Squinzano, l’altra faccia del Patto di Stabilità
L’Assessore al Bilancio Claudio Taurino: “Abbiamo dimezzato il disavanzo perseguendo il finanziamento della spesa”.
“Il modo migliore per contrastare il debito è paradossalmente l’ulteriore indebitamento finalizzato alla crescita”.
Ogni tanto qualche voce fuori dal coro fa bene alla speranza oltre la crisi. È il caso del Comune di Squinzano che, nonostante i vincoli dettati dal Patto di Stabilità prova a risalire la china aumentando, paradossalmente, il debito finalizzato alla crescita e non alla spesa improduttiva. Ci spiega la strategia l’Assessore al Bilancio del Comune di Squinzano, Claudio Taurino.
Assessore Taurino, in che misura l’osservanza del Patto di stabilità condiziona la spesa degli Enti locali e in particolare la gestione amministrativa dei Comuni?
Risulta facile e di mediatico effetto scaricare le colpe della crisi economica sul Patto di Stabilità. Del resto il Patto è un concetto così oscuro e riservato agli addetti ai lavori che risulta facile incantare i cittadini con “teorie strampalate”.
In che senso?
Andiamo con ordine. Il patto di stabilità e crescita (Psc) è un accordo, stipulato e sottoscritto nel 1997 dai paesi membri dell’Unione Europea, per assicurare il controllo delle rispettive politiche di bilancio pubbliche, al fine di rafforzare il percorso d’integrazione monetaria intrapreso nel 1992 con la sottoscrizione del Trattato di Maastricht. Il Patto di Stabilità Interno (Psi) nasce, quindi, da una esigenza di far convergere le economie degli Stati membri della Ue verso specifici parametri, comuni a tutti, e condivisi a livello europeo in seno al Patto di stabilità e crescita.
Quali sono i parametri di riferimento?
Innanzitutto un deficit pubblico non superiore al 3% del Pil (rapporto deficit/Pil < 3%); e poi, un debito pubblico al di sotto del 60% del Pil (o, comunque, un debito pubblico tendente al rientro: rapporto debito/Pil< 60%). L’indebitamento netto della Pubblica Amministrazione (PA) costituisce il parametro principale da controllare, ai fini del rispetto dei criteri di convergenza.
Cosa si intende per indebitamento netto?
L’indebitamento netto è definito come il saldo fra entrate e spese finali, al netto delle operazioni finanziarie (riscossione e concessioni crediti, partecipazioni e conferimenti, anticipazioni), desunte dal conto economico della PA.
In che modo sono coinvolti gli enti locali?
L’obiettivo primario delle regole del Psi è proprio il controllo dell’indebitamento netto degli enti territoriali (regioni e enti locali) nell’ambito dei confini di programmazione e risanamento fissati dal Psc. La definizione delle regole del Psi avviene nell’ambito della predisposizione della manovra di finanza pubblica; momento in cui si analizzano le previsioni sull’andamento economico-finanziario e si decide l’entità e la tipologia delle misure correttive da porre in atto per l’anno successivo.
Ciò vuol dire che gli spazi di manovra sono molto limitati…
Da più parti si evidenzia l’eccessiva rigidità del patto e la necessità di applicarlo in riferimento ad un arco temporale più ampio, non limitato ad un unico bilancio di esercizio, bensì, ad un intero ciclo economico. Molti critici affermano che il Psc non promuoverebbe né la crescita né la stabilità, dal momento che finora esso è stato applicato in modo incoerente, come dimostrato, ad esempio, dal fatto che il Consiglio non è riuscito ad applicare le sanzioni in esso previste contro la Francia e la Germania, malgrado ne sussistessero i presupposti. Quasi tutti sono concordi nell’invocare un allentamento del PSI al fine di dare ossigeno agli investimenti dei Comuni e stimolare la crescita.


















