Il Ducato di Otranto alla fine del IX secolo
Puglia Preromanica/Continua l’Intervista alla Prof. Marina Falla Castelfranchi sulla presenza bizantina nella regione.
Continuiamo l’approfondimento della presenza bizantina nella nostra regione durante la seconda metà del primo millennio. È noto che Gallipoli, con una parte della Terra d’Otranto, della Calabria bizantina e della Sicilia, fece parte dal VII secolo dei territori bizantini organizzati nel governo di un tema. Otranto, poi,ebbe un ruolo particolare…
Prof.ssa Castelfranchi, a che data possiamo far risalire il dominio?
Prima ancora della seconda colonizzazione greca, cioè della conquista dell’imperatore Basilio I alla fine del IX sec., pare ci fosse già un ducato bizantino proprio ad Otranto, collegato ad un tema.
Bari, a sua volta, fu dimora dal 876 del governatore di Otranto e della Longobardia, mentre il tema di Sicilia era conquistato progressivamente dagli Arabi. Le ripartizioni dei temi svolgevano un ruolo rilevante?
I temi erano circoscrizioni amministrative a carattere militare governate da uno stratego ed istituite al tempo dell’Imperatore Eraclio nella prima metà del VII sec., quando l’Asia Minore venne in parte conquistata dai Persiani e poi subì attacchi dagli Arabi. Anche l’Italia meridionale, inizialmente divisa in temi, si unì divenendo la grande provincia più occidentale dell’Impero ovvero il Capitanato d’Italia avendo come centro Bari.
Ci sono testimonianze architettoniche o pittoriche della breve dominazione dei Longobardi a Otranto?
Vi è una bellissima tomba ad arcosolio scavata nel tufo e posizionata sulla parte sinistra, poco prima dell’ingresso alla cripta della cattedrale che personalmente ritengo legata alla metà dell’VIII sec., quando, anche se per poco, Otranto fu conquistata dai Longobardi. A tal proposito, nel 1984 pubblicai un saggio sulla rivista “Vetera Christianorum”, in cui segnalai un fatto interessante ovvero la presenza di una serie di gradini immediatamente vicini alla tomba, sempre scavati nel tufo, che evidentemente portavano al piano superiore cioè all’interno della cattedrale le cui tracce sono state rinvenute durante gli scavi al di sotto del pavimento medievale: l’unica cattedrale paleocristiana della Terra d’Otranto.
Lei, ha studiato approfonditamente la storia di quel periodo riguardante la Capitanata, che può essere considerata un condensato di arte bizantina. Anche Bari…
Un tempo la Capitanata era caratterizzata da chiese dedicate a santi bizantini. A Bari il corpo giunse San Nicola nel 1087 e recentemente sono stati recuperati molti reperti, quali sculture e iscrizioni in greco che forniscono informazioni considerevoli sulle strutture stesse.
Sono noti i suoi studi su S. Maria della Croce (Casaranello): secondo le sue ricerche, chi è stato a portare il frammento della vera Croce e perché?
Alcune nobildonne romane, ferventi cristiane che prima convivevano in modo quasi monastico, scelsero la pratica dell’eremitismo e del monachesimo orientale, sorto in Egitto. Pertanto, si trasferirono nei luoghi santi dove costruirono chiese private e cripte con destinazione funeraria poiché durante i pellegrinaggi vi si insediavano e poi dopo la morte vi venivano seppellite. Tra queste nobildonne romane vi era Paola senior che inviò al vescovo Paolino di Nola, cui era molto legata, un frammento della vera Croce che fu incastonato nel muro su cui poi venne sistemato un mosaico che in seguito divenne una sorta di reliquiario con al centro una croce gemmata. Oltretutto, l’alta qualità della costruzione e la presenza di un mosaico parietale, rivelano certamente costi elevati per un’opera di questo genere data la presenza di tessere d’oro, ma soprattutto una committenza importante. Inoltre, l’iconografia è solo in parte simbolica. Infatti, sottolineando che la croce compare in aggiunta all’intitolazione sulla Vergine, ho ipotizzato che tale edificio, di raffinata e altissima qualità, custodisse una reliquia della vera Croce per cui, allargando l’indagine all’Italia meridionale, ho riscontrato effettivamente che a quei tempi circolavano frammenti della Croce. Ma è pur vero che in Puglia si possono trovare un numero impressionante di frammenti simili e di altrettante testimonianze in proposito.
Fatima Grazioli
















