Giorgilorio/Il Veliero Parlante… Premio alla fantasia
Il primo volume della collana “E le parole”. I bambini raccontano…
Il Veliero Parlante, rete regionale di scuole che “realizza percorsi didattici per la costruzione delle competenze chiave per l’uomo-cittadino” (Ornella Castellano, p. 5) ha pubblicato ufficialmente la sua collana editoriale. “E le parole” è il primo volume editato per i tipi della Esperidi Edizioni ed è frutto della fantasia letterararia, oltre che della esperienza di ricerca-azione, dei fanciulli della scuola dell’infanzia dell’Istituto Comprensivo “E. Springer” di Surbo. Le parole occupano una porzione cospicua della quotidianità di ogni uomo e donna nella attuale e moderna società complessa. Con le parole si può offendere, si può comunicare amore, si può implemetare un percorso formativo, si può illustrare un gioco. “Ci sono parole piccole che usano i grandi/ e poi ci sono i piccoli che ne conoscono alcune di giganti” (p. 10). Così raccontano, nel loro libro, i fanciulli di Giorgilorio. Più degli adulti, sono i bambini a manipolare e sostanziare le parole. Essi riescono a dare senso ed offrire connotazioni nuove e cariche di senso. “E i bambini hanno trovato un nuovo significato, un significato ‘giocato’ tra le parole belle e le parole brutte” (M. Rosaria Manca, p. 3).
Fantasia che si associa alla ricerca del bello e del significativo, passando attraverso la manualità e la creatività emotiva delle giovani menti dei bambini. Un libro che trova concretamente la sua “costruzione” in cinque cartoni di pizza – quella da asporto – che ha esportato (a partire dal proprio vissuto scolastico verso il mondo circostante) una filastrocca sulle parole che servono ad amare, a far dialogare, a correggere e a far gioire! Un messaggio trasmesso a partire dal cuore, comunicato con i segni grafici delle parole e materializzatosi in un libro, che ora altre mani potranno sfogliare ed altri cuori potranno ri-leggere. “Questo elaborato è l’espressione di un incontro educativo riuscito. Da una parte gli adulti, i docenti, in grado di sollecitare riflessione e, successivamente, di accogliere ed esplorare le riflessioni stesse. Dall’altra loro, i bambini e i ragazzi che hanno raccontato significati ed emozioni” (Luigi Russo, p. 7). Non è difficile immaginare, sfogliando “E le parole”, e con la fantasia sentire il ritmo allegro e coinvolgente dei bambini – che seduti in cerchio e tenendosi per mano – trasmettono agli adulti un messaggio non vano: “Ma scopri che tutto può migliorare:/ basta solo provare e riprovare./ Sotto voce, in silenzio o ad alta voce/ trovare la parola che non nuoce” (p. 16).
Pietro Manca

















