Pubblicato in: Dom, Dic 14th, 2014

Il Sole 24Ore/Qualità della vita: “Anche questa è cultura. Gli annunci non bastano”

L’analisi del Sociologo: attenzione si tratta di risultati sinergici e cumulativi cioè sviluppati in anni di inerzia. 

Avanzo una proposta in due mosse per non farsi prendere dal panico di fronte ai dati sconfortanti dell’indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle 107 città italiane capoluogo di provincia, che vede Lecce sci­volare ad un mesto 100° posto in graduatoria. Prima mossa: ricordate che gli estensori della classifica non ce l’hanno col sindaco Perrone, né con nessun altro primo cittadino. Queste classifiche sulla qualità della vita hanno una storia più lunga di quella della Giunta comunale di turno: le due indagini più famose ed autore­voli, quella della newyorkese Mercer e quella dell’inglese Economist, sono nate per fornire indicazioni ad una élite di lavoratori ben pagati, molto qualificati ed in grado di scegliere dove lavorare anche sulla base di parametri circa la gradevolezza della vita urbana. Si tratta, in sostanza, di inda­gini che hanno origine nella evoluzione di segmenti del mercato del lavoro pienamente inseriti nella globalizzazione delle professioni indotta dalla società della conoscenza. Punto e basta. Prendersela con chi stila classifiche basate su un ampio ventaglio di indicatori qualitativi accreditati da anni di sperimentate indagini interna­zionali, è solo una dimostrazio­ne di provincialismo. Seconda mossa: evitate di reagire alla sonora bocciatura annunciando in conferenza stampa quelle azioni della vostra amministrazione che senza dubbio alcuno ribalteran­no la classifica e riporteranno la vostra città nella top ten. Nessun intervento a breve, e figurarsi poi in tempi di legge di stabilità e spending review, può invertire indicatori come quello della formazione, della disponibilità di verde e di strut­ture per l’infanzia, del Pil al di sotto della media, dell’invec­chiamento della popolazione a causa dell’emigrazione dei giovani, e via enumerando.

66

Questi risultati hanno due ca­ratteristiche che fanno a pugni con la logica emergenziale degli annunci a mezzo stampa: sono sinergici, e sono cumula­tivi. Sono cumulativi perché i processi col segno “meno” si sono sviluppati in anni ed anni di colpevole inerzia, non sono nati ieri e non cesseranno do­mani di produrre effetti. E sono sinergici perché non è possibile pensare di intervenire su uno di essi, o su pochi: la quali­tà della vita non migliorerà piantando qualche albero in più né aprendo qualche altro km di piste ciclabili, perché questo è un concetto olistico, un quadro d’insieme dove tutto si tiene. È per intercettare questa dimen­sione olistica del concetto di qualità della vita che Il Sole 24 Ore utilizza ben 36 parametri raggruppati in sei macro-aree, e non si limita a compulsare le statistiche della Banca d’Italia o di UnionCamere. Ma i caratteri della sinergia e della cumulatività entrano immediatamente in conflitto con i tempi nevrotici della politica mediatizzata, dove l’annuncio conta molto di più dell’azione, specie di quelle particolari azioni, assai invise alla politica, che produrranno effetti ben al di là dell’orizzon­te temporale della prossima scadenza elettorale. E forse – suggerisco – questa dimensione olistica della qua­lità della vita si può chiamare anche in un altro, e più sinte­tico, modo: si chiama cultura. Un concetto che potrebbe tornare utile alla prossima can­didatura di Lecce, se e quando dovesse venire.

Gigi Spedicato

Lascia un commento

XHTML: You can use these html tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

 

Gli articoli più letti