Pubblicato in: Gio, Mar 12th, 2015

Gesù, chiave della Storia Ebraica e Cristiana

A colloquio con Padre Frédéric Manns, uno dei maggiori Biblisti esistenti.

Nato il 3 ottobre 1942 a Win­dhorst, è autore sin dal 1996 di testi quali “Lire la Bible en Église” (Me­diapau) e successivamente di altri come “Sinfonia della Parola” (Edizioni Terra Santa, 2009) e “Une approche juive du Nouveau Testament” (Le Cerf, 1999) ritorniamo a parlare di storia ed esegesi bibliche. 

C’è stato un risultato molto interessante a livello archeologico che attesti nuovamen­te la veridicità biblica?

L’Archeologia non può essere Apologia. Ma è una scienza che come la Geografia aiuta a capire meglio la Storia. In questo periodo si stanno ultimando degli scavi a Macheronte, in Giordania, ove un gruppo di ungheresi portano avanti gli studi di padre Virgilio Corbo. Sono stati rintracciati importanti ritrovamenti, tra i quali la fortezza di Erode ma anche altre sco­perte a Cafàrnao e a Gerico. Altri scavi, quasi ultimati, sono stati effettuati a Hippos, una tra le più suggestive città della Decapoli sita sul­la sponda orientale del lago di Galilea, a circa 1,5 km dalla sponda del lago di Tiberiade, sulla cima di un colle che si eleva 350 metri sopra il livello del lago. Lì sono state rinvenute otto chiese. Sembrerebbe strano, ma leggendo il Vangelo di Marco, c’è scritto che Gesù insegna­va nelle città della Decapolis, proprio a Hippus o Sussita e Beth-Shean. E proprio ivi sorgevano delle chiese in memoria del passaggio di Gesù. Una circostanza che doveva costituire un pro­blema insolito per i discepoli, poiché allora nei santuari pagani della Decapoli vi erano molte sacerdotesse, quindi c’era una presenza di don­ne, contrariamente a quanto succedeva negli altri luoghi di ebrei dove erano rigorosamente maschi. Immaginiamo lo stupore dei discepoli che vi si recavano con Gesù: era certamente uno choc culturale scontrasi con un mondo to­talmente agli antipodi rispetto al proprio.

Spesso si sente dire che Gesù non ha vo­luto sacerdotesse perché non conosceva bene il mondo antico…

Quanto esposto può essere considerato un’interessante smentita. Egli conosceva me­glio di noi il mondo antico e nonostante tutto non ha mai voluto ordinare donne. Nemmeno sua madre. Certamente vi erano altre mo­tivazioni che lo indussero a rifiutare il sacerdo­zio femminile.

Padre-Manns

Risulta proprio fondamentale l’idea di Gesù chiave della Storia oltre che dell’An­tico Testamento.

Ebbene, tutta la tradizione patristica ha sempre ritenuto che sin dall’Antico Testamen­to Gesù rappresenta il Logos, la Parola di Dio perché la Bibbia è Parola di Dio e il vero Logos è Cristo. Già per Giustino, Gesù compie una propedeutica, ovvero una graduale preparazio­ne del suo popolo, Ma Egli era già “attivo” e presente nella Parola veterotestamentaria. Vi sono due modi di leggere la Scrittura: in sen­so letterale e in senso interpretativo, anche gli ebrei la leggono allo stesso modo sia in senso letterale che tramite il Midrash, dall’ebraico darash che rappresenta il senso spirituale della Scrittura.

L’incontro con la Parola dà senso alla vita. Tra le tante opere, Lei, ha pubblicato nel 2008 il volume Voici l’homme. Une lecture juive des Evangiles, (Editions du Paraclet, 2008). Ritiene che dovremmo riaccentuare di più le radici ebraiche della nostra fede cristiana?

Sì, tutte le radici bibliche. È molto impor­tante leggere il Nuovo Testamento alla luce dell’Antico in quanto scaturiti entrambi dall’u­nica Alleanza con Dio. In realtà, noi tendiamo a recidere il fiore dalla radice, di conseguenza dopo una settimana il fiore è inservibile, se in­vece prendessimo il fiore con la radice durereb­be assai di più. Lo stesso dicasi per la lettura della Scrittura, se prendiamo l’Antico e il Nuo­vo insieme, allora il fiore si potrà conservare.

Sarebbe opportuno riscoprire maggior­mente anche il simbolismo biblico tanto dell’Antico quanto del Nuovo Testamento.

Sì, il problema risiede nel linguaggio. Oc­corre, chiaramente, un minimo di formazione e di conoscenza della Bibbia. Ad esempio, nel Nuovo Testamento ci sono: il Pastore, la Vigna, etc. immagini già sfruttate e spiegate nell’An­tico Testamento. Per comprenderli appieno bi­sogna risalire all’origine di questi simbolismi. E, la Chiesa, dal canto suo, ha chiesto ormai a tutti i sacerdoti di intraprendere la formazio­ne permanente, ovvero di continuare a studiare nonostante i mille impegni della vita quotidia­na. Oggi, grazie all’ausilio delle nuove tecno­logie, vi sono numerose possibilità che agevo­lano questo tipo di formazione biblica, del tutto assenti nel passato. Ben venga la tecnologia se diventa ausilio al progetto della Rivelazione, per una conoscenza biblica sempre più appro­fondita.

A cura di Christian Tarantino

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