Pubblicato in: Gio, Mar 19th, 2015

Lega Pro/Lecce, tutti i perché della crisi Giallorossa

Anticipo Casalingo contro l’Aversa. Scarse le possibilità di conquistare un posto per accedere ai playoff. 

Quattro buone, tre cattive. Come dire che, nelle sette gare della gestione Bollini, il Lecce ha col­lezionato quattro vittorie (Savoia, a Pagani, Messina e Juve Stabia) e tre sconfitte (due di segui­to) contro Salernitana ed a Cosenza e Caserta. Un bottino magrissimo (appena 12 punti sui 21 disponibili) che gettato nello sconforto i tifosi ed estromesso il Lecce dalla zona play off. Adesso, dopo la clamo­rosa vittoria in casa della capolista Salernitana, il Matera ha scavalcato il Lecce al quinto posto, relegandolo al sesto con ben due lunghezze di distacco. Insomma, un momentaccio per la squadra giallorossa che anche sotto la guida di Bollini, dopo un avvio scoppiettante (tre vittorie in tre partite), da circa un mese a que­sta parte si sta comportando come i “Lecce” guidati da Lerda e Paglia­ri. Cioè male, molto male. Perché questa metamorfosi negati­va? Per una lunga serie di motivi. Alcuni di natura squisitamente tecnica (vale a dire per mancanza di qualità di diversi elementi) ed altri per errori commessi dal tecnico Bollini che, alle parole, non sempre ha fatto seguire i fatti. Mister Bollini è un tecnico giovane e con idee nuove, poggiate soprattutto sullo sviluppo di schemi utili a far gioco e dare spettacolo. La sua fede nel “4-3-3” ne è una chiara dimostrazio­ne. E bisogna dire che, per circa un mese, il Lecce ha disputato buone partite, alcune “contornate” anche da fasi di gioco brillante e veloce. Sembrava avesse imparato a memo­ria, applicandole con successo, tutte le nozioni di natura tattica impartite da Bollini. Poi, il bel giocattolo ha cominciato a perdere colpi: dapprima a Caserta e, ultimamente in maniera preoccupan­te, contro Salernitana e, domenica scorsa, a Cosenza. Due sconfitte di­verse. La prima, contro la capolista Salernitana, ci poteva anche stare. Quella di Cosenza, no. Contro il Lecce ha giocato un Cosenza dotato di scarse qualità; una squadra asso­lutamente mediocre. Ed è per questo che la sconfitta rimediata dal Lecce ha provocato profonda delusione e grande amarezza nella tifoseria che, nella sfida contro la Salernitana, con un atto d’amore, aveva fatto regi­strare il record stagionale con oltre 6.500 spettatori.

IVAN

Un Lecce in crisi, allora? Sono in molti a crederci. E ci credo­no soprattutto alla luce di alcune valutazioni fatte riguardo il compor­tamento dei giocatori e sulle scelte del tecnico Bollini. Quest’ultimo, ad esempio, ha dato prova di notevole incongruenza, specie nella scelta de­gli uomini delle ultime due partite. Contro la Salernitana, ad esempio, non potendo disporre di Moscar­delli (squalificato), aveva optato per l’impiego di Miccoli come punta centrale, escludendo il jolly Lepore che, per inciso, era stato l’eroe della vittoria contro la Juve Stabia. Non basta. A Caserta, prima sconfitta dell’era Bollini, Herrera era stato mandato in tribuna. Lo stesso giocatore, invece, la settima­na dopo è stato schierato da titolare contro la Salernitana, per poi finire nuovamente in tribuna a Cosenza. Altra scelta inspiegabile. Il giovane attaccante Manconi sarebbe stato il sostituto naturale dello squalificato Moscardelli. Ebbene, invece di farlo giocare contro la Salernitana, mister Bollini lo ha tenuto seduto in pan­china per l’intera durata della gara. Invece, tanto per ricredersi e per stupire noi analfabeti del pallone, domenica scorsa l’ha schierato dal primo minuto a Cosenza, ma sulla fascia destra ed accanto a Moscar­delli. Un esperimento sbagliatissi­mo, tanto che, alla fine del primo tempo, Manconi è stato sostituito per scarso rendimento. Insomma Bollini è bravo, ma ancora ha biso­gno di fare molta gavetta. Dunque, ecco come stanno, al mo­mento, le cose in casa Lecce. Male e con scarse possibilità di riconquista­re un posto in zona play off. Oggi, quando mancano soltanto otto gare alla fine del campionato, il Lecce si trova a quattro punti da Casertana e Juve Stabia (rispettivamente terza e quarta) ed a ben 13 da Salernitana e Benevento, capoliste del girone con 64 punti all’attivo. Quindi, addio sicuro alla disputa dei play off? No, ma dovrà compiere un forte recupe­ro per annullare i distacchi esistenti con le seconde, terze e quarte del girone. E per riuscirci dovrà cercare di vincere quasi tutte le restanti otto gare. Certamente, non dovrà fallire l’appuntamento con i tre punti nell’anticipo di sabato prossimo (ore 16, Via del mare) contro l’Aversa, quart’ultima in classifica e con appena 26 punti, frutto di 5 vittorie, 10 pareggi e 15 sconfitte, di cui 9 in casa e 6 fuori. L’Aversa Norman­na, all’andata, vinse sul Lecce per 2-1. Uno smacco incredibile. Da cancellare, sabato, con una vittoria scaccia-crisi.

Umberto Verri

Pages: 1 2

Lascia un commento

XHTML: You can use these html tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

 

Gli articoli più letti