La tela di San Gregorio Taumaturgo, Protettore dei piccoli Leviti
La Cappella dell’Antico Seminario di Piazza Duomo…
C’è da impaurirsi per l’alto numero di Santi che portano il nome di “Gregorio”. Un nome recensito dalla Biblioteca Sanctorum; edito dalla Università Lateranense all’inizio del secolo novecento. Tra questa molteplicità di nomenclatura troviamo a fatica il nome “Gregorio Taumaturgo”, vissuto nel Terzo Secolo del Cristianesimo, nel nord-est dell’antica Asia Minore, nonché Vescovo di Neocesarea del Ponto, ora Turchia. Di esso si trova nella Cappella dell’attuale Seminario di Piazza Duomo: antico fino a mezzo secolo fa. E poi di fresco tornato tale quando sorse il moderno utile solo per qualche decennio. La tela, pia immagine firmata da Paolo De Matteis, insigne pittore dell’area napoletana di primo settecento. Sorretta da un “macchina” lapidea tutta di trine e merletti di fine barocco, forse dello stesso anno d’inaugurazione del sacro loco, datato: 12 marzo 1709. Forse coevo ai due Altari laterali dedicati a Santa Domenica e San Vincenzo Martire. Nel citato anno, quando finalmente si riuscì a completare l’opera vaghezzata e iniziata dal secondo dei Pignatelli, Michele e rifinita da Fabrizio, il terzo Vescovo omonimo.
Per chi non lo sapesse entrambi successori immediati del primo, Antonio, che ascese al soglio pontificio col nome di Innocenzo XII. Tornando al Santo che celebriamo il 17 novembre, ricordiamo che, come scritto aveva per immagine il titolo Neocesarea del Ponto distinto dalle due omonime città del paese di Gesù: Cesarea di Palestina, sul mare e Cesarea di Filippo, sul colle. E fu anche scrittore di letteratura cristiana antica, le cui opere si distinguono in autentiche, dubbie e spurie. Attualmente, in seguito alla riforma postconciliare degli anni ’70, è stato cancellato dal calendario dei Santi, dal Messale e dalla Liturgia delle Ore. Così come dai primi secoli si leggeva nella liturgia orientale ed anche in quella occidentale romano-latina. Ne fa fede il Martirologio Geronimiano del Secolo Settimo. A mo’ di conclusione notiamo che il giorno dedicato al Santo era festa in Seminario: a scuola a pranzo, per la vestizione anche dei neo-beviti. Così come ivi si celebrava talvolta dal nostro Pastore per l’ordinazione presbiterale, conferita in forma minore per il Presbiterato e gli altri ordini maggiori e minori; certamente tonsura compresa. Spesso per giovani religiosi francescani e passionisti che avevano la loro casa in ambito diocesano.
Oronzo De Simone