Ti piace? Condividi…
Il fenomeno dei Social Network e le opportunità offerte dalle applicazioni. Vizi e virtù di un mondo che continuerà a stupire.
In un periodo storico in cui tutti i settori subiscono inevitabilmente la crisi economica, l’unico che apparentemente non sembra risentirne è quello della telefonia mobile e con essa il mercato di dispositivi come smartphone e tablet. Sebbene l’interesse verso questi apparecchi coinvolga in modo assoluto una fascia di età che va dai 15 ai 30 anni non si può nascondere che sempre più, anche gli adulti, nonostante il deficit d’approccio che l’età può comportare, si avvicinano a questo mondo un po’ per esigenze lavorative un po’ per il fascino trainante della tecnologia.
Le potenzialità di questi piccoli computer portatili sono innumerevoli, ma le utenze spesso si soffermano sulle funzioni base in dotazione all’acquisto. Stiamo parlando di applicazioni (App), piccoli programmi, giochi, utility che troviamo progettati nel sistema. Le Applicazioni più usate sono quelle dei social network (Facebook, Twitter, Google +, Pinterest, Instagram, Youtube etc etc), ovvero reti multimediali che permettono l’interazione virtuale tra più persone nei posti più impensati e nelle varie situazioni di vita quotidiana. Tra questi, il canale privilegiato per la comunicazione virtuale, soprattutto nel Salento, è Facebook. Ma quali sono le potenzialità e le criticità di questo strumento? Spesso e volentieri si utilizza un approccio molto superficiale già dal primo impatto in fase di registrazione, quando si clicca su “Accetta Condizioni” senza neppur leggere a cosa si va incontro e quali condizioni si accettano. Eppure basterebbe leggerle per capire che bisogna stare molto attenti a cosa si scrive di se stessi, alle foto che si pubblicano e alle circostanze che si condividono.
Esiste un video-spot molto cliccato su Youtube, girato da una televisione belga, in cui un sedicente mago riesce a leggere passato, presente e futuro di passanti desiderosi di conoscere qualcosa di sé. Grazie al lavoro d’equipe, i collaboratori del mago nascosti dietro le quinte del suo tendone lo informano in tempo reale, attraverso un microfono, di tutte le condivisioni che gli ignari clienti avevano pubblicato sul loro profilo Facebook. Ma cosa si prova nel vedersi raccontare da un estraneo tutto di sé? Paura, sorpresa ed incredulità di quanto involontariamente o meno comunichiamo di noi.
A volte la realtà supera l’immaginazione e l’esempio appena descritto dimostra come le persone, a maggior ragione quelle suggestionabili, possano essere manipolate e truffate. Ciò non deve comunque intimorire e di questo gran parte degli utenti oggi sono a conoscenza. Alcuni studi dimostrano come nel tempo l’approccio verso questi strumenti sia cambiato, proprio in virtù del fatto che il continuo utilizzo e l’esperienza maturata hanno reso l’utenza sensibile al rischio di violazione della privacy. Altri studi individuano quattro tipologie di utenti su Facebook che variano a seconda del tipo di comunicazione utilizzata (inclusiva ed unitaria o esclusiva e selettiva) e del tipo di pubblico cui ci si rivolge con e nei propri post (eterogeneo ed omogeneo).
Un tipo di comunicazione esclusiva nei confronti di un pubblico eterogeneo è tipica di chi pubblica ciò che piace a tutti senza esporsi più di tanto, autocensurando il proprio pensiero oppure di chi, creando sottogruppi, comunica in reti ristrette per non essere criticato dal resto delle amicizie virtuali. Un tipo di comunicazione esclusiva nei confronti di un pubblico omogeneo è tipica di chi si circonda di amicizie basate su un unico interesse con cui non è necessario esporre se stessi.
Un tipo di comunicazione inclusiva nei confronti di un pubblico omogeneo è tipica di chi conosce personalmente le proprie amicizie virtuali e con cui condivide gli stessi interessi. Un tipo di comunicazione inclusiva nei confronti di un pubblico eterogeneo è tipico di chi non si preoccupa della propria privacy, ma condivide ed espone sé, conoscendo limiti e pregi della rete e lo scopo per cui è nata. Di sicuro ne viene fuori un profilo generale delle utenze più riflessivo e maturo, le persone dimostrano di conoscere i rischi legati alla condivisione di informazioni private, ma li percepiscono come distanti dai propri vissuti quotidiani. Per questo molti hanno imparato a gestire strategicamente la propria identità privata in pubblico.

















