Pubblicato in: Lun, Giu 22nd, 2015

Lequile/Artemente… 15 anni di storia dalla loro parte

Sostegno ai malati di mente e alle loro famiglie, creare una mentalità nuova rispetto alla malattia. 

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“Ci sono molti pregiudizi, una cattiva informazione, molta vergogna e poca speranza di guarigione. Spesso le famiglie non sanno come porsi e come affrontare la situazione di disagio”. 

Anna Capo­ne e Antonio Dell’Anna gui­dano l’Associa­zione culturale onlus “Arte­mente” che si occupa di dare sostegno alle persone con disagio mentale e alle loro famiglie. Nata nel 2000 a Lequile, ha un’inci­denza importante sul terri­torio salentino. Con Anna Capone, Presidente dell’As­sociazione e Psicologa, L’O­ra del Salento tratta l’argo­mento del disagio psichico, delle sue conseguenze e del­le energie che “Artemente” spende per questa causa da ben quindici anni.

Presidente Capone, di cosa si occupa l’Asso­ciazione culturale onlus “Artemente”? Da chi è costituita?

L’Associazione si occupa di dare sostegno ai malati di mente e alle loro famiglie, di creare una mentalità nuo­va rispetto alla malattia, di informare e sensibilizzare il territorio attraverso con­vegni, spettacoli teatrali, proiezione di film a tema, mostre, pubblicazione di li­bri, laboratori artigianali, giornate di informazione e di solidarietà, collaborazioni con le istituzioni con proget­ti di inclusione e formazione nelle scuole, con associazio­ni per disabili, comunità te­rapeutiche riabilitative psi­chiatriche, parrocchie, nel carcere minorile e comunità di prima accoglienza per mi­nori. L’équipe è formata da una psicologa, un operatore teatrale e operatori vari tra cui anche persone con disa­gio mentale e disabili.

Quando e perché nasce il bisogno di costituire un’associazione per i malati di mente? C’è un avvenimento particolare che vi ha personalmente spronato ad impegnarvi in prima linea?

Il bisogno nasce dall’a­ver notato la necessità dei familiari di persone malate di mente di capire come af­frontare la situazione e come rapportarsi in maniera po­sitiva ai loro cari e dall’a­ver constatato che rispetto alla malattia mentale c’era poca conoscenza e molta rassegnazione riguardo alle possibilità di guarigione. Ci ha spronati, inoltre, l’entra­ta nel tunnel della malattia mentale di una persona a noi molto vicina.

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Cos’è la malattia menta­le? È causata da fattori biologici oppure anche da fattori esterni?

Ci sono anche fattori bio­logici ma la malattia menta­le è, spesso, un rifugio da una situazione di vita, inaf­frontabile per la persona e molto dolorosa. Situazioni drammatiche della vita come la perdita del lavoro e lutti importanti influiscono in ma­niera preponderante insieme alla personalità individua­le e la modalità di reazione agli eventi traumatici.

È fondamentale, al gior­no d’oggi, la formazione della famiglia e della so­cietà rispetto alla malat­tia mentale?

Ci sono molti pregiudizi, una cattiva informazione, molta vergogna e poca spe­ranza di guarigione. Spes­so, inoltre, le famiglie non sanno come porsi e come affrontare la situazione di disagio. In alcuni casi le fa­miglie accompagnano i ma­lati da noi, in altri tendono a mantenere la situazione così com’è.

Secondo la vostra espe­rienza, la guarigione dal­la malattia mentale può avvenire, in alcuni casi, escludendo l’intervento farmacologico?

In alcuni casi sì, in par­ticolare per malattie come ansia e depressione e in sog­getti molto giovani.

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