Pubblicato in: Sab, Ott 24th, 2015

Frecciarossa/C’è un Sud che non si rassegna

Fare rete funziona sempre… Sinergie di persone da non disperdere 

“Habemus… Frecciarossa” potremmo esordire così, la tanto attesa opportunità che ci viene offerta. Così quel 14 ottobre 2015 può essere ri­cordato a futura memoria, come il giusto ricono­scimento di un diritto, quello di poter usufruire di questo treno veloce denominato Frecciarossa, che collegherà Lecce con Milano in meno di otto ore. Il Ministro Del Rio ha preso atto che la Regione Puglia grazie ai tanti attori (politici, amministratori, imprenditori, sindacalisti, gior­nalisti, docenti, semplici cittadini…) insieme ai dirigenti di Ferrovie dello Stato che uno sforzo si poteva fare, quello di prolungare il percorso del nuovo Frecciarossa che da alcune settimane parte da Bari e collega la nostra Puglia con il capoluogo lombardo. Le oltre 30.000 firme raccolte dai quotidiani locali (Gazzetta del Mez­zogiorno e Quotidiano di Puglia) hanno svolto una funzione significativa, un grazie sentito per aver scalfito e portato a termine una battaglia a prima vista impensabile. Basta ricordare la prestazione della conferenza stampa dell’am­ministratore delegato di FS disertata dai politici del territorio. Non è una ripicca meridionale men che meno una goliardica diatriba tra Bari e Lecce, ma una giusta esigenza di guardare a quel Salento che nell’arco di questi ultimi anni ha fatto conoscere realtà geografiche, il mondo (dal mare, all’enogastronomia, all’ambiente…). Trasmissioni tv nazionali e estere, films, sotto­lineano come questo lembo di terra sia ricco di storia, di cultura, non sempre da tutti conosciu­to. Questa sinergia di persone e di intenti è una caratteristica da non disperdere, una sfida nei confronti dello Stato che ci invita a partire dalla prossima estate ad usare tale treno, magari a valutare sempre l’utilità e la sostenibilità econo­mica di tale investimento. È chiaro che qualora non dovesse economicamente reggersi le FS troveranno modalità alternative. Mi chiedo se è sufficiente questo per sentirci agganciati al resto del Paese Italia che corre molto più veloce di noi? Sicuramente no, però perdere oggi questa opportunità sarebbe stato un delitto. È un segnale che c’è un Sud che non si rassegna ma che vuole giocare la propria partita sul proprio futuro, frutto anche di sofferente antiche. (cfr. disoccupazione, emigrazione…). Altre battaglie ci devono vedere uniti dalla lotta alla disoccu­pazione giovanile, alla Xylella fastidiosa che sta falcidiando i nostri ulivi, al completamento annoso della 275, alle Ferrovie Sud Est, al rilan­cio del polo manifatturiero, al distretto turisti­co, e a tante altre iniziative che possono farci scrollare di dosso l’etichetta mai cancellata di meridionali inconcludenti. Il nostro territorio è segnato qua e là di esperienze di eccellenza nei vari ambiti (da quello agricolo, a quello dalle nano tecnologie) però deve trovare la forza di insistere ancora più forte nel respingere quell’il­legalità diffusa che mina lo sviluppo del nostro territorio, ad ogni livello personale e collettivo, solo così insieme questa nostra terra potrebbe correre anche economicamente e valorialmente come il Frecciarossa che verrà. Sapremo reagire in maniera così compatta? Lo spero proprio, altrimenti tutto sembra minato in radice. Auguri e buon viaggio verso traguardi ambiti e sperati. Grazie Frecciarossa! Che ci fai sentire fieri di appartenere a questo paese chiamato Italia.

Nicola Macculi 

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Frecciarossa/Le aziende perdono competitività…

Quando ripartiremo con i treni merci a beneficio del sistema industriale? 

La domanda sorge spontanea: come ripar­te il Salento sul Frecciarossa? Quando un semplice diritto (calpestato) viene spacciato come una grande conquista! Resa evidente l’arroganza di Trenitalia di fermare l’Italia a Bari, è ancor più evidente la pochezza della politica Salentina (omnia colore), della cosiddetta società civile e della carta stam­pata “illuminata”, quando fanno un polverone per avere un treno (ancora da assemblare) che, se e quando arriverà, stante le linee attuali, non potrà andare a 300 km/h e, come propagandato, recupererà solo 1 ora sulla tratta Lecce-Milano. Per non parlare del turista (perché a questo ci vogliamo rivolgere, no?) che quando arriverà nella splendida Lecce sarà abbandonato al sole ed al vento perché, per andare al mare, in termini ferroviari e di trasporto (direttrici Gagliano/Gal­lipoli/Otranto) avrà a disposizione le vergognose “Ferrovie Sud Est”: inefficienti, obsolete, inaf­fidabili. E chi ha “dormito” fino al giorno prima della pantomima Frecciarossa (gli attori suddetti) fa finta di niente da anni. Chi ha a cuore il Salen­to avrebbe già profuso ogni sforzo per trasforma­re le Ferrovie Sud Est in vera metropolitana di superfice, degna di questo nome e senza treni che si incendiano in campagna (oltre a produrre tan­genti). Come pure proporrebbe di infrastrutturare l’aeroporto di Lecce-Lepore (S.Cataldo) già omo­logato per voli fino a 50 tonnellate (Merci/Turi­sti); o ancor meglio predisporre un collegamento ferroviario continuo con l’Aeroporto di Brindisi! E seppur ripartiamo in Frecciarossa, quando ri­partiremo con i treni merci degni di questo nome a beneficio del sistema industriale Salentino? Ci sono aziende di medie dimensioni (per noi oltre 100 addetti) che si apprestano a riconsiderare la loro presenza da noi solo per il fatto che perdono competitività sul mercato per gli oltre 400.000 euro/anno di costi di trasporto, obbligatoriamen­te su gomma. Ne vogliamo parlare? La politica si accorge di tutto questo? I raccoglitori di firme dove sono? Il Salento si accontenterà di ripartire con il Frecciarossa se, ciecamente e limitatamen­te, continueremo a considerare il “turista” l’esi­genza primaria, il turismo il solo nostro futuro, dalla forza del sole/mare/vento il nostro dannato riscatto… E l’industria? E la qualità della vita anche nei trasporti locali, nell’intermodalità al servizio della comunità produttiva? L’autostrada fino a Lecce e il collegamento con l’aeroporto di Br? Se il Frecciarossa è una conquista… allora abbiamo conquistato certamente un futuro di caffettari, paninari, pizzettari e noleggiatori di sdraio e ombrelloni (con tutto rispetto per i veri imprenditori delle categorie citate).

Sergio Calò

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