Il Castromediano Museo Nazionale… Un sogno possibile
A colloquio con il Direttore, l’Arch. Massimo Evangelista: la decisione potrà essere assunta attraverso specifiche intese tra Regione e Stato e dovrà essere sancita da appositi provvedimenti del Governo.
Il Museo Sigismondo Castromediano non ha bisogno di presentazioni. Cuore pulsante dell’arte salentina, è custode di testimonianze storiche e di contaminazioni culturali che raccontano il passato prepotentemente vivo del territorio. In un momento storico particolare, nel caos della riorganizzazione dell’amministrazione pubblica in cui la denominazione del museo potrebbe cambiare (da provinciale a nazionale), con tutto quello che ne conseguirà, il direttore, arch. Massimo Evangelista, svela progetti e prospettive, risultato dell’incontro tra quello che il museo rappresenta e le esigenze del visitatore moderno.
Direttore Evangelista, si vocifera che presto il Museo Castromediano da provinciale diventerà nazionale. È plausibile questa indiscrezione?
Lei ha correttamente posto la domanda utilizzando il termine “indiscrezioni”; infatti, proprio di questo si tratta. La prospettiva che il Museo provinciale “Sigismondo Castromediano”, di proprietà della Provincia di Lecce, diventi Museo Nazionale, allo stato, può essere considerata solo una indiscrezione; certamente auspicabile, tenuto conto che una tale condizione riuscirebbe a veicolare una immagine di questo straordinario contenitore culturale della nostra città in ambiti decisamente più ampi per promuovere il turismo nei nostri territori. Naturalmente queste decisioni potranno essere assunte attraverso specifiche intese tra Regione e Stato e dovranno essere sancite da appositi provvedimenti del governo.
Dunque Intese e provvedimenti non riguarderanno più le Province…
La riforma strutturale della pubblica amministrazione, avviata con la cd. “Legge Delrio” – Legge n. 56 del 07/04/2014 – ha radicalmente modificato l’architettura dell’ente Provincia. In estrema sintesi, la Legge statale, preludio ad una riforma della Carta Costituzionale che abolirà, in via definitiva, le Province, attribuisce alle stesse alcune “funzioni fondamentali” dal cui novero sono escluse le attività culturali che transiteranno alle competenze della Regione oppure, con più probabilità, a quelle dello Stato, in particolare al MiBact (Ministero dei Beni, e delle Attività Culturali e del Turismo).
Il Museo S. Castromediano è un patrimonio di ricchezza archeologica, il più antico della Puglia, risalente addirittura alla seconda metà dell’’800. Aldilà dei cambiamenti legislativi che ci ha pocanzi descritto, perchè, l’indiscrezione di cui è oggetto si sta verificando proprio in questo momento storico? Che cosa è cambiato rispetto al passato?
Che il Museo Sigismondo Castromediano diventi Museo Nazionale è una prospettiva possibile; effetto delle modifiche sulle competenze delle province. Accade in questo momento in ragione delle particolari condizioni generali di crisi economico-finanziaria del nostro paese, condizioni che richiedono necessariamente, per potersi allineare agli altri paesi della Comunità Europea, un processo di profonda e concreta razionalizzazione dell’organizzazione della pubblica amministrazione. Tale riorganizzazione deve essere coerente con le scelte più complessive di carattere finanziario e di contenimento della spesa pubblica più note con il termine di “spending review”. Per le province italiane tali scelte hanno comportato la progressiva riduzione dei trasferimenti (risorse economiche) da parte dello Stato, oramai pressoché azzerati.
Se il museo diventerà nazionale quale sarà la sua evoluzione? Quali sono le prospettive?
Indubbiamente la trasformazione non sarà priva di conseguenze, sia nell’immediato che nel medio e lungo termine; sarà senz’altro agevolata in quanto l’istituzione che dirigo ha, per antica consuetudine, rapporti di fattiva collaborazione con le diverse Soprintendenze operanti nel territorio e con il MiBact cui, non dimentichiamolo, è da sempre deputata la tutela e la salvaguardia dei beni culturali, compresi quelli di proprietà della Provincia di Lecce esposti nel Museo Provinciale Sigismondo Castromediano. Non credo, comunque, che si verificheranno interruzioni nei servizi al pubblico e, più in generale, nelle attività dal momento che l’obiettivo del Decreto Legge 78/2015 “Misure urgenti per gli istituti e luoghi della cultura di appartenenza pubblica” che riassegna, di fatto, gli archivi e gli altri istituti di cultura delle province, è di assicurare, da un lato criteri e “condizioni uniformi su tutto il territorio nazionale per la tutela del patrimonio culturale” , dall’altro “continuità del servizio pubblico di fruizione”. Certo, ci saranno da stabilire, in tempi brevi, modalità e norme di questa “trasformazione”, complicato soprattutto da un quadro normativo al momento confuso e poco decisionale. Non dimentichiamo che oltre ai musei, tra i luoghi di cultura provinciali sono comprese le biblioteche e gli archivi storici.
…. E le eventuali difficoltà da affrontare?
Le difficoltà maggiori, ritengo, saranno quelle relative al trasferimento degli immobili demaniali su cui insistono i luoghi di cultura provinciali e quelle legate al trasferimento del personale in servizio, per il quale bisognerà applicare le norme previste dal Decreto Legge sulla mobilità, firmato e, allo stato, all’esame della Corte dei Conti.


















