Pubblicato in: Lun, Gen 5th, 2015

ISSR/Realtà culturale radicata nel territorio

Grazie dal profondo del cuore all’Arcivescovo per aver subito accettato l’invito a presiedere que­sta assemblea docenti. Lo voglio ringraziare a nome di tutti voi docenti, segreteria e studenti per il suo modo di porsi verso l’Istituto: sempre attento e pronto a risolvere i diversi problemi; ma soprattutto perché crede che questa realtà sia per la diocesi un soggetto ecclesiale di grande importanza per le potenzialità che manifesta e per i frutti che produce, accanto alle altre realtà ecclesiali storicamente collaudate come le parrocchie e i diversi organismi pastorali diocesani; perché crede che è un soggetto culturale ben ramificato nel terri­torio salentino. Un grazie colmo di tanto affetto a tutti voi Docenti e Colleghi di lavoro: insieme condividiamo questa esperienza faticosa ed esaltante. Un grazie sentito al Segretario e al suo collaboratore per il lavoro che si fa sempre più pesante. Cerco di presentare brevemente il quadro della vita e dell’attività dell’Istituto in questi ultimi tre anni, da quando abbiamo celebra­to con un bel convegno (Atti) il 20 anniversario di erezione a Issr. La celebrazione del ventennio è avvenuta subito dopo il faticoso e complesso lavoro di adeguamen­to ai parametri del processo di Bologna, ai nuovi piani di studio (tre più due), nuovi statuti e regolamenti, cooptazione dei do­centi stabili (n. 5). Nel frattempo l’Istituto si è arricchito di nuovi docenti e del mondo ecclesiastico e del mondo accademico Uni­versità del Salento. Interessante e sempre più impegnativo per noi constatare la diversità di età, formazione culturale, stato di vita degli alunni: negli ultimi tre anni frequenta un numero cospicuo di alunni giovanissimi (20-22 anni); i laureati sono circa il 50%. Tutti accomunati dall’esigenza di acquisire una solida formazione culturale-spirituale. Per i più giovani l’aspirazione allo sbocco professionale.

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Diventa sempre più chiaro e più urgente nell’am­bito delle comunità cristiane a livello parrocchiale e diocesano valorizzare il più possibile non tanto la spendibilità dei titoli ma l’esperienza e l’impegno di queste persone. Un ultimo punto: circa le prospettive. Dall’Istituto ci si aspetta tanto e l’Istituto può dare tanto. A chi? Anzitutto agli stessi Alunni. Si aspettano tanto non solo sotto il profilo accademico che deve sempre più qualificarsi e affinarsi, ma soprattutto sotto il profilo di una formazione culturale che si nutra di rivelazione, di magistero, che si coniughi con una vita di testimonianza cristiana immedia­tamente spendibili nei contesti della vita familiare, sociale, ecclesiale. Attese da parte delle Parrocchie: in modo diversificato sta emergendo sempre più forte il bisogno di un collegamento con l’Istituto e non solo nella diocesi di Lecce, grazie ai tanti alunni che fanno da tramite, agli stessi do­centi (parroci e non); Aspettative molto chiare, a volte pressanti, dal mondo della cultura: Associazioni culturali, Università: nelle loro iniziative chiedono la collabora­zione con l’Istituto. L’Istituto può dare molto, un molto che non è quantitativo, è un molto qualita­tivo. Sul piano delle competenze professionali: insegnanti di reli­gione attrezzati sul piano contenu­tistico e didattico ad affrontare le nuove sfide del mondo giovanile e del mondo della scuola; donne e uomini che danno ragione della speranza cristiana collocando la fede nel cuore della cultura; donne e uomini che con umiltà e nella quotidianità mettono la teologia al servizio della fede dei cristia­ni, soprattutto dei più semplici (Cfr. Lumen Fidei 36). Verifica Avepro-Verifica Cei più urgente e immediata. Quindici borse di studio agli studenti più meritevoli. 

Luigi Manca

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