”, senza tener conto degli altri, neppure dei figli. La comunità cristiana, i pastori che la guidano non possono limitarsi ad assicurarsi una celebrazione, ma devono salvaguardare la assoluta verità, il pieno rispetto del progetto divino sul matrimonio e la famiglia. Sono chiamati in causa una efficace preparazione ed un accurato discernimento che riguarda la capacità umana e la maturità della fede vissuta. Negli attuali percorsi non sempre questo è evidente e spesso si notano gravi incertezze, che si cerca di nascondere per non compromettere la richiesta della celebrazione. Parecchi dei fallimenti potrebbero essere evitati se si affrontasse con maggiore chiarezza e libertà l’attuale prassi di ammissione alla celebrazione del sacramento. Ma anche quando si è giunti al matrimonio con la massima serietà e impegno, la crisi può essere sempre in agguato, soprattutto nei primi anni di matrimonio: incompatibilità di carattere, difficoltà sul lavoro e nella professione, malattia, la scelta sui figli.
È di indiscussa importanza una pastorale post-sacramentale, che accompagni soprattutto le giovani coppie: rapporti di amicizia, dialogo costante, offerta di particolari servizi nella comunità, itinerari di maturazione nella fede e nella specifica spiritualità coniugale e familiare, la direzione spirituale. Non si può abbandonarle se sopraggiungono difficoltà che quasi sempre possono avere ripercussioni nell’armonia degli sposi o nel rapporto con i figli. Ma c’è un problema che spesso rende difficile un reale intervento. Una naturale riservatezza, ma più frequentemente la lontananza dalla parrocchia non permette la conoscenza delle situazione in tempo utile. Quasi sempre questo avviene quando esse sono diventate insanabili. Sarebbe utile che si avesse una certa rete di famiglie, quasi “antenne” di trasmissione o di pronto intervento, con discrezione e amicizia, informando quanto prima il parroco e collaborando con lui nell’affrontare i problemi. Si potrebbe ancora pensare di far affiancare la coppia in crisi, da una famiglia di sicuro affidamento, una famiglia-tutor. Ma è il parroco che è chiamato in particolare a suscitare un dialogo efficace sul piano della fede e della grazia, della fedeltà agli impegni sacramentali e alla coerenza evangelica, della preghiera invocazione dell’aiuto divino, della proposta di specifiche esperienze di vita spirituale, o cammini di fede. E se tutto questo risulti inefficace e la crisi si consumi in una rottura definitiva, anche in questo caso bisogna fare in modo di restare accanto alla famiglia “ferita”, al coniuge abbandonato, ma anche a chi si è reso responsabile del fallimento. Si rimane sempre figli nella Chiesa, capaci anche di recuperare un rapporto, sanare una situazione. E se questo non è più possibile, si può ancora impegnarsi a vivere evangelicamente, nella comunità dei battezzati, anzi lo si deve.
Salvatore Carriero

















