Pubblicato in: Ven, Mag 1st, 2015

Xylella, che fare? Si brancola nel buio

Situazione di stallo/È muro contro muro tra gli olivicoltori e le determinazioni del Commissario Silletti. Eradicare fa rima con cancellare… 

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Rosario Centonze, Presidente dell’Ordine degli Agronomi della Provincia di Lecce. 

“ALIMENTARE LA SOSTANZA ORGANICA DEI TERRENI”

Il batterio Xylella è l’agente della malattia dell’ulivo, presente nei vasi xilematici della pianta, cioè si situa in una zona dell’albero difficilissima da raggiungere, infatti non esiste ad oggi alcuna sostanza che arrivi a combattere il batterio in maniera diretta, essendo stato vietato, già dagli anni Settanta, l’uso di antibiotici finalizzato a tale obiettivo. Si è quindi analizzato e studiato il genòma del batterio, scoprendone le prerogative, delle quali la più inerente alla situazione è la sua trasmissione ad opera di un insetto-vettore. A questo punto ci si presentano soltanto due alterna­tive: o asportare le parti ammalate o eliminare gli insetti responsabili della trasmissione. Come agisce la xylella sulle piante dell’ulivo? Una volta raggiunto il vaso legnoso, lo occlude, impedendo il defluire della linfa grezza; ma si tratta anche di un batterio polifàgico, in quanto aggre­disce oltre all’ulivo anche l’oleandro e altre piante, sicché non avremmo risolto il problema, se per assurdo decidessimo di sradicare tutti gli alberi di ulivo. Riguardo all’insetto che veicola il batterio Killer, biso­gna dire invece che in precedenza non si era mai rivelato dannoso, la scienza ritiene quindi che una diffusione così rapida della malattia debba supporre il concorso di altri insetti.

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Le dimensioni dell’insetto non superano i cinque o sei milli­metri, depone le uova a settembre/ottobre, ha cinque stadi larvali, la sostanza in cui le larve sono immer­se viene denominata “sputacchina”, la loro visibilità si rende possibile semplicemente soffiando sulla sostanza citata, che, in un primo momento, troviamo depositata sullo strato erboso; quando l’erba secche­rà, vale a dire nei mesi da maggio a luglio, l’insetto ormai adulto si sposterà, per nutrirsi, sull’albero, pungendone le zone più tenere; ma già a fine luglio e nel mese di agosto, con l’indurimento dell’epi­dermide della pianta, l’insetto non è più nocivo. Che tipo di strategie risolutive conviene seguire? Non è corretto procedere con arature pro­fonde del suolo a causa dell’aridità del clima; anche la soluzione di bru­ciare impoverirebbe il nostro suolo; bisogna invece puntare ad alimenta­re la sostanza organica del terreno. Poiché tutte le piante infette sono già state monitorate singolarmente, è opportuno un intervento mirato, cioè un Piano di diserbo ecologico, che le Amministrazioni potrebbero proporre al Governo.

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