Maria nel Salento… La Devozione alla Madonna del Monte
L’invocazione alla Vergine dei Cavallinesi che la festeggiano la prima domenica di maggio.
Come da tradizione, nel mese di maggio torniamo a parlare di alcuni titoli con cui nella nostra terra viene venerata la Vergine Maria. Cominciamo con un titolo caro ai cavallinesi i quali la prima domenica di maggio festeggiano la Madonna del Monte. La tradizione popolare vuole che tanti secoli fa mentre un pastorello conduceva al pascolo i buoi del barone in contrada Capistri nel fondo Rutta, così chiamato per la presenza di una grotta, uno dei buoi smise di ruminare e cominciò a scavare nel terreno all’ingresso della grotta. Invano il guardiano strattonò l’animale per ricondurlo alla pastura. Allora l’uomo guardò nella buca e notò qualcosa, intervenne e trasse da sottoterra una lastra lapidea su cui erano dipinti i volti della Madonna e del Bambino. La notizia del prodigioso ritrovamento attirò tutti gli abitanti del paese i quali decisero di erigere un’edicola sul luogo del ritrovamento. Ma i muretti di giorno venivano alzati e di notte crollavano, finché un’innocente verginella, ispirata dalla Vergine, rivelò che la Madonna voleva che la cappella fosse costruita non nascosta nel fondo, ma sul dosso della campagna, bene in vista sul “monte”.
Così i cavallinesi edificarono vicino alla via che da Cavallino porta a Lecce una chiesetta che intitolarono alla Madonna del Monte. Attorno a questa chiesetta, riedificata nel 1629 e rimaneggiata nel corso dei secoli, sorse nell’Ottocento il cimitero comunale. In occasione della festa uno splendido simulacro della Vergine di fattura veneziana, durante l’anno custodito nel Palazzo baronale, viene solennemente portato in processione presso questa chiesetta tra “i canti di gioia e gli inni di festa”. Per associazione vogliamo qui ricordare un antico titolo della Madonna tramandatoci dall’Infantino: S. Maria dell’Autigno (Lecce sacra, 1634, p. 228). Si tratta della denominazione di un’ormai diruta cappella situata a circa un miglio da Lecce sulla strada per Novoli su una piccola altura. Edificata in un imprecisato anno con elemosine dei fedeli, fu ricostruita nel Cinquecento da Scipione Mosco come ringraziamento alla Vergine per uno scampato pericolo di morte.
Michele Giannone

















