Pubblicato in: Gio, Feb 26th, 2015

Giornata Mondiale del Rene/Trapianti… Lecce ferma da due anni

Il taglio nonostante gli ottimi risultati…

giornata

Il 12 Marzo la Giornata Mondiale/Maggiore attenzione agli stili di vita riduce di molto il rischio della malattia. 

CONTROLLO DELLA PRESSIONE ED ESAME DELLE URINE RIDUCONO I PERICOLI 

Le malattie renali sono molto più comuni di quanto si possa immaginare e in Italia quasi una per­sona ogni 10 ha una riduzione anche lieve-moderata della funzionalità renale e il 5% ha una riduzione più severa spesso senza saperlo. Infatti le malattie renali il più delle vol­te decorrono in modo subdolo, senza sintomi evidenti. Questa condizione oltre al rischio di progressione della malattia re­nale fino all’uremia terminale che rende necessario il ricorso alla dialisi e se possibile al trapianto renale, determina co­munque un aumento di più di 10 volte del rischio cardiova­scolare, cioè della possibilità di avere un infarto miocardico o un ictus cerebri prima ancora che si aggravi l’insufficienza renale.

rene2

Per avere un’idea della dimensione del problema, dobbiamo osservare che su scala mondiale la popolazione aumenta dell’1,1% anno (7,1 miliardi nel 2013) mentre i pazienti affetti da insuffi­cienza renale cronica termi­nale aumentano del 6% circa all’anno. Ovviamente questo solo nei paesi con un Pil pro capite maggiore di 15.000 $ anno, mentre negli altri paesi la soluzione c’è solo per le persone molto ricche. 

TUTTO EBBE INIZIO…

È una storia iniziata tanti anni fa tra i 4,4 e i 2,7 miliardi di anni fa quando sulla Terra compariva l’acqua e nasce­vano le prime forme di vita: chiamiamo Luca il last univer­sal common ancestor l’ante­nato comune più recente da cui si sarebbero differenziate attraverso un lungo e dramma­tico processo evolutivo tutte le attuali forme viventi. In questo processo una tappa fondamen­tale è stata la conquista del controllo dell’acqua che con­finata all’interno di membrane cellulari forma quel “mare interno”, che fornisce alle cellule un ambiente costante, la cui stabilità è indispensa­bile per la vita. E il rene dalle sue strutture arcaiche fino al mirabile laboratorio attuale è l’organo che ha consentito ciò. Quindi le funzioni del rene sono quelle di assicurare la costanza della composizione e del volume dell’acqua cor­porea mantenendo il bilancio idro-elettrolitico ed acido-base e regolando l’eliminazione dei prodotti del metabolismo contenenti azoto; a questa fun­zione si affianca la produzione di alcuni ormoni. Per fare ciò i reni, due piccoli organi di 12x6x3cm ciascuno, posti profondamente in regione lombare, hanno una complessa struttura vascolare formata da circa 160 km di vasi sanguigni nei quali scorrono 1,2 litri di sangue al minuto pari a 1.800 litri al giorno da cui vengono filtrati 180 litri al giorno di pre-urina che diventerà quel volume di urina finale di 1-1,5 litri giornalieri dopo un pro­cesso metabolico che consuma grandi quantità di energia e che recupera l’acqua e i soluti indispensabili al mantenimen­to del bilancio mentre lascia andar via il superfluo.

Nella storia della evoluzio­ne dell’uomo, all’interno dell’Ordine dei Primati e dalla Famiglia degli Ominidi, il Ge­nere Homo emerge dagli abissi del tempo profondo circa 3,5 milioni di anni fa in Africa australe e orientale e da qui in successive ondate colonizza tutto il globo vivendo come cacciatore e raccoglitore fino alla transizione del neolitico circa 10.000 anni a.C., quando gradualmente diviene alle­vatore e cacciatore garanten­dosi apporti alimentari meno aleatori. La pressione selettiva di milioni di anni in condizioni di estrema carenza di acqua, sali, sostanze nutritive avrebbe selezionato una costellazio­ne di geni cosiddetti Thirsty “assetati” e di geni Thrifty “parsimoniosi” capaci di assi­curare la sopravvivenza della specie: i primi, formidabili risparmiatori di acqua e sali in condizioni di carenza, nelle condizioni attuali di apporto li­bero incondizionato, diventano dannosi perché favoriscono la ritenzione idro-sodica e di­ventano causa di ipertensione arteriosa; i secondi risparmia­tori di energia, fondamen­tali per la sopravvivenza in tempi di carestia, sono oggi che l’ accesso agli alimenti è continuo ed eccessivo con associata diffusa sedentarietà, la causa di obesità e di diabete.

