Scuola di Volo/Galatina: Futuro Europeo
A colloquio con il Col. Paolo Tarantino, Comandante del 61° Stormo.
“GALATINA È PRONTA PER DIVENTARE SCUOLA EUROPEA DI VOLO”
Nel cuore del Salento è una realtà lontana e vicina perchè a tre passi da Lecce e a due da Galatina. Lontana perchè comunque si tratta di una base militare difficilmente accessibile.
Questo è l’Aeroporto militare di Galatina. Per conoscerlo meglio abbiamo intervistato il Col. Paolo Tarantino, Comandante del 61° Stormo che ha sede proprio qui.
La società, e in particolare i giovani, sono in una fase di forte evoluzione a livello socio culturale. Com’è cambiata la vita militare rispetto ai tempi in cui Lei si è arruolato?
Mi sono arruolato in Accademia Aeronautica nell’ormai lontano 1987 e, da allora, molte cose sono cambiate nella nostra società e, di conseguenza, anche nel campo militare. Mi viene in mente innanzitutto l’inarrestabile evoluzione della tecnologia: i computer, gli smartphone, internet, i social network, hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere e comunicare, anche nel mondo militare. Un altro cambiamento sostanziale, rispetto a quando mi sono arruolato, è stato rappresentato dall’ingresso delle donne nelle Forze Armate, un settore, da lunga tradizione, ad appannaggio maschile: è stata una scelta fortemente voluta dalla società, che ha colmato un divario con le aviazioni militari di tutti gli altri paesi della Nato e di molte altre nazioni del mondo.
Ed oggi, a distanza di 15 anni dall’ingresso delle donne, Samantha Cristoforetti, un Capitano dell’Aeronautica Militare, che peraltro ha effettuato una parte del suo addestramento per divenire pilota militare proprio presso l’aeroporto di Galatina, si trova dallo scorso novembre su una stazione spaziale, la International Space Station, come membro effettivo dell’equipaggio. Ciò a conferma del fatto che per tutto il personale, uomini e donne, la cultura dell’ambiente aerospaziale e la condivisione delle finalità della Forza Armata costituiscono la base per produrre il miglior contributo possibile allo strumento militare nazionale e alla sicurezza del Paese, ognuno nel proprio ambito e secondo le rispettive capacità e responsabilità, indipendentemente dal sesso.
Ha compiuto esperienze forti in missioni internazionali che certamente hanno comportato sacrifici ma che allo stesso tempo Le procurano soddisfazione per il servizio svolto a favore della pace?
Ritengo che questo sia uno degli aspetti più entusiasmanti e gratificanti del mestiere che svolgo: poter prendere parte a missioni a carattere umanitario, fuori dal territorio nazionale, rende particolarmente fieri di far parte della “squadra azzurra”. È da circa mezzo secolo che uomini e mezzi dell’Aeronautica Militare sono impegnati da una parte all’altra del globo, per portare soccorso in caso di guerre o calamità naturali e per concorrere alla risoluzione di gravi problemi, come la fame e il sottosviluppo dei paesi del Terzo Mondo.
Si tratta per lo più di missioni in terre molto lontane, che richiedono sforzi enormi da parte degli equipaggi dell’Arma Azzurra, operanti in zone a rischio, lontani dalla madre Patria e dagli affetti più cari. Alcune di queste missioni sono state contrassegnate da sacrifici estremi, ma a fronte della dolorosa perdita di giovani equipaggi, le operazioni “fuori area” hanno permesso che migliaia di altre vite fossero salvate. Ripeto: l’opportunità di portare conforto a popolazioni in sofferenza e di salvare vite umane è estremamente importante.
Ritiene che la presenza religiosa all’interno dell’arma compiuta dai cappellani militari possa essere realmente utile per il benessere delle persone che indossano la divisa?
Il cappellano militare riveste, a mio avviso, un’importanza fondamentale nell’ambito di ogni struttura militare: egli rappresenta infatti una preziosa figura cui poter confidare ansie, angosce e preoccupazioni nella complessità della vita in armi. La sua è una missione estremamente difficile, delicata e carica di responsabilità, soprattutto quando ci si trova a dover portare il gioioso annuncio del Vangelo in mezzo ai disagi, ai sacrifici e alle sofferenze che si possono manifestare nel corso di una missione internazionale.
Ma è proprio in questi contesti che il cappellano militare diventa una presenza quanto mai preziosa, opportuna e utile. Attualmente il cappellano militare dell’aeroporto di Galatina è don Fabio Villani, un sacerdote che costituisce un punto di riferimento per tutto il personale militare e civile della Base.




















