Flavia e Roberta/Quello stile… Un esempio per tutti noi
Può una finale mondiale trasformarsi in un derby locale, anzi proprio salentino? Certo, è solo un evento sportivo. Né vogliamo, secondo italica prassi, salire comodamente sul carro del vincitore o da sciocchi pavoni ostentare i loro meriti. Eppure, il torneo più prestigioso, più ricco, più seguito del mondo con due salentine che a New York vincono le semifinali battendo due mitiche celebrità numero uno e numero due della teste di serie e concludono il finale con un clamoroso entusiasmo della gente abbracciandosi calorosamente, ci coinvolge intensamente. Oltre, naturalmente, ai grandi meriti tecnici e sportivi, occorre riconoscere che la prestigiosa vittoria di Flavia e Roberta con l’“appendice” della finale è unica, infonde positività nella nostra psiche, cancella lo stereotipo della nostra donna meridionale rappresentata da tanti arcaici film, aiuta a cogliere il messaggio che pure due piccole ragazze del profondo Sud possono aspirare a raggiungere importanti traguardi.
Le prime due tenniste del mondo ci offrono un avvincente insegnamento di vita che coinvolge la loro persona e i tanti milioni di spettatori ammaliati dalla loro amicizia. Da ragazzine, sono cresciute assieme, per anni si sono alleate sugli stessi campi, sono state compagne di partita, insieme hanno gareggiato contro altre, hanno sconfitto l’impossibile che faceva scommettere ai bookmaker 300 a 1. L’impresa, spettacolo e orgoglio di una nazione imprevedibile, autentica festa dell’impegno e del sacrificio, rimane davvero memorabile. Per tanta capacità di lottare, i valori che ci appartengono da sempre, la forza di chi è abituato al sacrificio. Per la gioia dell’amicizia, espressa, al di là dei risultati sportivi, dai sorrisi di due volti luminosi e sereni.
Adolfo Putignano
