trapianto

Sono queste le patologie più diffuse (ipertensione e obesità-diabete), che hanno nel rene ed in tutto l’apparato cardiova­scolare un bersaglio elettivo, un tempo appannaggio dei ricchi e oggi a diffusione planetaria con la maggiore quota di crescita nei paesi a più rapido tasso di sviluppo come Cina, India, America latina. Questo è il rovescio della meda­glia del progresso scientifico e tecnologico che ha determinato una transizione epidemiologica cioè ha mutato la incidenza e prevalenza delle malattie con una drastica riduzione della mortalità da malattie infettive ed uno spettacolare aumento della aspettativa di vita ma nel contempo ha favorito l’emerge­re delle patologie neoplastiche e degenerative ed in particolare le malattie cardio-vascolo-renali: le malattie croniche non infetti­ve, secondo l’Oms rappresenta­no oggi oltre il 60% delle cause di morte del genere umano.

Per enfatizzare questo concetto immaginiamo che i 3,5 milioni di anni di vita dell’uomo sulla terra siano un solo anno e in proporzione i 12.000 anni di civiltà rappresentano solo 24 ore e gli ultimi 60 anni solo 7 minuti. Poiché in tutto questo tempo la selezione naturale ha favorito l’evoluzione delle fun­zioni cognitive superiori e poco quella delle strutture somatiche, la nostra Sottospecie di Homo Sapiens Sapiens, punto attuale della evoluzione è ancora dotata di una struttura biologica formatasi nei tempi lunghi della preistoria quando prevaleva la carenza alimentare di acqua, sali, calorie, proteine, grassi ed è poco adatta ad affrontare l’at­tuale apporto alimentare calori­co e idro-salino sovrabbondante e continuo con la scarsa attività fisica della cosiddetta società del benessere per la transizione dei modi di produzione. 

UN MESSAGGIO DA RICORDARE

Ricordare come siamo fatti e immaginarci come i nostri an­tenati che mangiavano la carne anche fino a sazietà ma una volta ogni tanto, consumavano molti alimenti vegetali, poco sale, camminavano molto per catturare le prede e raccogliere i frutti e talvolta dovevano cor­rere per sfuggire agli aggressori e non avevano a disposizione tanti sistemi di risparmio ener­getico come noi (automezzi, ascensori, riscaldamento, mezzi di comunicazione); perciò cer­cando di adeguare la nostra ali­mentazione alla nostra struttura biologica sicuramente i nostri organi lavoreranno meno e po­tranno durare di più accompa­gnandoci per tutta la vita in pie­no benessere. Se compariranno poi dolori articolari ed altri limiti dell’età ricordiamoci che è un privilegio dell’uomo della seconda metà del novecento avere una aspettativa di vita di circa 80 anni, mai goduto in forma così diffusa dai nostri antenati. Il progresso scientifico e tecnologico e l’avanzamento della conoscenza ci consegnano poi una ricetta semplice per una buona salute: tenere sotto con­trollo la pressione arteriosa e controllare periodicamente l’e­same urine standard cercando di mantenere il controllo del peso corporeo nei limiti della norma e infine sorridere alla vita quan­do si può. Questo messaggio semplice può aiutare a scoprire chi siamo e dove andiamo e come ridurre il peso globale di malattie invalidanti e per diffondere questo messaggio e per sensibilizzare la popolazio­ne del mondo sulla necessità del controllo periodico della pressione arteriosa e dell’esame delle urine, anche in assenza di sintomi o di disturbi, è stata ideata nel 2005 la Giornata Mondiale del Rene (secondo giovedì di marzo di ogni anno) che quest’anno celebriamo il 12 marzo.

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