ORATORI, PERCORSI DI VITA BUONA ANCHE A LECCE
ESPERIENZA IN CRESCITA…
PUNTARE AD UN PROGETTO DIOCESANO CHE CURI SOPRATTUTTO LA FORMAZIONE DEGLI ANIMATORI.
La Pastorale giovanile da alcuni anni sperimenta la difficoltà di incontrare e agganciare i giovani che sempre più spesso appaiono distratti, lontani e indifferenti rispetto alla proposta di un forte cammino di formazione umana e cristiana. Tutti noi abbiamo, in qualche modo, vissuto l’ansia e la frustrazione pastorale di veder sparire progressivamente dall’orizzonte delle nostre comunità i ragazzi che pure, fino alla cresima, abbiamo curato con passione
ma anche per trascorrere il tempo libero, per incontrare i propri amici, per compiere attività sportive, per esperienze formative o di servizio più vaste, per le attività estive, per laboratori che investono sulle loro capacità creative ecc… Quando questi ragazzi avranno concluso con la cresima l’itinerario di iniziazione cristiana avranno, dunque, ancora, dei validi motivi per continuare a frequentare la propria parrocchia che resterà centro privilegiato dei propri interessi e agenzia formativa capace di incidere sulla loro formazione umana e cristiana.
Forse anche per questo motivo, in molte parrocchie della nostra diocesi la pastorale giovanile dopo un intenso lavoro di sensibilizzazione del Servizio Diocesano, è ripartita dall’esperienza degli oratori che sono sorti con l’intento di creare le condizioni ideali perché i ragazzi imparino a percepire la parrocchia quale luogo accogliente e adeguato alle proprie esigenze, anche oltre il cammino del catechismo.
I bambini o i ragazzi che frequentano l’oratorio si ritrovano in parrocchia non soltanto per compiere il cammino di iniziazione cristiana o per partecipare alla celebrazione della Messa o dei sacramenti
Potremmo dire che le molteplici esperienze di oratori piccoli e grandi, sorti negli ultimi anni nella città di Lecce e in molti dei nostri paesi, costituiscono una risposta convincente al problema della dispersione dei ragazzi nel post cresima e restituiscono alle parrocchie la possibilità di accompagnare i ragazzi nella loro crescita fino a quando non saranno in grado di prestare a loro volta servizio e fare scelte mature di vita cristiana.
Tutti quanti noi, sacerdoti e operatori pastorali, comprendiamo bene, però che, dopo questa prima fase in cui tante comunità hanno provato a far sorgere degli oratori, occorre puntare sulla qualità e sull’organizzazione del nostro lavoro, perché tale esperienza non diventi uno sterile tentativo di aggregazione giovanile privo di contenuti di fede e incapace di formazione integrale della persona.
Nei prossimi anni credo che occorrerà puntare molto sulla formazione di coloro che negli oratori prestano servizio quali animatori, allenatori ed educatori seguendo l’esempio di quanto abbiamo sempre fatto per formare catechisti, ministri istituiti e operatori pastorali in genere: non basta la buona volontà, per stare efficacemente accanto ai giovani occorre una profonda vita spirituale, competenza pedagogica e preparazione. Molta la strada da fare anche per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro degli oratori, l’adeguamento alle normative di legge, l’accesso ai finanziamenti pubblici, l’integrazione nel tessuto sociale delle nostre comunità cittadine e le alleanze educative: in tutti questi ambiti non sono ammesse forme di improvvisazione ma occorre avere l’umiltà e l’intelligente di “affiliarsi e affidarsi” ad associazioni quali l’Anspi o il Csi, che, aldilà di incomprensibili campanilismi, costituiscono un validissimo supporto per i nostri oratori e circoli giovanili.
