Pubblicato in: Lun, Dic 22nd, 2014

Il linguaggio del Presepe/Divino e Umano in quel Bambino

Il Bambino Gesù è al centro nei tre racconti evangelici che riferiscono sul presepe, ecco i testi: Luca.2,1-21; Matteo 2,1-12; Proto­vangelo di Giacomo, aprocrifo. Sono tre racconti di “apparizioni” essi riferiscono sui primi giorni di vita del Dio fatto Bambino nel contesto di una stalla. Identico è il messaggio: dal cielo parte un segnale e questo è visibi­le e comprensibile dagli abitanti della terra (Rivelazione). Le conseguenze dell’apparizione di Dio (Epifania) sono: produce nel mondo un cambiamento e come evento storico essa è da­tata e localizzata. Varia l’intreccio dei racconti e variano i personaggi sulla scena, quindi varia la tonalità e l’accento. Nel Natale si muovono sulla scena i Pastori; nell’Epifania si muovono sulla scena i Magi. Varia pure l’interesse dei lettori.

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Il racconto del Natale ha trovato più coinvolgimento in occidente, mentre il racconto dell’Epifania ha avuto più ascolto in Oriente. Le due solennità del Natale e dell’Epifania sono riportate nel calendario cristiano e ciò conferma un clima di chiesa più comunicativo e partecipativo tra le due aree marcate dalle due lingue la greca e la latina. Il nome “Betlehem” significa “Casa del pane” questa minuscola località, a dieci chilometri da Gerusalemme, era stata la patria di Davide. Il profeta Mi­chea 5,1 aveva prospettato Betlehm come la sorgente della salvezza futura. Qui in una stalla ( o grotta) a Bet-lehem la Parola di Dio si fece carne Lc.2,1-21; Mt. 1,18-25; 2,1-18. “L’abitare in una stalla non era né raro né particolarmente spiacevole; impressiona piuttosto nella nascita di Gesù il fatto che tutto è ordinario (fasciare)”. Per contrasto metto in guardia su certi presepi “moderni” non sempre questi ci aiutano nella riflessione cristiana, talvolta sembrano studiati per propagandare un gusto locale e casarec­cio o dei prodotti locali. Torniamo a guardare gli originali presepi descritti nei vangeli. Gli elementi costitutivi sono di tre ordini, il primo è divino, l’altro è umano e l’altro è disumano.

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1. L’elemento divino. Il Verbo si fece carne e nel silenzio della notte prese forma in un bambi­no appena nato dalla Vergine Maria assistita da Giuseppe suo sposo. L’evento si compiva nello spazio preciso dell’abitato di Bethlem nel tempo in cui Cesare Augusto imperava a Roma. Gli angeli annunciarono “Gloria” nel più alto dei cieli e “Pace” agli uomini di buona volontà. Gli effetti che produsse l’evento divino furono immediati e di grande stupore. Lo stupore si coglieva nell’aria perché coinvolgeva tanto il cielo quanto la terra. Segni gioiosi venivano espressi in alto dal canto degli angeli, dalla luce di una cometa, e dalla corsa gioiosa e curiosa verso la grotta della natività da parte dei pastori e dei Magi.

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2. L’elemento umano. In una stalla o grotta di fortuna nacque un Bambino da Maria presente Giuseppe suo sposo. Affollano la scena due gruppi di persone, i pastori che sono parte del popolo ebraico e raffigurano tutti gli uomini della terra. Essi sono perennemente in movimento, in cerca di cibo per il proprio corpo e per il proprio spirito. Essi percepiscono di essere giunti alla fonte della vita. L’altro gruppo è costituita dai magi i quali non sono ebrei. Forse erano Nabatei, facenti parte di una tribù del deserto nel Neghev legati alla bella città di Petra ed altre sparse nel deserto. Questa tribù conosceva bene le vie carovaniere e si era specializzata nel commercio di materiali preziosi tra cui oro, incenso e mirra. L’attività che svolgevano li obbligava a studiare il cielo. I Magi raffigurano tutti i ricercatori e i com­mercianti della terra.

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Duccio di Buoninsegna, La strage degli innocenti, Siena

3. L’elemento disumano. Erode, personaggio pubblico, personifica la cattiveria del potere sulla faccia della terra che schiaccia la dignità delle persone. Fu Erode a ordinare la strage degli innocenti per pure gelosia sopprimendo la vita nascente di tante creature sperando in tal modo di sopprimere la stessa vita racchiusa in quel neonato figlio di Maria. Erode rappresenta, interpreta, esprime la menzogna e l’oppressione. Nello scontro cruento la vita risultò vittoriosa sulla morte. Il Natale e l’Epifania attualizzano la lieta notizia: il Signore ha mostrato il suo volto all’umanità ed ha preso dimora in ogni persona. L’elemento divino e quello umano si sono come fusi in unità nel Bambino Gesù e, per pura grazia, si sono fusi insieme in ogni persona. 

Antonio Febbraro

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