Pubblicato in: Sab, Mar 8th, 2014

Il Ducato di Otranto alla fine del IX secolo

Puglia Preromanica/Continua l’Intervista alla Prof. Marina Falla Castelfranchi sulla presenza bizantina nella regione.

Continuiamo l’approfondi­mento della presenza bi­zantina nella nostra regio­ne durante la seconda metà del primo millennio. È noto che Gallipoli, con una parte della Terra d’Otranto, della Calabria bizan­tina e della Sicilia, fece parte dal VII secolo dei territori bizantini organiz­zati nel governo di un tema. Otranto, poi,ebbe un ruolo particolare…

Prof.ssa Castelfranchi, a che data possiamo far risalire il do­minio?

Prima ancora della seconda colo­nizzazione greca, cioè della conquista dell’imperatore Basilio I alla fine del IX sec., pare ci fosse già un ducato bi­zantino proprio ad Otranto, collegato ad un tema.

Bari, a sua volta, fu dimora dal 876 del governatore di Otranto e della Longobardia, mentre il tema di Sicilia era conquistato progressivamente dagli Arabi. Le ripartizioni dei temi svolge­vano un ruolo rilevante?

I temi erano circoscrizioni ammini­strative a carattere militare governate da uno stratego ed istituite al tempo dell’Imperatore Eraclio nella prima metà del VII sec., quando l’Asia Mi­nore venne in parte conquistata dai Persiani e poi subì attacchi dagli Ara­bi. Anche l’Italia meridionale, inizial­mente divisa in temi, si unì divenendo la grande provincia più occidentale dell’Impero ovvero il Capitanato d’I­talia avendo come centro Bari.

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Ci sono testimonianze architet­toniche o pittoriche della breve dominazione dei Longobardi a Otranto?

Vi è una bellissima tomba ad ar­cosolio scavata nel tufo e posiziona­ta sulla parte sinistra, poco prima dell’ingresso alla cripta della catte­drale che personalmente ritengo le­gata alla metà dell’VIII sec., quando, anche se per poco, Otranto fu conqui­stata dai Longobardi. A tal proposito, nel 1984 pubblicai un saggio sulla rivista “Vetera Christianorum”, in cui segnalai un fatto interessante ovve­ro la presenza di una serie di gradini immediatamente vicini alla tomba, sempre scavati nel tufo, che eviden­temente portavano al piano superiore cioè all’interno della cattedrale le cui tracce sono state rinvenute durante gli scavi al di sotto del pavimento medie­vale: l’unica cattedrale paleocristiana della Terra d’Otranto.

Lei, ha studiato approfondita­mente la storia di quel periodo riguardante la Capitanata, che può essere considerata un con­densato di arte bizantina. Anche Bari…

Un tempo la Capitanata era ca­ratterizzata da chiese dedicate a santi bizantini. A Bari il corpo giunse San Nicola nel 1087 e recentemente sono stati recuperati molti reperti, quali sculture e iscrizioni in greco che for­niscono informazioni considerevoli sulle strutture stesse.

Sono noti i suoi studi su S. Ma­ria della Croce (Casaranello): secondo le sue ricerche, chi è stato a portare il frammento del­la vera Croce e perché?

Alcune nobildonne romane, fer­venti cristiane che prima convivevano in modo quasi monastico, scelsero la pratica dell’eremitismo e del mona­chesimo orientale, sorto in Egitto. Pertanto, si trasferirono nei luoghi santi dove costruirono chiese private e cripte con destinazione funeraria poiché durante i pellegrinaggi vi si insediavano e poi dopo la morte vi venivano seppellite. Tra queste no­bildonne romane vi era Paola senior che inviò al vescovo Paolino di Nola, cui era molto legata, un frammento della vera Croce che fu incastonato nel muro su cui poi venne sistemato un mosaico che in seguito divenne una sorta di reliquiario con al centro una croce gemmata. Oltretutto, l’alta qualità della costruzione e la presen­za di un mosaico parietale, rivelano certamente costi elevati per un’ope­ra di questo genere data la presenza di tessere d’oro, ma soprattutto una committenza importante. Inoltre, l’i­conografia è solo in parte simbolica. Infatti, sottolineando che la croce compare in aggiunta all’intitolazione sulla Vergine, ho ipotizzato che tale edificio, di raffinata e altissima qua­lità, custodisse una reliquia della vera Croce per cui, allargando l’indagine all’Italia meridionale, ho riscontrato effettivamente che a quei tempi cir­colavano frammenti della Croce. Ma è pur vero che in Puglia si possono trovare un numero impressionante di frammenti simili e di altrettante testi­monianze in proposito.

Fatima Grazioli

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