Simone Renna
Direttore Ufficio Pastorale Giovanile
HAPPENING DEGLI ORATORI ITALIANI
Dal 6 al 9 settembre 2012 a Bergamo e a Brescia si è svolto il primo Happening degli oratori, promosso dal Forum Oratori Italiani (Foi). Per la prima volta il Foi (organismo che mette insieme tutte le organizzazioni che si occupano di oratori in Italia) ha organizzato questo incontro nazionale tra responsabili ed animatori con l’obiettivo di favorire la condivisione del patrimonio educativo di quella particolare esperienza di “chiesa popolare” che è l’oratorio. Il tema che ha fatto da filo conduttore nei quattro giorni lombardi è stato “Oratorio e/è educare”. L’obiettivo: esplicitare il modo con cui l’oratorio educa, esprimendo così la profonda comunione con il cammino della Chiesa italiana. Risultato di questa esperienza: l’oratorio può essere motore di una pastorale nuova! Per dirla con il presidente del Foi don Marco Mori: “l’oratorio è l’investimento più concreto con cui una comunità cristiana esprime vicinanza e attenzione alle giovani generazioni, donando loro la possibilità di spazi di accoglienza, di tempi dedicato a loro, di percorsi significativi che hanno come scopo la crescita di tutta la persona, umana e spirituale.
LA SITUAZIONE IN DIOCESI
Nella diocesi di Lecce, l’oratorio è una realtà che si sta estendendo, interessando diverse comunità parrocchiali, circa una decina nella città di Lecce e almeno quindici nelle altre foranie, una realtà a macchia di leopardo che attende un progetto diocesano con delle linee guida vincolanti per tutti e un organismo di coordinamento che metta insieme tutte le realtà che sono chiamate a lavorare in oratorio. Una delle fatiche più frequenti da noi è lavorare insieme, progettare, programmare. La viviamo come parrocchia questa difficoltà e, ovviamente, la riscontriamo anche negli oratori che spesso riflettono le idee, la sensibilità e i limiti di chi, nelle comunità, li propone.
Qualche volta da noi l’oratorio viene visto con diffidenza dall’associazionismo cattolico più tradizionale. Ed ecco la sfida: nei “percorsi di vita buona” il rapporto tra associazionismo cattolico e cammino in oratorio è tra i temi di attualità per la pastorale integrata e luogo di nuova evangelizzazione. Affinché i nostri spazi siano riempiti di significati e superino la tentazione del qualunquismo o del recinto c’è bisogno dell’apporto di tutti. Nell’oratorio possono, anzi devono trovare spazio i cammini formativi e l’esperienze associative già consolidate e presenti nelle nostre comunità parrocchiali, a cominciare dalla catechesi, per passare dall’Azione Cattolica, l’Agesci, la Gifra, il Csi, l’Anspi, i movimenti, i gruppi famiglia. L’oratorio deve sostenere la corresponsabilità di tutti all’azione educativa in una comunione di intenti.
In questi mesi l’Anspi zonale, l’Ufficio Sport e l’Ufficio di Pastorale Giovanile diverse volte si sono incontrati per confrontarsi su quale servizio offrire alle comunità parrocchiali che da tempo o di recente hanno aperto un oratorio. L’obiettivo rimane quello di poter elaborare un progetto, che metta insieme tutti. Al momento due sono le cose che proveremo a realizzare. La prima: censire le realtà oratoriali presenti i diocesi, con la speranza di metterle in rete. La seconda: una proposta di formazione per educatori responsabili di oratorio. Se si riuscirà a lavorare in rete, l’oratorio potrebbe essere la risposta a tante nostre preoccupazioni pastorali.
A PERUGIA UN CORSO POST-LAUREA
L’Università di Perugia ha istituito un corso di formazione post-laurea: progettazione, gestione e coordinamento dell’oratorio. L’Anspi zonale seleziona due giovani laureati desiderosi di frequentare tale corso, facendosi carico delle spese di iscrizione, frequenza e trasporto. Quanti fossero interessati possono consultare il sito www.anspilecce.it.
Schede a cura di Luca Nestola















