ISSR/Realtà culturale radicata nel territorio
Grazie dal profondo del cuore all’Arcivescovo per aver subito accettato l’invito a presiedere questa assemblea docenti. Lo voglio ringraziare a nome di tutti voi docenti, segreteria e studenti per il suo modo di porsi verso l’Istituto: sempre attento e pronto a risolvere i diversi problemi; ma soprattutto perché crede che questa realtà sia per la diocesi un soggetto ecclesiale di grande importanza per le potenzialità che manifesta e per i frutti che produce, accanto alle altre realtà ecclesiali storicamente collaudate come le parrocchie e i diversi organismi pastorali diocesani; perché crede che è un soggetto culturale ben ramificato nel territorio salentino. Un grazie colmo di tanto affetto a tutti voi Docenti e Colleghi di lavoro: insieme condividiamo questa esperienza faticosa ed esaltante. Un grazie sentito al Segretario e al suo collaboratore per il lavoro che si fa sempre più pesante. Cerco di presentare brevemente il quadro della vita e dell’attività dell’Istituto in questi ultimi tre anni, da quando abbiamo celebrato con un bel convegno (Atti) il 20 anniversario di erezione a Issr. La celebrazione del ventennio è avvenuta subito dopo il faticoso e complesso lavoro di adeguamento ai parametri del processo di Bologna, ai nuovi piani di studio (tre più due), nuovi statuti e regolamenti, cooptazione dei docenti stabili (n. 5). Nel frattempo l’Istituto si è arricchito di nuovi docenti e del mondo ecclesiastico e del mondo accademico Università del Salento. Interessante e sempre più impegnativo per noi constatare la diversità di età, formazione culturale, stato di vita degli alunni: negli ultimi tre anni frequenta un numero cospicuo di alunni giovanissimi (20-22 anni); i laureati sono circa il 50%. Tutti accomunati dall’esigenza di acquisire una solida formazione culturale-spirituale. Per i più giovani l’aspirazione allo sbocco professionale.
Diventa sempre più chiaro e più urgente nell’ambito delle comunità cristiane a livello parrocchiale e diocesano valorizzare il più possibile non tanto la spendibilità dei titoli ma l’esperienza e l’impegno di queste persone. Un ultimo punto: circa le prospettive. Dall’Istituto ci si aspetta tanto e l’Istituto può dare tanto. A chi? Anzitutto agli stessi Alunni. Si aspettano tanto non solo sotto il profilo accademico che deve sempre più qualificarsi e affinarsi, ma soprattutto sotto il profilo di una formazione culturale che si nutra di rivelazione, di magistero, che si coniughi con una vita di testimonianza cristiana immediatamente spendibili nei contesti della vita familiare, sociale, ecclesiale. Attese da parte delle Parrocchie: in modo diversificato sta emergendo sempre più forte il bisogno di un collegamento con l’Istituto e non solo nella diocesi di Lecce, grazie ai tanti alunni che fanno da tramite, agli stessi docenti (parroci e non); Aspettative molto chiare, a volte pressanti, dal mondo della cultura: Associazioni culturali, Università: nelle loro iniziative chiedono la collaborazione con l’Istituto. L’Istituto può dare molto, un molto che non è quantitativo, è un molto qualitativo. Sul piano delle competenze professionali: insegnanti di religione attrezzati sul piano contenutistico e didattico ad affrontare le nuove sfide del mondo giovanile e del mondo della scuola; donne e uomini che danno ragione della speranza cristiana collocando la fede nel cuore della cultura; donne e uomini che con umiltà e nella quotidianità mettono la teologia al servizio della fede dei cristiani, soprattutto dei più semplici (Cfr. Lumen Fidei 36). Verifica Avepro-Verifica Cei più urgente e immediata. Quindici borse di studio agli studenti più meritevoli.
Luigi Manca
















