La Lezione di Bauman a Lecce/Dialogo tra i popoli o morte!
L’Università del Salento ha conferito a Zygmunt Bauman, la laurea honoris causa in Lingue Moderne, Letterature e Traduzione Letteraria. Si tratta di uno dei più influenti pensatori al mondo, universalmente noto come il teorico della “società liquida” e giunto alla bella età di 90 anni, dopo aver insegnato nelle Università di Varsavia, Tel Aviv e, infine, Leeds, in Gran Bretagna. Abbiamo inseguito il mito dell’individualismo, ma non dimentichiamo che la portata etica di una società si misura sulla sua capacità di offrire a tutti pari opportunità di scelta, pari libertà, il dovere di proteggere i deboli e gli emarginati. “Non siamo mai stati così liberi, ma non ci siamo mai sentiti così impotenti”, ha sostenuto Bauman. La stessa istruzione è fatta argomento di riflessione per Bauman, che rinnega la visone “balistica” dell’insegnamento: l’insegnante non può più “sparare” le nozioni nella testa dei propri allievi, bensì dovrà rilevare, assieme a loro, cos’è più importante per il loro futuro di esseri umani. Recentemente, il Nostro ha affrontato una seria riflessione su Dio ed ha citato spesso Papa Francesco ed i suoi scritti.
Alla domanda “qual è il rapporto tra Dio e l’uomo?”, egli risponde “Dio stesso è ‘diasporico’, diffuso in tutto il mondo come lo sono i credenti. Il dialogo tra i popoli diversi è una questione di vita o di morte per le sorti dell’umanità. O impareremo a dialogare o affonderemo”. Sentire queste dichiarazioni a pochi giorni dall’ennesima strage di immigrati che si è consumata nel Mediterraneo, lascia, almeno, sconcertati. La nostra società sta diventando, velocemente, interculturale, ma le popolazioni che arrivano non hanno la possibilità né sono invitate ad integrarsi in questa società: al massimo, possono interagire con gli individui e le etnie a loro più vicine. Da qui nasce il bisogno e la difficoltà di una nuova arte: l’arte del dialogo, che sola può consentirci di evitare conflitti senza fine.
Gli strumenti in nostro possesso, per un’azione collettiva efficace, sono stati creati dai nostri predecessori per servire unità territoriali autonome e sovrane, che noi chiamiamo Stati ed hanno sostenuto l’indipendenza di questi ultimi, per lungo tempo. Oggi, invece, ci troviamo di fronte all’esigenza di sostenere l’“interdipendenza”, perché reti di dipendenza reciproca si estendono da una parte all’altra del nostro pianeta. In tale situazione, però, non esiste più alcuna istituzione politica in grado di gestire la coesistenza pacifica e reciprocamente benefica tra persone. Non abbiamo, al momento, strumenti adatti ad un compito così arduo, a cominciare dal potere e, al tempo stesso, dal limite della parola. Si tratta dunque, ha concluso Bauman nella sua lectio magistralis, di trovare il modo, nonostante la massa di informazioni che ci soffoca, di modificare gli strumenti in nostro possesso, affinché risultino adeguati alle nuove sfide sociali. Non è indispensabile attendere che accada una catastrofe, per ammettere che la catastrofe sta arrivando!
Luigino Binanti

















