In Puglia/Vox populi preferenda est: Ecclesia Sancti Orontii
Tre chiese medievali intitolate a Sanctus Arontius: a Taranto, a Monte Sant’Angelo e a Monopoli.
Molto si è detto e si è scritto sulla figura di Sant’Oronzo in età barocca perché è più facile consultare i Documenti a disposizione dal XVII sec. in poi ma a mio parere la ricerca si fa più interessante se ci portiamo in età medievale in quanto proprio il Medio-Evo o Età di Mezzo fa da ponte tra le vicende originarie, vero oggetto di investigazione, e quelle moderne. Per la verità a Sanctus Arontius troviamo intitolate ben tre Chiese medievali in Puglia. La prima sita nel feudo di Taranto, fu dal normanno Roberto il Guiscardo con Diploma del gennaio 1082 donata al monastero di S. Lorenzo di Aversa. Di questo Diploma ben tre testi ci sono stati trasmessi e si conservano Regium Neapolitanum Archivium, V, n. 433, 434, 435 e sappiamo che la Diocesi di Lecce faceva parte del Regno di Napoli e i suoi Vescovi venivano nominati con regio placetsino alla caduta dei Borboni. I primi due testi ci offrono una lezione uniforme: ecclesiam sancti Arontii de Tarento; il terzo da invece: ecclesiam sancti Aroncii de Tarento. Trattasi sicuramente di una differenza trascurabilissima:è facile e frequente lo scambio di t con c nella trascrizione di documenti paleografici. La concessione del Guiscardo venne confermata dal figlio Ruggero con Diploma del maggio 1092. Anche di questo diploma ben tre testi ci sono pervenuti e conservati dal predetto Archivium. Nel primo si ha la lezione: sanctum Oroncium de Tarento; nel secondo invece: sanctum Aruncium de Tarento; nel terzo leggiamo: sanctum Orontium de Tarento.
Il particolare costituito dalla precisazione della vocale iniziale di A in O è fondamentale per l’identificazione da lì in avanti del nostro Protettore con quel nome così come i più autorevoli Bollandisti dell’Archivio di Stato Napoletano sostengono nei Monumenta R. Neapol. Arch., V, e anche quelli dell’Archivio Vaticano confermano negli Acta Apostolicae Sanctae Sedis, 26 Aug.,V, 776. La seconda ecclesia sancti Arontii è sita in territorio di Monte Sant’Angelo ed è ricordata nel Diploma che il conte Enrico rilasciò allo zio l’Abate de Curte nel novembre 1098 come ci documenta D.L. Leccisotti, Le Colonie Cassinesi in Capitanata, II, Il Gargano,1938, p.30. La terza, sita in agro di Monopoli, è indicata nella Bolla di Papa Alessandro III del 26 febbraio 1180. Tra i possedimenti confermati dal detto Pontefice alla Chiesa Vescovile di Monopoli leggiamo elencata la ecclesiam sancti Arontii. È interessante notare che in una successiva trascrizione della Bolla Pontificia si ripete la precisazione della vocale iniziale così come era avvenuto nell’esame del Diploma di Ruggero il normanno: anche qui si parla con chiarezza di ecclesiam sancti Orontii. I Santi Oronzo, Giusto e Fortunato nel segno del loro culto al di là dei tracciati documentali richiamano secondo me la vera “tradizione” (dal latino tradêre=consegnare) cioè la trasmissione di una fede consegnata come il bene più prezioso da una generazione all’altra fino alla nostra del terzo millennio; ne è prova la precisazione della vocale A in O di Orontius che spinse molti redattori dei Diplomi medioevali ad adattare la stesura dei loro scritti alla pronunzia toponomastica con cui il suo popolo da sempre aveva indicato il suo amato santo, vox populi preferenda est. Quando la ricerca storica si unisce alla sana tradizione popolare la memoria oronziana rivive attraverso i meandri della storia e i disegni di Dio e giunge alla Lecce dei nostri giorni che resterà sempre e per sempre la ecclesia sancti Orontii.
Carmelo Simmini
















