Quale futuro per i cattolici italiani?/I Parroci: la scommessa della nuova evangelizzazione
Società in evoluzione/Cristiani più significativi.
I risultati di un’ indagine sociologica fotografano un paese con tante contraddizioni. cinque sacerdoti confrontano i dati con la realtà pastorale che guidano.
Don Pierino Liquori: “La forza della speranza sostituisce le etichette”.
Se dovessi seguire il comune dire, che vede l’assottigliarsi del numero dei praticanti come segno della inefficacia del cattolicesimo nel nostro mondo culturale e sociale, tradirei il Vangelo, la Chiesa e soprattutto l’uomo che ancora oggi cerca Cristo nella sua Chiesa, nei suoi discepoli come non mai. Sì, è vero, tanti cattolici oggi mostrano una certa disaffezione alla Chiesa, però sentono di appartenerle. La criticano perchè la vorrebbero più martire. Sì, forse nelle nostre Chiese, è flebile il martirio.
Questa memoria che racconta con la vita, che Gesù è il Cristo e che con la sua morte e risurrezione offre ad ogni persona l’amore di Dio che è il senso pieno del vivere, e il perdono, che è la dimensione della sua festa: nostalgia delle proprie origini e della propria fine. Meno cattolicesimo in Italia? Direi di no. Meno “cattolici” forse si, perché molti si sono impantanati nelle acque melmose del vuoto ritualismo senza fede, speranza e carità che non testimonia il Cristo crocifisso e risorto, creatore di una umanità rigenerata nella giustizia, nell’amore, nel perdono, nella fraternità. Ma ci sono tanti cattolici in Italia che vedono e toccano le ferite dei chiodi del Crocifisso nei tanti crocifissi della nostra società servendoli nel nome dell’uomo-Dio Gesù Cristo, cioè con la sua presenza efficace e sanante, facendo professione di fede oltre che nella sua presenza nella parola e nell’Eucaristia anche nell’abisso di sofferenza dell’uomo.
Ci sono tanti cattolici ignoti o silenziosi che sfuggono alle statistiche e che operano per questo microcosmo dal cuore inquieto e sono costruttori di una società fondata sui valori evangelici che sono quelli dell’incarnarsi nelle vicende liete e tristi della vita dell’uomo trasformandole in eventi di crescita dei singoli e della società. Cristiani cattolici anonimi e non, che danno corpo a realtà di solidarietà, facendo vivere il tempo nella speranza; alla crescita della persona umana dal suo concepimento; alla formazione dell’uomo secondo la vita buona del vangelo; all’accoglienza del tanto di Dio presente in coloro che non si dicono cristiani ma credono e scommettono sull’uomo.
Ci sono i tanti “Tommaso” che non ascoltano la comunità perché forse è troppo forte la lacerazione della “perdita” del loro Signore. Ci sono i tanti discepoli di Emmaus che, tristi, pensano di riordinare la vita con le proprie capacità perché Cristo non c’è più. Ma aspettano; forse verrà! Ma ci sono anche le tante “Maria Maddalena” che nel sofferto silenzio amoroso e contemplativo quotidianamente si rivolgono a Cristo chiamandolo “Rabbuni” e lo annunciano vivo.
Ci sono pure i tanti che, la domenica, mangiano con Lui, lo riconoscono nello spezzare il pane, nel servizio di Pietro e annunciano che Cristo è risorto e chiede di essere incontrato nella “Galilea delle genti”, che è questo nostro mondo, dove si pensa, si giudica, si decide delle sorti, si spera, si soffre, si ama e dove Lui si rende presente come Signore della storia. Diminuiscono i cattolici in Italia? Ad altri, letture diverse. Sono certo che non diminuirà la forza esplosiva della speranza e della luce del loro Signore risorto che ha vinto e vince ogni tenebra. “Io sarò con voi!”
Don Gino Scardino: “Una presenza di qualità in un mondo che cambia”
La società è una realtà in continua evoluzione; numerosi fattori di ordine ideologico, politico, scientifico, tecnico, economico, sociale, religioso contribuiscono alla sua trasformazione.
E non sempre i protagonisti dei vari ambiti sociali operano per una crescita armonica o integrale di ogni uomo e quindi dell’intera società.
