Padre Pio… Sacerdote Santo, Vittima perfetta
Il sesto paragrafo della Lettera ai Sacerdoti del nostro Arcivescovo Mons. D’Ambrosio per la precedente Diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.
“MYSTERIUM TREMENDUM”, RIPETEVA PADRE PIO
L’autodonazione di Cristo che ha la sua scaturigine nella vita trinitaria del Dio-Amore, raggiunge la sua espressione più alta nel sacrificio della Croce, di cui l’Ultima Cena è l’anticipazione sacramentale. Non è possibile ripetere le parole della consacrazione senza sentirsi coinvolti in questo movimento spirituale. In un certo senso è anche di sé che il sacerdote deve imparare a dire, con verità e generosità: “prendete e mangiate”. La sua vita, infatti, ha senso se egli sa farsi dono, mettendosi a disposizione della comunità e a servizio di chiunque sia nel bisogno”. Credo che la rinnovata scoperta di questo dono che è mistero, immergendoci nella totalità dell’amore e dell’offerta di Cristo, apre a una dimensione non del tutto esplorata e praticata: sacerdoti in unione alla vittima: Cristo Gesù. Dunque vittime con la Vittima.
La ricchezza del sacramento che ci viene donato non può esaurirsi nella burocratica, puntuale e rituale fedeltà al ministero che tanto tempo e parte ha nella nostra vita, non può neanche vederci immersi e frastornati dalle mille fatiche pastorali né lasciarci mangiare, come si suol dire, dai tanti che vengono a noi per domandare aiuto, conforto, lumi per il cammino di fede della loro vita. Noi presbiteri siamo uomini che vivono il mistero della croce in quella offerta che ci rende non soltanto testimoni della ‘vittima pura, santa e immacolata’ ma ci chiede di essere ‘soci’ del Cristo, Agnello immolato.
Siamo chiamati a vivere innanzitutto il mistero della partecipazione al sacerdozio di Cristo Gesù, ad essere servitori dell’Eucaristia e della Chiesa, del corpo che sempre consegnato a morte, dà la vita al mondo e custodisce in sé la vita del mondo. In ogni Eucaristia che celebriamo, domandiamo al Signore di poterla vivere, domandiamo al Signore di essere con Cristo corpo donato e sangue versato. Ci accompagni sempre il ricordo vivo delle parole perentorie che nel giorno della ordinazione il Vescovo ci ha detto: “Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore”.
Commentando queste parole Benedetto XVI sottolinea: “Se vissuta con attenzione e fede, la santa Messa è formativa nel senso più profondo del termine, in quanto promuove la conformazione a Cristo e rinsalda il sacerdote nella sua vocazione”. Ogni giorno accostandoci all’altare per celebrare il mistero grande, il ‘mysterium tremendum’, come osava ripetere S. Pio da Pietrelcina, ci viene data la possibilità di entrare nel dono a noi offerto e da noi celebrato per avvicinarci sempre più, con l’azione vivificante dello Spirito che chiamiamo e invochiamo, alla conformazione a Cristo che associa sempre più i suoi sacerdoti nella dimensione di vittima immolata per la salvezza di molti, di tutti!
(6. continua)
















