Pubblicato in: Ven, Apr 20th, 2012

L’Arcivescovo alla vigilia dell’appuntamento elettorale/Chiamati a…partecipare

CATTOLICI IN POLITICA: CONFRONTO SENZA CONFUSIONE

Forse per quello che dirò qualcuno mi accuserà di invasione di campo. C’è una profonda verità che accompagna la vita e l’agire dei cristiani. Dal momento in cui Cristo ha scelto di farsi uomo e ha scelto la terra come teatro della sua azione di salvezza, noi cristiani amiamo questa terra, la sua storia, il suo quotidiano tentativo di liberarsi dalle molte incertezze che rendono affannoso, incerto e deludente il suo andare verso i cieli nuovi e la terra nuova dove sarà di casa a pieno titolo la giustizia. Poiché, prendo in prestito alcune affermazioni di un antico scritto cristiano, Dio ci ha messi nel mondo, in un posto cioè che non ci è lecito abbandonare, non restiamo a guardare ma partecipiamo a pieno titolo a tutto ciò che promuove e difende il bene comune e realizza le giuste attese di ogni uomo.

Sono ben convinto che la Chiesa non può confondersi con la realtà politica ma è suo dovere richiamare i cristiani, soprattutto quelli che scelgono di mettersi al servizio della comunità nel libero gioco della sua organizzazione, a un impegno coerente e scevro da bizantinismi e asservimenti che mortificano dignità e verità.

Nel dovere che mi appartiene di annunziare la verità,ricordo soavemente e fortemente ai cattolici che scelgono il servizio alla polis, alcune proprietà di ordine etico: il disinteresse, la lealtà, il rispetto della dignità degli altri , il rifiuto della menzogna, peggio ancora della calunnia come strumento di lotta contro gli avversari, l’attenzione ai poveri, la promozione di politiche per il lavoro, l’ ascolto delle istanze giovanili.

Mi piace ribadire alcune mie passate affermazioni: quanti tra i cristiani sono chiamati a servire nelle istituzioni per scelta personale o per delega, ricordino che c’è la possibilità del conforto e del confronto con la comunità dei credenti ma anche la chiara consapevolezza che non è la comunità a delegarlo. E’ una personale responsabilità che deve farsi animare e sorreggere dalla fede che irrora tutta la propria esistenza.

+Domenico d’Ambrosio

arcivescovo

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