In quest’ultimo tratto di storia numerosi eventi hanno mutato il volto dell’Italia provocando crisi e disorientamento anche etico e religioso. Una certa cultura anti-cattolica ha proposto l’uomo come centro assoluto dell’universo e ha accusato la Chiesa di essere ferma al passato e a volte oscurantista Le radici cristiane però non sono state mai divelte dal cuore della gente che è rimasta fondamentalmente cristiana. Molte sono state le voci filosofiche, sociologiche e a volte teologiche che hanno indicato nella secolarizzazione e specialmente nel secolarismo l’eclisse del sacro. Le grandi ideologie, marxismo e materialismo da un lato e liberalismo e capitalismo dall’altro, hanno provocato profonde lacerazioni nel tessuto sociale ed ecclesiale.
Nel cuore dell’uomo però non si mai è spento il senso di Dio e il bisogno di coltivare valori che danno senso alla vita e aprono alla speranza. Sta emergendo anche in Italia una nuova ricerca religiosa,un bisogno di Cristo e del suo Vangelo.
Un substrato cristiano sta emergendo nell’animo degli italiani che cercano risposte interpellando la Chiesa. Con uno sguardo approssimativo oggi vediamo che molti cattolici non stanno più alla periferia della Chiesa, quasi spettatori indifferenti. Il 25% degli italiani che vanno a Messa con regolarità(secondo l’ultima indagine in Italia di Franco Garelli )lo fanno non più per tradizione o abitudine, ma per bisogno interiore e per stile di vita cristiana. L’inserimento e l’appartenenza ai movimenti e associazioni ecclesiali, in forte crescita dopo il Concilio, stanno generando cammini di conversione in persone lontane o estranee un tempo alla Chiesa. L’opzione fondamentale della Chiesa degli anni ’70 e ‘80 nel dare la priorità alla evangelizzazione sulla sacramentalizzazione sta facendo crescere culturalmente molti cristiani capaci di rendere ragione della propria fede.
Don Gerardo Ippolito: “Nel volontariato le più grandi testimonianze di fede”
Il privilegiare pastoralmente nelle comunità ecclesiali i “cammini di fede in piccoli gruppi” al posto di pratiche tradizionali di massa fa maturare la consapevolezza di essere chiamati a testimoniare con la vita il proprio atto di fede.
Certo tanti sono quelli che si chiamano “lontani” dalla Chiesa Cattolica, ma che forse non lo sono. Chi può dare un giudizio? Forse non si sentono “cattolici di Chiesa”, ma “cristiani di cuore”.
Un dato è certo: da un confronto con il passato emerge che oggi in Italia i cattolici sono presenti più per qualità che per quantità. C’è oggi una forza mass-mediale che vuol emarginare o sfigurare il volto della Chiesa. Vale il proverbio che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. L’Italia continua ad essere cattolica, però ad una condizione: i cristiani-cattolici continuino ad essere evangelicamente lievito, sale e luce del mondo.
Se per paese cattolico intendiamo una nazione con una alta percentuale di persone che ricevono i sacramenti, o partecipano alle processioni, o si sposano in chiesa, allora potremmo dire che l’Italia non è più un paese cattolico; se invece per cattolico intendiamo un popolo che risceglie Dio ogni giorno, che ama la Chiesa, che si sforza di testimoniare l’amore al fratello, allora il cattolicesimo in Italia non è finito.
Io, a dispetto di tanti che vedono solo nero, perché le chiese sono quasi vuote ed i giovani sono latitanti dalle nostre Associazioni, vedo il bicchiere mezzo pieno perché ho la fortuna di conoscere tanti cristiani che vanno contro corrente,tante Associazioni e Movimenti ecclesiali che vivono una forte esperienza di Dio.
Oggi in Italia sono circa 7 milioni le persone che servono il prossimo nel vasto e variegato mondo del volontariato: dalla lotta alla droga, al dare un letto ed un pasto nei rifugi Caritas ai barboni, dalla protezione civile a coloro che servono gli ultimi negli ospedali. Sono tantissime le persone che ogni giorno lottano contro la mafia ed hanno il coraggio di pagare di persona per il trionfo della legalità. Questo mi dice che il cristianesimo ha ancora buone radici nel popolo italiano. Il fatto poi che appena lo Spirito Santo manda qualche leader religioso autentico, i giovani non si vergognano di seguirli, basti pensare a Madre Teresa, a Giovanni Paolo II, a don Giussani, a Chiara Lubich;questo ci riempie il cuore di speranza. L’uomo di oggi cerca Dio, ha solo bisogno di profeti che glielo presentino e non si tirano indietro.
