Lega Pro/Lecce, tutti i perché della crisi Giallorossa
Anticipo Casalingo contro l’Aversa. Scarse le possibilità di conquistare un posto per accedere ai playoff.
Quattro buone, tre cattive. Come dire che, nelle sette gare della gestione Bollini, il Lecce ha collezionato quattro vittorie (Savoia, a Pagani, Messina e Juve Stabia) e tre sconfitte (due di seguito) contro Salernitana ed a Cosenza e Caserta. Un bottino magrissimo (appena 12 punti sui 21 disponibili) che gettato nello sconforto i tifosi ed estromesso il Lecce dalla zona play off. Adesso, dopo la clamorosa vittoria in casa della capolista Salernitana, il Matera ha scavalcato il Lecce al quinto posto, relegandolo al sesto con ben due lunghezze di distacco. Insomma, un momentaccio per la squadra giallorossa che anche sotto la guida di Bollini, dopo un avvio scoppiettante (tre vittorie in tre partite), da circa un mese a questa parte si sta comportando come i “Lecce” guidati da Lerda e Pagliari. Cioè male, molto male. Perché questa metamorfosi negativa? Per una lunga serie di motivi. Alcuni di natura squisitamente tecnica (vale a dire per mancanza di qualità di diversi elementi) ed altri per errori commessi dal tecnico Bollini che, alle parole, non sempre ha fatto seguire i fatti. Mister Bollini è un tecnico giovane e con idee nuove, poggiate soprattutto sullo sviluppo di schemi utili a far gioco e dare spettacolo. La sua fede nel “4-3-3” ne è una chiara dimostrazione. E bisogna dire che, per circa un mese, il Lecce ha disputato buone partite, alcune “contornate” anche da fasi di gioco brillante e veloce. Sembrava avesse imparato a memoria, applicandole con successo, tutte le nozioni di natura tattica impartite da Bollini. Poi, il bel giocattolo ha cominciato a perdere colpi: dapprima a Caserta e, ultimamente in maniera preoccupante, contro Salernitana e, domenica scorsa, a Cosenza. Due sconfitte diverse. La prima, contro la capolista Salernitana, ci poteva anche stare. Quella di Cosenza, no. Contro il Lecce ha giocato un Cosenza dotato di scarse qualità; una squadra assolutamente mediocre. Ed è per questo che la sconfitta rimediata dal Lecce ha provocato profonda delusione e grande amarezza nella tifoseria che, nella sfida contro la Salernitana, con un atto d’amore, aveva fatto registrare il record stagionale con oltre 6.500 spettatori.
Un Lecce in crisi, allora? Sono in molti a crederci. E ci credono soprattutto alla luce di alcune valutazioni fatte riguardo il comportamento dei giocatori e sulle scelte del tecnico Bollini. Quest’ultimo, ad esempio, ha dato prova di notevole incongruenza, specie nella scelta degli uomini delle ultime due partite. Contro la Salernitana, ad esempio, non potendo disporre di Moscardelli (squalificato), aveva optato per l’impiego di Miccoli come punta centrale, escludendo il jolly Lepore che, per inciso, era stato l’eroe della vittoria contro la Juve Stabia. Non basta. A Caserta, prima sconfitta dell’era Bollini, Herrera era stato mandato in tribuna. Lo stesso giocatore, invece, la settimana dopo è stato schierato da titolare contro la Salernitana, per poi finire nuovamente in tribuna a Cosenza. Altra scelta inspiegabile. Il giovane attaccante Manconi sarebbe stato il sostituto naturale dello squalificato Moscardelli. Ebbene, invece di farlo giocare contro la Salernitana, mister Bollini lo ha tenuto seduto in panchina per l’intera durata della gara. Invece, tanto per ricredersi e per stupire noi analfabeti del pallone, domenica scorsa l’ha schierato dal primo minuto a Cosenza, ma sulla fascia destra ed accanto a Moscardelli. Un esperimento sbagliatissimo, tanto che, alla fine del primo tempo, Manconi è stato sostituito per scarso rendimento. Insomma Bollini è bravo, ma ancora ha bisogno di fare molta gavetta. Dunque, ecco come stanno, al momento, le cose in casa Lecce. Male e con scarse possibilità di riconquistare un posto in zona play off. Oggi, quando mancano soltanto otto gare alla fine del campionato, il Lecce si trova a quattro punti da Casertana e Juve Stabia (rispettivamente terza e quarta) ed a ben 13 da Salernitana e Benevento, capoliste del girone con 64 punti all’attivo. Quindi, addio sicuro alla disputa dei play off? No, ma dovrà compiere un forte recupero per annullare i distacchi esistenti con le seconde, terze e quarte del girone. E per riuscirci dovrà cercare di vincere quasi tutte le restanti otto gare. Certamente, non dovrà fallire l’appuntamento con i tre punti nell’anticipo di sabato prossimo (ore 16, Via del mare) contro l’Aversa, quart’ultima in classifica e con appena 26 punti, frutto di 5 vittorie, 10 pareggi e 15 sconfitte, di cui 9 in casa e 6 fuori. L’Aversa Normanna, all’andata, vinse sul Lecce per 2-1. Uno smacco incredibile. Da cancellare, sabato, con una vittoria scaccia-crisi.
Umberto Verri
















