Giubileo Straordinario/Un Anno Santo per imparare la Misericordia
L’8 Dicembre prossimo l’apertura della Porta Santa. Momento Ecclesiale per sperimentare l’amore di Dio che perdona.
Siamo a pochi mesi di distanza dall’apertura del Giubileo Straordinario della Misericordia, momento ecclesiale per “sperimentare l’amore di Dio che consola, perdona e dona speranza”. Sarà l’occasione per fare memoria del Concilio Vaticano II, a cinquant’anni dalla sua chiusura, che ebbe come paradigma l’evangelica parabola del buon Samaritano. Lo ricordava già Paolo VI, nell’ultima sessione conciliare. Il Papa, che si è presentato alla Chiesa e al mondo con il suo motto miserando atque eligendo, probabilmente aveva già preannunciato le sue intenzioni in una delle catechesi settimanali dello scorso anno. Parlando dell’azione educativa della Chiesa che è madre, egli diceva: “Un buon educatore punta all’essenziale. E l’essenziale, secondo il Vangelo, è la misericordia. L’essenziale del Vangelo è la misericordia. Lo dice chiaramente Gesù, riassumendo il suo insegnamento per i discepoli: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). Può esistere un cristiano che non sia misericordioso? No. Il cristiano necessariamente deve essere misericordioso” (10.09.2014). Anche il prossimo Giubileo sarà celebrato nella stessa luce: Misericordiosi come il Padre. Non un appuntamento, quindi, esclusivamente celebrativo, ma programmatico. Perché, in realtà, ciò che dall’eternità è essenziale per Dio, la misericordia appunto, non lo è più oggi per il cristiano.
La misericordia eterna del Padre ha ancora da incarnarsi nell’oggi della nostra umanità, percossa e ferita come il mal capitato della suddetta parabola. A proposito di ciò, c’è chi si chiede, legittimamente: Come si concilia la misericordia con la verità? Non rischiamo di “svalutare” la dottrina, praticando la misericordia? In realtà, non possono essere poste in contrapposizione due realtà indissolubilmente legate tra di loro, se nella Scrittura i Salmi cantano: “Misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno” e “Mostraci la tua misericordia e donaci la tua salvezza” (Salmo 84). Misericordia e salvezza, dunque, coincidono. Il pontefice stesso, nella bolla di indizione, lo chiarisce citando anche una bella espressione di sant’Agostino: “La misericordia non è contraria alla giustizia ma esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere. Sant’Agostino dice: È più facile che Dio trattenga l’ira più che la misericordia” (Misericordiae vultus, 21). Lo stesso dottore scrive anche: “Esse – misericordia e verità – sono tra loro così amiche che si perdono entrambe quando si pretende di separarle” (Enarratio in psalmum 84). Non si tratta di trovare soluzioni a situazioni inestricabili. E tante ne sono state presentate nell’ultimo sinodo sulla famiglia. Si tratta di salvare l’uomo, dal momento che la verità non è riducibile alla dottrina, né la misericordia al compromesso. Esse sono personificate in Cristo! E, in Cristo, la Chiesa “è come la mano che tiene aperta questa porta tra Dio e uomo” (Messaggio per la Quaresima 2015).
Vincenzo Martella
Segue Calendario del Giubileo…

















