Pubblicato in: Sab, Set 5th, 2015

Wojtek Pankiewicz/Istituire una Borsa di Studio per la Ricerca su S. Oronzo

L’appello a Comune, Università e Sponsor per la creazione di un fondo da destinare alla conoscenza storica del Santo Patrono di Lecce. 

“Sarebbe bello se in occasione delle Feste Patronali, si possa tributare un premio e parlare di S. Oronzo come uomo radicato nel tessuto storico a lui coevo e su come sia arrivato, cosa abbia compiuto… Rilancerebbe e riqualifcherebbe la ricorrenza di agosto restituendole valore e dignità”.

Sin dalle tribù più antiche, il momento di ritrovo, il senso di appartenenza e di identità sono particolarmente percepite dalla gente: lo dimostra­no le decine di migliaia di persone che abbiamo visto confluire in città nei giorni di festa solenne in onore dei Santi Patroni Oronzo, Giusto e Fortunato. Con l’occasione, tra le più interessanti e rimarchevoli prospettive emerge l’iniziativa del prof. Wojtek Pankiewicz, docente presso l’Università del Sa­lento, che solleva la proposta di istituire una borsa di studio su S. Oronzo. Lo abbiamo intervistato al riguardo.

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Professore, come nasce l’idea?

È una proposta che io personalmente, a nome del mio movimento culturale “Valori e Rinno­vamento”, ripeto anche quest’anno. Una volta, conversando con un autorevolissimo esponente ecclesiastico della nostra Diocesi, parlavamo di S. Oronzo e ci rendevamo conto che su questo santo, escludendo i libri di Raffaele Protopapa, che ne racconta un po’ la vicenda e gli eventi storici, non c’è stato mai uno sviluppo di ricerche. Tale impor­tantissima personalità del clero leccese, studioso e uomo di cultura, diceva di essere al corrente che presso biblioteche italiane ed estere sono custodite fonti inedite. Esse potrebbero dare un contributo notevole alla conoscenza vera e scientificamente dimostrata dell’esistenza di S. Oronzo. Noi propo­niamo, in forza di tali cognizioni, che il Comitato di feste Patronali, il Comune di Lecce e l’Universi­tà degli Studi, magari anche con l’aiuto di sponsor certamente reperibili per un’iniziativa così edifi­cante, assegnino una o più borse di studio a neo­laureati con la tesi sulla vita di S. Oronzo. In tal caso questa illustrissima eminenza grigia della re­altà della Chiesa leccese mi darebbe le indicazioni bibliografiche delle fonti per incentivare la borsa, che potrebbe ammontare a 1000 o 2000 euro. Sono implicate facoltà come Scienze dell’Educazione e della Formazione, come Lettere e Filosofia con discipline che si prestano a far sviluppare tesi ai giovani neolaureandi su quest’argomento. E sa­rebbe un arricchimento non solo sotto il profilo culturale, laico, ma anche religioso, perché allo stato attuale noi festeggiamo S. Oronzo, ma in re­altà sappiamo poco sulla sua vita. Se ci fosse un po’ di disponibilità da parte degli Enti succitati ci proporremmo come Movimento culturale a dare anche il nostro contributo, perché a noi interessa il bene della comunità sia civile che religiosa, non cerchiamo visibilità o protagonismi. E sarebbe bellissimo che quest’anno, in cui Lecce è capitale 2015 della cultura italiana, coincidesse con l’i­naugurazione dell’iniziativa che proponiamo. Oc­correrebbe indire, naturalmente, il bando e renderlo noto alle facoltà universitarie, non solo leccesi, ma anche italiane in modo che tutti possano partecipa­re: si costituirebbe una commissione con un espo­nente dell’Università, nominato dal Rettore, quindi competente in materie storiche, uno della Curia Ve­scovile e un altro del Comune, per giudicare e leg­gere i lavori in modo che, in occasione delle Feste Patronali, si possa tributare il premio e parlare di S. Oronzo come uomo radicato nel tessuto storico a lui coevo e su come sia arrivato, cosa abbia compiuto.

La borsa di studio potrebbe essere annua­le?

Direi di sì, ma l’importante sarebbe cominciare. Certo dipende dai finanziamenti reperiti: sarebbe comunque auspicabile, perché così le ricerche si aggiornerebbero, si darebbe loro un nuovo impul­so storico. Questa è un’iniziativa per rilanciare e riqualificare la festa del Patrono, perché è noto che, dal punto di vista antropologico, il momento festivo, senza nulla sottrarre ad altre priorità come i diritti sociali, la casa, il lavoro, fa bene al popolo.

Sonia Marulli

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