Pubblicato in: Ven, Giu 5th, 2015

Giubileo Straordinario/Un Anno Santo per imparare la Misericordia

L’8 Dicembre prossimo l’apertura della Porta Santa. Momento Ecclesiale per sperimentare l’amore di Dio che perdona.

anno santo

Siamo a pochi mesi di distanza dall’apertura del Giubileo Straordinario del­la Misericordia, momento ecclesiale per “sperimen­tare l’amore di Dio che consola, perdona e dona speranza”. Sarà l’oc­casione per fare memoria del Concilio Vaticano II, a cinquant’anni dalla sua chiusura, che ebbe come paradig­ma l’evangelica parabola del buon Samaritano. Lo ricordava già Paolo VI, nell’ultima sessione conciliare. Il Papa, che si è presentato alla Chiesa e al mondo con il suo motto miserando atque eligendo, probabilmente aveva già preannunciato le sue intenzioni in una delle catechesi settimanali dello scorso anno. Parlando dell’azione educativa della Chiesa che è madre, egli diceva: “Un buon educatore punta all’essenziale. E l’essenziale, secondo il Vangelo, è la misericordia. L’essenziale del Vangelo è la mise­ricordia. Lo dice chiaramente Gesù, riassumendo il suo insegnamento per i discepoli: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). Può esistere un cristiano che non sia misericordioso? No. Il cristiano necessariamente deve essere misericordioso” (10.09.2014). Anche il prossimo Giubileo sarà celebrato nella stessa luce: Misericordiosi come il Padre. Non un appuntamento, quin­di, esclusivamente celebrativo, ma programmatico. Perché, in realtà, ciò che dall’eternità è essenziale per Dio, la misericordia appunto, non lo è più oggi per il cristiano.

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La misericordia eterna del Padre ha ancora da incar­narsi nell’oggi della nostra umanità, percossa e ferita come il mal capitato della suddetta parabola. A proposito di ciò, c’è chi si chiede, legittimamente: Come si concilia la misericordia con la verità? Non rischiamo di “svalutare” la dottrina, praticando la misericordia? In realtà, non possono essere poste in contrap­posizione due realtà indissolubilmente legate tra di loro, se nella Scrittura i Salmi cantano: “Misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno” e “Mostraci la tua misericordia e donaci la tua salvezza” (Salmo 84). Misericordia e salvezza, dunque, coincidono. Il pontefice stesso, nella bolla di indizione, lo chiarisce citando anche una bella espressione di sant’Agostino: “La misericordia non è contraria alla giustizia ma esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere. Sant’Agostino dice: È più facile che Dio trattenga l’ira più che la misericordia” (Misericordiae vultus, 21). Lo stesso dottore scrive anche: “Esse – misericordia e verità – sono tra loro così amiche che si perdono en­trambe quando si pretende di separar­le” (Enarratio in psalmum 84). Non si tratta di trovare soluzioni a situazioni inestricabili. E tante ne sono state presentate nell’ultimo sinodo sulla famiglia. Si tratta di salvare l’uomo, dal mo­mento che la verità non è riducibile alla dottrina, né la misericordia al compromesso. Esse sono personifica­te in Cristo! E, in Cristo, la Chiesa “è come la mano che tiene aperta questa porta tra Dio e uomo” (Messaggio per la Quaresima 2015).

Vincenzo Martella

Segue Calendario del Giubileo… 

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