Pubblicato in: Ven, Giu 12th, 2015

Filippo Smaldone, Santo con il linguaggio della Carità

Solenni Celebrazioni in Cattedrale per il patrono dei sordomuti presiedute dal nostro Pastore. 

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IL DONO DELLA SANTITÀ

Ancora una volta celebriamo Dio mirabile nei suoi Santi. E’ la sua santità che ci viene ripresentata nella testimonianza di vita del no­stro San Filippo Smaldone. La santità è perfezione, è bel­lezza, è fascino, è ingresso nello spazio infinito dell’amore della Santa Trinità. Questo desiderio di perfezione, di bellezza, questo fascino è quello che ci portiamo nelle profondità del mistero della nostra vita, fin dal Battesimo. E’ questo dono grande che ci fa santi come Dio è santo, perfetti come Lui è perfetto.

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Dunque non è frutto del nostro impegno, della nostra caparbietà nel volerla: è semplicemente e grandemente: dono totalmente gratuito, immeritato ma ricevuto. Ha il valore di un perla inestima­bile a noi affidata e consegnata. Cosa dobbiamo fare per non impoverire lo splendore di questa perla? Dobbiamo seguire il Santo : Cristo Signore, Redentore e Sal­vatore. Metterci alla sua scuola, imparare ad ascoltare la sua parola per poterla dire e vivere. Se non accogliamo la gratuità di questo dono restiamo sordi e non possiamo imparare a parlare e cantare le opere meravigliose del Dio Santo.

FU SERVO DELL’AMORE

Quale lingua siamo chiamati ad apprendere? Quella dell’amore, della carità, ci ha ricordato l’A­postolo Paolo: la carità paziente, benigna, non invidiosa, la carità che tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

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Questa scuola di amore è quella che ha frequentato il nostro San Filippo Smaldone. Alla scuola del Vangelo ha impa­rato a parlare il linguaggio dell’a­more e lo ha insegnato ai sordi, ai riottosi di Dio perché emar­ginati ed esclusi, e ha aperto la lingua dei muti per comprendere e accogliere l’immensità dell’a­more donato a piene mani.

ESSERE TERRENO BUONO

Ma quale itinerario ha percorso per rimanere nella santità ricevu­ta nel battesimo e dunque vivere ogni giorno la fedeltà piena al comando di Gesù: siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste? Ha da suggerire anche a noi suoi devoti una via sicura per non tradire il progetto che Dio da sempre ha sognato per noi, santi e immacolati al suo co­spetto nella carità? Ecco quanto il nostro Santo ci suggerisce: “Per la santità occorre l’eserci­zio delle virtù in grado eroico. Santo è colui che compie molti atti di tutte le virtù. La virtù non è uscita con noi dal seno delle nostre madri, tutt’altro; che anzi ne usciamo con tendenze affatto opposte. Il nostro primo esercizio dev’essere di combatterle e vin­cerle. La virtù incomincia dove è il sacrificio e ivi è il merito, dove è lo sforzo. per giungere a vivere di Gesù Cristo, bisogna conti­nuamente attendere e liberare il cuore da ogni affetto che non è per Dio… – e continua con un linguaggio colorito e dei suoi tempi – per non sbagliare ponete le vostre pedate sulle santissime orme di Cristo, cioè portate le vostre croci con umiltà, pruden­za e rassegnazione… il merito delle croci non sta nel peso di esse, ma nella maniera in cui si portano.

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Chi si pone interamente in braccio alla Provvidenza e si lascia da essa reggere, va con tutte le sue croci in carrozza, senza quasi sentirne il peso. Chi fa diversamente, va a piedi, tra­scinandole con fatica e pena. In alcune di queste espressioni mi sembra di sentire il linguaggio di quel grande maestro di spirito che è stato San Pio da Pietrel­cina. Carissimi tutti, i Santi il Signore ce li dona per sentirci in­coraggiati a percorrere lo stesso loro itinerario. Sono stati con noi, hanno vissuto la fatica della vita come noi, ma non si sono arresi nella ricerca della fedeltà quoti­diana a Cristo. Non hanno avuto grazie eccezionali. Hanno avuto gli stessi doni che il Signore oggi elargisce a noi. La differenza è che il seme della santità in loro é caduto sempre sulla terra buona, non sulla strada, non tra i rovi, non nel terreno arido. E il frutto non poteva che essere la perfe­zione dell’amore, la santità. 

(Brani tratti dall’Omelia dell’Arcivescovo D’Ambrosio)

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