Xylella, che fare? Si brancola nel buio
Situazione di stallo/È muro contro muro tra gli olivicoltori e le determinazioni del Commissario Silletti. Eradicare fa rima con cancellare…
Rosario Centonze, Presidente dell’Ordine degli Agronomi della Provincia di Lecce.
“ALIMENTARE LA SOSTANZA ORGANICA DEI TERRENI”
Il batterio Xylella è l’agente della malattia dell’ulivo, presente nei vasi xilematici della pianta, cioè si situa in una zona dell’albero difficilissima da raggiungere, infatti non esiste ad oggi alcuna sostanza che arrivi a combattere il batterio in maniera diretta, essendo stato vietato, già dagli anni Settanta, l’uso di antibiotici finalizzato a tale obiettivo. Si è quindi analizzato e studiato il genòma del batterio, scoprendone le prerogative, delle quali la più inerente alla situazione è la sua trasmissione ad opera di un insetto-vettore. A questo punto ci si presentano soltanto due alternative: o asportare le parti ammalate o eliminare gli insetti responsabili della trasmissione. Come agisce la xylella sulle piante dell’ulivo? Una volta raggiunto il vaso legnoso, lo occlude, impedendo il defluire della linfa grezza; ma si tratta anche di un batterio polifàgico, in quanto aggredisce oltre all’ulivo anche l’oleandro e altre piante, sicché non avremmo risolto il problema, se per assurdo decidessimo di sradicare tutti gli alberi di ulivo. Riguardo all’insetto che veicola il batterio Killer, bisogna dire invece che in precedenza non si era mai rivelato dannoso, la scienza ritiene quindi che una diffusione così rapida della malattia debba supporre il concorso di altri insetti.
Le dimensioni dell’insetto non superano i cinque o sei millimetri, depone le uova a settembre/ottobre, ha cinque stadi larvali, la sostanza in cui le larve sono immerse viene denominata “sputacchina”, la loro visibilità si rende possibile semplicemente soffiando sulla sostanza citata, che, in un primo momento, troviamo depositata sullo strato erboso; quando l’erba seccherà, vale a dire nei mesi da maggio a luglio, l’insetto ormai adulto si sposterà, per nutrirsi, sull’albero, pungendone le zone più tenere; ma già a fine luglio e nel mese di agosto, con l’indurimento dell’epidermide della pianta, l’insetto non è più nocivo. Che tipo di strategie risolutive conviene seguire? Non è corretto procedere con arature profonde del suolo a causa dell’aridità del clima; anche la soluzione di bruciare impoverirebbe il nostro suolo; bisogna invece puntare ad alimentare la sostanza organica del terreno. Poiché tutte le piante infette sono già state monitorate singolarmente, è opportuno un intervento mirato, cioè un Piano di diserbo ecologico, che le Amministrazioni potrebbero proporre al Governo.

















