Pubblicato in: Ven, Feb 13th, 2015

Melendugno/Ora tocca a voi: “Spezzate il Pane per tutti i Popoli”

Si è conclusa la Missione dei Frati Cappuccini e delle Suore Clarisse Missionarie. 

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“Oggi il Signore vi invia e vi ripete con forza: andate in tutto il mondo, annunciate il mio Vangelo ad ogni creatura. La Chiesa missionaria, unita a Cristo, vi accompagna e vi benedice…”. Con questa preghiera di invio un gruppo di frati cappuccini e suore clarisse missionarie ha passato il testimone della missione, proprio come fa un atleta nella staffetta, alla comunità parrocchiale di Melendugno e lo ha fatto nel modo più semplice e bello: spezzando un grande pezzo di pane e porgendolo nelle mani di ognuno di noi.

In questo gesto si è voluto racchiudere il senso della missione: missiona­rio è ogni cristiano che riceve il suo mandato personale nel battesimo e che trova indispen­sabile nutrimento nel Pane e nella Parola. Spetta ad ogni cristiano annunciare il Vangelo, non solo a parole, ma soprat­tutto nel suo modo di essere, perché “un cristiano si rico­nosce dall’ atteggiamento, dal modo in cui ama gli altri”, e il “momento giusto per l’annun­cio è subito, senza aspettare di sentirsi pronti o all’altezza”. È stata una missione in cui le riflessioni sul brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci hanno permeato gli incontri, le omelie, le veglie.

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Ci sono vari modi per annun­ciare nella propria Chiesa, sia che si tratti della comunità intera sia che si tratti della propria famiglia, in cui si può svolgere la propria missione partendo da ciò che ognuno già ha o è: cinque pani e due pesci”. “Doniamo ciò che abbiamo a Gesù, anche se poco, sarà Lui a moltiplicarlo ed ecco che nulla sarà più proprio, ma in comunione con Lui”. “Gesù si ferma, prega, passa il pane e il pesce ai di­scepoli, che a loro volta lo pas­sano alla folla, perché l’amore si moltiplica proprio quando passa di mano in mano”. 

Non fermiamoci di fronte alla consapevolezza del nostro essere piccoli, ma rendiamoci capaci di dare e di donare, pronti ad ammirare le meravi­glie che il Signore sa compiere da ciò che di nostro mettiamo a disposizione dell’altro. Ed ecco che non esistono parole per descrivere le emozioni, i sentimenti che si provano a porgere davanti a Gesù la propria fiammella, piccola, incerta, tremante, sicuri che Lui ne saprà fare una luce accecante, insostenibile. Vivere appieno la missione è stato come scavare alla ricerca di un tesoro, diverso per ognuno di noi, che sapevamo essere lì, a nostra disposizione: la crescita spirituale, la riscoperta e rivalutazione della fede, il conforto nel momento della prova, il primo accostamento. Risuonano ancora nella nostra mente le parole dei missionari, i loro sorrisi, le note dei loro canti, i tanti momenti di gioia e di grazia infinita che hanno saputo donarci. Il Signore farà germogliare al meglio i piccoli semi che hanno lasciato nei nostri cuori.

Fatima Grazioli

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