Forse tante persone, dall’albero della Chiesa che ha sulle spalle 2000 anni, vedono cadere tanti rami secchi; non bisogna preoccuparsi :” cada ciò che ha da cadere e resti in piedi solo la verità”. L’unica preoccupazione per noi che siamo dentro la Chiesa dovrebbe essere quella di essere uniti perché “ un regno diviso in se stesso va in rovina”e forse anche meno paura di affrontare a viso aperto, le tante sfide che il mondo di oggi ci presenta, con la gioia nel cuore perché Cristo è con noi.
Don Nicola Macculi: “Mai distanti dalla vita delle famiglie”
Da un punto di vista strettamente strutturale l’Italia è un paese cattolico: 26.000 parrocchie, 100.000 luoghi di culto (chiese, rettorie, santuari), 38.000 sacerdoti, 25.000 religiosi, oltre 1.200.000 suore oltre ai tanti servizi socio-educativi oratori, asili, scuole per l’infanzia e elementari, medie, superiori, studentati universitari, case famiglia, case per anziani, ospedali, mense caritas, strutture per minori, per diversamente abili, cooperative sociali ecc.
Un arcipelago di strutture che testimoniano la presenza capillare nel tessuto civile del territorio italiano.
Non dimentichiamo le tradizioni legate sia alle feste liturgiche cha quelle locali, che coinvolgono gran parte dei cittadini, non solo i praticanti. Se parliamo da un punto di vista dell’incidenza sociale allora scopriamo di essere una minoranza (25-30% i praticanti), anche se significativa, un po’ come il lievito evangelico. Infatti se guardiamo alcuni indicatori (come il sacramento dei matrimoni, le separazioni, i divorzi, le convivenze, l’illegalità dilagante…) vediamo che quel percorso un tempo ben presente oggi vacilla non poco. Come la presenza nelle istituzioni politiche, la debolezza valoriale è evidente.
Come chiesa già da tempo siamo impegnati a quel progetto culturale che mira a far passare nelle coscienze degli italiani che noi non siamo la religione dello scenario dove la via personale riduce la valenza comunitaria e pubblica, ma la fede si esprime con la credenza alle verità dogmatiche e la coerenza nella vita quotidiana (familiare, lavorativa, civile ). Impegno non semplice ma avvincente e data la crisi in atto sicuramente stimolante, perché da sempre il percorso della chiesa italiana non è stato mai distante dalla vita ordinaria delle famiglie.
Don Antonio Perrone: “Quando i ‘lontani’ si avvicinano alla persona di gesù cristo”
Il testo curato dal sociologo Giancarlo Rosati, docente dell’Università Cattolica, “Uscire dalla crisi. I valori degli Italiani alla prova” edito da Vita e Pensiero, nel capitolo dedicato alla “realtà” religiosa in Italia afferma che attualmente il 78% della popolazione italiana maggiorenne si riconosce nella fede cattolica e solo due italiani su cento si professano di altra religione.
Questo dato molto generico farebbe pensare all’Italia come a una sorta di isola felice in mezzo alla secolarizzazione dilagante in Europa e soprattutto in mezzo a un ateismo pratico vissuto ormai da tante persone. Certo, quando si cominciano ad analizzare i dati riguardanti temi dottrinali, etici e morali, quell’alta percentuale comincia a scricchiolare.
Al di là, però, di qualsiasi analisi sociologica l’esperienza vissuta nelle nostre realtà locali ci da un’immagine certamente più vera di quanto i freddi dati farebbero pensare. Esistono sicuramente tante persone che “si dicono” cristiane ed è frequente ancora oggi sentire affermazioni del tipo: “sono credente ma non praticante” oppure “credo a modo mio”. A mio avviso sono tutti segnali preoccupanti di come, ancora oggi, dopo più di duemila anni, la fede cristiana per molti sia più tradizione “culturale” ricevuta che incontro vero con Gesù Cristo.
Conforta, comunque, il fatto che le nostre comunità siano frequentate anche da tante persone che vivono in modo genuino il cristianesimo e da tanti che prima “lontani”, una volta incontrato Gesù Cristo diventano testimoni consapevoli e convinti della propria fede.
Ma ridurre questo fenomeno in freddi termini percentuali mi riesce alquanto difficile…..















