Viaggio nella Storia/Presidenti Giallorossi
L’ERA DEI COMMISSARI: SOLOMBRINO E MORELLO
Ottenuto dal sindaco, nell’aprile del 1971, l’incarico di guidare la società giallorossa, il rag. Luigi Solombrino (che era un consigliere comunale) cercò di creare entusiasmi nuovi nella tifoseria alquanto depressa per le ultime negative stagioni. E così, si circondò di collaboratori “importanti” e soprattutto di allenatori di grido: da Losi a Maino Neri a Giuseppe Corradi, ex terzino della Juve. Guidato saggiamente, il Lecce della stagione 1972-73 aveva proprio tutto per vincere il campionato. E difatti, ottiene successi su successi, finendo per avere addirittura, a otto giornate dalla conclusione, quattro punti di vantaggio sull’inseguitore Avellino. Ma successe l’imprevisto. Il Lecce perdette a Cosenza, riducendo così la distanza dagli Irpini a sole due lunghezze ed il commissario Solombrino, fra lo stupore generale, esonerò Corradi e, dopo aver contattato il “mago” Oronzo Pugliese (che però non accettò) chiamò alla guida della squadra l’interista Maino Nerii. Purtroppo, il Lecce nello scontro diretto di Avellino venne sconfitto per 1-0 e, con grande amarezza generale, sfumò anche il sogno della promozione in B. Dopo due stagioni ancora infruttuose, nonostante gli ingaggi del tecnico Losi (ex Roma) e del forte centrocampista Mauro Pantani (ex Avellino), il rag. Solombrino si dimise e al suo posto subentrò un altro commissario, pure consigliere comunale, Sante Morello, 32° presidente del Lecce dal novembre del1974 a maggio del 1975.
LA ‘B’ CON ROLLO E LA ‘A’ CON JURLANO E SEMERARO
Dopo tante amarezze e delusioni, il Lecce cominciò ad avere società ben organizzate. E fu così che, nel maggio del 1975, il geom. Antonio Rollo fu eletto 33° presidente della nuova società per azioni. Fu stilato un programma serio ed allestita una squadra che, dopo le incertezze iniziali sotto la guida di Nicola Chiricallo ottenne a fine stagione la tanto sospirata promozione in serie B. Artefice di questo salto di categoria fu l’allenatore Mimmo Renna, assunto a metà ottobre, dopo l’esonero del barese Chiricallo. S’era aperta, ormai, un’era di rinnovamento nel calcio leccese ed ogni cosa fu fatta per bene. Difatti, a conclusione dei festeggiamenti per il ritorno in B dopo 27 anni di purgatorio in C, la società giallorossa passò nelle mani del compianto Franco Jurlano, 34° presidente della storia, ma anche uno dei più longevi (ben 18 anni) presidenti in carica. Il suo mandato, diciamo così, iniziò sotto buoni auspici: il Lecce-squadra, infatti, nella prima partita di B riuscì a pareggiare a Catania, senza subire gol.
Jurlano (sx) – Semeraro (dx)
Ma tutta la gestione di Jurlano fu ricca di successi, culminati (grazie anche all’acume e bravura del ds Mimmo Cataldo) nella prima, storica promozione in serie A, avvenuta a conclusione del campionato 1985-86. Gravi problemi fisici personali costrinsero Jurlano a passare la mano a Giuseppe Bizzarro (34° presidente) che, però rimase in carica poco più di un anno. Dal 13 dicembre del 1994 il nuovo patron del Lecce divenne il banchiere Giovanni Semeraro, la cui gestione durò ben 18 anni per concludersi in malo modo (vale a dire con una doppia retrocessione dalla A alla C anche per colpa dello scandalo-scommesse) nel giugno del 2012 quando la società fu rilevata dall’imprenditore barese Savino Tesoro. Nei 18 anni di gestione-Semeraro ci sono alternati diversi personaggi alla guida societaria: il primo è stato l’avv. Mario Moroni, 36° presidente, originario di Monteroni, rimasto in carica 7 anni (1995-2002): il suo debutto fu amaro, visto che il Lecce fu sconfitto dal Como per 1-0. È stata poi la volta di Rico Semeraro, 37° presidente con tre anni di presenza al comando della società, alla cui guida si alternarono fino al giugno del 2012 il dott. Alessandro Caroppo, lo stesso avv. Giovanni Semeraro (5 anni) e per un anno (sfortunatissimo) anche PierAndrea Semeraro.
Liguori (sx) – Tesoro (dx)
ISABELLA LIGUORI, L’UNICA DONNA ALLA GUIDA
Il Lecce ha avuto anche l’onore, diciamo così, di essere guidato da una donna: la commercialista Isabella Liguori, originaria di Gallipoli. Ha fatto da tramite per la cessione della società alla famiglia Tesoro che, con alterne fortune, ha guidato il Lecce per tre stagioni, sfiorando per ben due volte il salto in serie B. Stanco delle critiche ricevute, specie nell’ultima stagione, il patron Savino Tesoro decise nel febbraio della scorsa stagione di passare la mano.
Sticchi Damiani (sx) – Tundo (dx)
Un invito, chiamiamolo così, raccolto dall’avv. Saverio Sticchi Damiani il quale, con grande impegno e professionalità, è riuscito a trovare un gruppo di imprenditori salentini e non, pronti a fare sacrifici pur di portare il Lecce in serie B. E così, lavorando in silenzio, l’avv. Sticchi Damiani ha perfezionato gli accordi con la famiglia Tesoro che, soddisfatta del comportamento dei nuovi acquirenti, ha ceduto (lunedì 9 novembre 2015) tutte le azioni al gruppo capeggiato appunto dall’avv. Sticchi Damiani. Il quale – e ciò ha confermato lo spirito di grande collaborazione esistente nella cordata – ha voluto ed ottenuto dagli altri componenti che, a capo della società, fosse messo l’ing. Enrico Tundo, divenuto così il 43° presidente giallorosso. Imprenditore di valore a livello nazionale nel settore dei traporti, l’ing. Tundo, originario di Soleto, ha bagnato il suo debutto come presidente domenica scorsa in occasione della partita che il Lecce ha vinto contro il Cosenza. Un avvio con il botto, dunque, per il neo patron del Lecce. Naturalmente, la speranza di tutti è che, a fine maggio prossimo, il neo presidente Tundo, l’intero consiglio di amministrazione e la gran massa di tifosi giallorossi, possano stappare molte bottiglie di champagne per brindare, come avvenne ai tempi di Jurlano e Semeraro, al nuovo ritorno del Lecce in serie B.
Umberto Verri