Gli Esodati in Provincia di Lecce/Oltre al danno, il torto dal Governo per un centinaio di Salentini
I lavoratori “Esodati” Italiani e Salentini potrebbero essere tranquillamente i protagonisti del Libro dell’Esodo che inizia con il racconto della riduzione in schiavitù degli Ebrei (esodati), per mano degli Egiziani (il Governo), e disprezzati dal Faraone (la Ministra Fornero).
I nostri “esodati” del 2012, sono lavoratori senza lavoro e senza pensione, di età compresa tra 52 anni e 66 anni e nella situazione di chi ha scelto di lasciare il posto di lavoro, attraverso accordi sindacali collettivi di ristrutturazione aziendale o con accordi individuali che, il più delle volte, regolano dimissioni volontarie incentivate dal datore di lavoro.
Il nuovo termine “esodato” oggi indica precisamente il lavoratore che, perso il posto di lavoro o collocato in mobilità, non usufruisce dell’allungamento dei tempi per entrare nel trattamento pensionistico né può più rientrare nel mercato del lavoro e riprendere l’attività lavorativa perché licenziato successivamente alla data del 4 Dicembre 2011 (data del varo del Decreto “Salva Italia”) indicata in primo luogo come data ultima per stipulare accordi sindacali di collocamento in mobilità dei lavoratori e poi indicata successivamente, “per Decreto” della Ministra Fornero, come data ultima, invece, di effettivo licenziamento del lavoratore!
Certo, come nel libro dell’Esodo, non sono certo ridotti in schiavitù, ma portati (dalla Fornero) certamente alla disperazione; come pure non faranno una memorabile ribellione, date le tali e tante situazioni particolarissime di ognuno, ma certamente, attraverso il sindacato confederale, potranno far sentire tutta la sacrosanta protesta, così come avviene in questi giorni, per aver subito un grave torto!
Gli “esodati Salentini”, secondo stime Sindacali/Confindustriali sarebbero poco più di un centinaio, la maggior parte equamente divisi tra il settore cosiddetto Tac (Tessile Abbigliamento Calzaturiero) e metalmeccanico, tutti fuoriusciti dal mondo del lavoro attraverso accordi collettivi e,oggi, in attesa che si ponga fine alla vergognosa e dannosa situazione che il Governo ha generato. Credo che ai nostri Esodati, oltre al danno di aver subito certamente un torto da parte del Governo, si aggiunge anche la beffa di non poter, in alcun modo, rientrare nel mondo del lavoro: sono tutti usciti per “crisi aziendale” (quindi è escluso l’eventuale rientro in azienda), sono oramai “anziani” per avere un’altra opportunità,( neanche per la loro appetibile esperienza e professionalità), e da noi, più che al Nord, la crisi è veramente profonda!
Che fare,cosa sperare?? Per fare si può fare ben poco; già il sindacato confederale e (da poco) anche la politica si muove per ottenere tutele e garanzie per chi ha lavorato una vita per poi subire un grande danno.
Ciò che speriamo è che il Governo emani un Decreto Legge (o inserisca la norma nel DDL “Sviluppo”) per sanare la vicenda di questi lavoratori anche perché si rischia di dare un brutto segnale al Paese: si cambiano gli ammortizzatori sociali (più breve tutela), si allontana la pensione, persiste la recessione e la crisi delle aziende e, senza sanatoria, creiamo “esodati” a vita, con tante famiglie in sofferenza, dopo una vita trascorsa al lavoro.
Sergio Calò
Sindacalista















