Pilates… Ogni movimento si irradia in tutto il corpo
A colloquio con Alessandra Graziuso/Parole chiave, precisione, concentrazione, respirazione, fluidità ed equilibrio.
“Consiglio le persone a provarlo. Io stessa la prima volta, al vederlo in America, ho detto: ‘Che noia’, perché si accompagna con una musica soft, occorre essere concentrati, lenti. Sembra tediosissimo”.
Nel nostro mondo palestrato un fenomeno degno di risonanza è sicuramente la diffusione e il successo del metodo pilates. È importante sapere come nasce, perché il suo primo nome era “antiginnastica”. Infatti, era proprio il contrario di ciò che ai tempi della sua origine era la ginnastica. Il suo inventore Joseph Hubertus Pilates ha elaborato questo metodo praticamente da autodidatta, su se stesso. Era un ragazzo molto debole, malaticcio in un’epoca in cui il mito del superuomo andava per la maggiore. Di origine tedesca, però, egli nel 1912 si trasferì in Inghilterra. Durante la guerra fu messo in prigione e lì, non sapendo come impiegare il tempo, non solo escogitava gli esercizi che aveva calibrato per sé per mantenersi in forma e lottare contro il suo stato di salute sempre valetudinario, ma li faceva praticare anche ai suoi compagni di cella. Moltissimi prigionieri morirono di banalissima influenza, per l’inverno particolarmente rigido e per le condizioni igieniche precarie, ma nessuno dei compagni di cella di Pilates ebbe problemi. Pertanto, si cominciò a pensare che i suoi esercizi per quanto stravaganti avessero validità. Poi, nel 1925, Pilates si spostò in America come fisioterapista per curare i malati della guerra. Persone che avevano subito interventi pesanti o amputazioni, per l’opinione dei più, erano destinate alla sedia a rotelle, mentre egli era fermamente convinto che i suoi metodi potessero servire a chiunque in qualunque stato di salute si trovasse. I suoi strumenti erano macchine, realizzate con ciò di cui Pilates disponeva: inventò il body reformer, che constava di un lettino e, per gli allenamenti specifici dei muscoli, delle molle del letto. Tutta la sua strumentazione si nota che sia un adattamento del materiale che aveva in ospedale (adesso sono macchine stratosferiche). Finito il periodo di emergenza aprì uno studio, dove si allenava una compagnia di ballerini e fu il successo. Già era un bravo fisioterapista. Però, tutto sarebbe potuto rimanere nell’ambito della riabilitazione. Invece, molti ballerini, avendo il suo studio così vicino, lo andarono a trovare e rimasero incantati dal fatto che questo tipo di allenamento tonificava tutta la muscolatura senza gonfiarla, preveniva gli infortuni e chi li avesse subìto riusciva a recuperare in un tempo molto più breve del consueto. Un ballerino, di solito, non può permettersi in una tournèe di stare in malattia: accade che i ballerini danzino in condizioni di salute non adatte che danneggiano la carriera a vita. Al contrario, con gli esercizi di pilates, riuscivano a rimettersi in sesto in brevissimi tempi. Si diffuse la voce e il metodo pilates divenne base per i ballerini classici e ben presto si diffuse tra tutte le persone di spettacolo. Cantanti impegnate in performance complesse, ma anche attori che devono essere sempre in forma, pur con ritmi di lavoro massacranti, trovano nel pilates il loro allenamento ideale: esso rende il fisico agile e snello, sottile e apparentemente poco muscoloso. Abbiamo incontrato l’insegnante di pilates Alessandra Graziuso che ce ne fornisce ulteriori ragguagli.
Qual è il segreto di questo metodo?
È un risultato geniale di Pilates, che lo ha vissuto sulla propria pelle: mentre di solito gli esercizi venivano impostati militarmente, nella ginnastica del tempo destinata alle reclute, in modo rigido, duro e basato sul movimento degli arti, lui al contrario si convinse che la base dei movimenti dovesse partire dal centro dei muscoli posturali: la Powerhouse, cioè addominali, dorsali e glutei. Per poter lavorare correttamente s’inventò un metodo in cui questa Powerhouse diventa il centro dei movimenti e tutto il resto è una conseguenza.
Quale vantaggio se ne trae?
Qualunque sequenza di movimenti si faccia, anche con il solo braccio, siccome parte dalla struttura di sostegno, dal baricentro del corpo, lo beneficia in toto.
Perchè lei lo consiglia?
Lo consiglio perché non ha controindicazioni, dissolve, quindi, qualunque tipo di problematica, dal dolore di cervicale, lombare alla lassità dei legamenti. È destinato a molte persone impedite nel fare movimenti delle ginocchia o anche delle articolazioni delle spalle. Se fatto bene risolve molte problematiche. Ho esperimentato che persone piegate per i dolori e che non hanno beneficio né dalla terapia medica né da altri esercizi di riabilitazione, dal pilates traggono giovamento. Non c’è nulla di magico. Il pilates rinforza la muscolatura, che sostiene lo scheletro. Per questo, per chi avesse le vertebre schiacciate, dà sostegno alla colonna senza più percezione del dolore. Anche la muscolatura delle ginocchia viene corroborata, la giuntura non patisce.

















